Diagnosi tumore cerebrale dubbi
Scrivo in merito alla situazione clinica che coinvolge mio padre di 76 anni affetto da Diabete Mellito di Tipo 2 trattato con insulina. Dal 2006, sono sorte una serie di problematiche quali By Pass Femorale Installazione Valvola aortica meccanica -Amputazione arti inferiori Bilaterale (3/4) – infarto dell’occhio destro.
Da dicembre del 2015 ha lamentato sporadicamente dolori alla testa che in prima istanza i medici hanno associato ai problemi avuti all’occhio. A gennaio 2016 è stato introdotto un nuovo farmaco chiamato Palexia per trattamento Sindrome Arto Fantasma. Dall’assunzione dello stesso sono emersi alcuni sintomi di disorientamento, confusione mentale ed allucinazioni fino a quando si sono manifestati anche problemi a mangiare.
Venerdì 11/03/2016 – Arrivo al pronto soccorso. Eseguita dopo circa 4 ore una Tac cranio da cui è emersa un’area anomala poco definibile per cui il medico ha deciso di far effettuare una TAC con mezzo di contrasto il giorno seguente. Nel frattempo è stata interrotta l’assunzione del Palexia
Sabato 12/03/2016 – dalla Tac con contrasto è emersa una “macchia” che il dottore di turno il giorno stesso ha ipotizzato essere una forma di tumore cerebrale. La informo che la stessa Tac è stata eseguita in maggio 2015 e dalla stessa non è emerso alcunché. Da questa diagnosi sono seguite una serie di rimpalli e incomprensioni mostruose.
Prima il ricovero in medicina generale dove il medico ci ha informato che il percorso da intