Ematoma subdurale cronico

Gentilissimi,
a seguito di una caduta, mia madre 82enne gia' in terapia famacologica con congescor 2,5, ticklid 250 e torvast 40 per via di un pregresso ima non q e demenza senile da eziopatogenesi vascolare, è stata ricoverata nel reparto di neurochirurgia per ematoma subdurale cronico fronto parietale dx evidenziato alla tac e per una infrazione al gran trocantere dx. Per la infrazione lo specialista ortopedico ha disposto il riposo a letto per 20 gg e pertanto è stata sempre somministrata calciparina una volta al giorno. Non sono a conoscenza della terapia praticata nell'immediatezza del ricovero per l'ematoma ma dopo 30 gg l'ematoma continua ancora lievemente a sanguinare. Gradirei sapere cosa dispongono i protocolli, le linee guida in questi casi, quale terapia immediata da praticare in reparto per l'ematoma e se è compatibile per un cosi' lungo periodo di tempo la somministrazione di calciparina in un soggetto con ematoma subdurale cronico o se questa non sia la causa del continuato sanguinamento. Inoltre, lo svuotamento eventuale, a quale dimensione dell'ematoma si pratica sempre in base ai protocolli e alle linee guida? Grazie
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.7k 398
Egr. signore,
la terapia con calceparina è indispensabile visto il forzato allettamento e per la frattura del femore.
L'ematoma subdurale cronico è una raccolta di sangue che si forma lentamente nel tempo (da cui il termine "cronico") e si provvede alla sua evacuazione se comporta effetto massa sulle strutture cerebrali.
Se i colleghi hanno deciso di non intervenire avranno buone ragioni, sia perché l'intervento (seppur non difficoltoso, si fa in anestesia locale) può essere rischioso in considerazione della terapia scoagulante in atto sia perché evidentemente non è a rischio di peggioramento immediato.

A distanza non ho elementi ulteriori per porre indicazioni diverse,

Cordialmente e auguri
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Utente
Utente
Gentilissimo,
ringraziandola per la risposta, vorrei capire se la calciparina potrebbe essere stata responsabile del continuato sanguinamento? La aggiorno sul fatto che è stata effettuata l'evacuazione dell'ematoma effettuando un foro e il decorso dopo tre giorni (tolto drenaggio) in cui sembrava che tutto stesse procedendo favorevolmente si è complicato per via della produzione di muchi. C'e stata poi una crisi con po2 a 52 trattata immediatamente e risolta ( non è stata trasferita in rianimazione?); fatta subito tac toracica e cranio ( che evidenzia presenza di aria nella parte precedentemente occupata dalla raccolta ematica) che non hanno evidenziato nulla; mi hanno solo riferito che potrebbe ripresentarsi. Cosa sta succedendo? Ci sarebbe bisogno di trasfusione (scusi l'ignoranza ma io penso che l'organismo debilitato avrebbe bisogno di emoglobina - benzina- per far fronte al suo funzionamento)? A cosa bisogna stare attenti in questa fase post intervento, che terapia praticare e solitamente in questi casi la prognosi come è?
Ancora grazie per la eventuale risposta che vorrà fornirmi.
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.7k 398
Egr. signore,
se Lei chiede un consulto deve quanto meno fornire notizie esatte senza tralasciare quelle importanti.
Infatti Lei non ha precisato che era stato effettuato l'intervento.

L'intervento sembra esser andato bene e l'aria presente non dovrebbe destare preoccupazione. Quindi da dove Le viene l'informazione che c'è un continuato sanguinamento?

La produzione di muco penso che si riferisca all'apparato respiratorio e mi pare che anche questo aspetto è stato affrontato egregiamente.
Lei mi chiede una prognosi, ma questa dipende dallo stato clinico della paziente cui Lei nemmeno accenna, cioè se è sveglia, se risponde alle domande ecc.

Ancora una domanda: perché avrebbe bisogno di una trasfusione se i valori ematici, che immagino siano stati controllati, non mostrano anemizzazione?

Cordialmente

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Utente
Utente
Gentilissimo,
l'evacuazione dell'ematoma è stata disposta successivamente all'inoltro della mia prima richiesta di consulto. Infatti come ho ricevuto stasera la sua cortese risposta ho aggiornato la situazione. La continuazione del sanguinamento si riferiva al periodo intercorso tra il trauma e il momento in cui si è deciso per l'evacuazione. Per quanto riguarda lo stato clinico è soporosa, non apre gli occhi, viene somministrato ossigeno a 2, risponde parzialmente agli stimoli ed è alimentata per via parenterale. Mi hanno solo riferito che potrebbe ripresentarsi altra crisi respiratoria come quella precedentemente superata. Ecco perchè Le chiedevo cosa fare in questi casi e quale puo' essere la prognosi avendo letto che solitamente l'ematoma subdurale cronico in pazienti anziani ha un esito prognostico fausto. Va ricoverata in rianimazione? Ho dimenticato di dire che non so se nell'immediatezza del ricovero dopo il trauma è stato somministrato glicerolo o mannitolo o altri derivati ematici per bloccare il sanguinamento stante la pregressa assunzione di anticoagulanti. Come andrebbe gestita una simile situazione secondo il suo autorevole giudizio?
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.7k 398
Come Le dicevo l'ematoma sottodurale cronico si sviluppa lentamente anche in seguito a banali traumi cranici che passano quindi inosservati.
Quindi la caduta che ha provocato la frattura del femore certamente non ha provocato l'ematoma sottodurale cronico, per cui o la caduta è stata accidentale oppure si è verificata perché l'ematoma, nel frattempo aumentato di volume, ha procurato la perdita di coscienza.

Il glicerolo o il mannitolo non sono derivati ematici. Da chi prende tali false informazioni?
Se vi sono problemi respiratori forse sarebbe prudente l'assistenza in Rianimazione, ma questa è una decisione che devono prendere i Curanti a ragion veduta, ossia in base allo stato clinico .

Buona notte
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Utente
Utente
Gentilissimo,
il trauma è stato provocato da una caduta dentro casa che le ha fatto sbattere la testa per terra con fuoriuscita di sangue. Questo non ha comportato la formazione dell'ematoma?Inoltre, come riportato precedentemente, non so se nell'immediatezza del ricovero le è stato somministrato glicerolo o mannitolo (questi non derivati del sangue) o come accennavo prima derivati del sangue (piastrine). Domanda: quale è la terapia farmacologica (dato che parrebbe non ci fossero le condizioni per una evacuazione immediata) con cui deve essere trattato un paziente in questo stato all'arrivo in una neurochirurgia? Nello stesso giorno del ricovero è stata poi dopo sei ore rifatta la tac che evidenziava un modesto sanguinamento. E ad oggi la situazione è quella che le ho descritto precedentemente.
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.7k 398
Lei mi fa delle domande cui non posso rispondere se non in modo generico, non avendo oggettivamente valutato il caso.
La ferita cutanea conseguente alla caduta con fuoriuscita di sangue non necessariamente provoca un ematoma all'interno della scatola cranica, anche se determinate condizioni come l'età anziana, l'assunzione di farmaci ne possano essere la causa concomitante.
Se all'effettuazione della TC l'ematoma non era tale da indicarne l'evacuazione è giusto che abbiano atteso di valutarne l'evoluzione.
Poi vi hanno correttamente provveduto quando le condizioni imponevano l'evacuazione.
Nell'attesa di decidere l'intervento vanno valutati molti parametri per decidere la terapia farmacologica idonea, ma né il glicerolo o mannitolo né le piastrine hanno azione emostatica.

Spero di aver chiarito molti Suoi dubbi, pur nei limiti di una consulenza a distanza.

Cordialmente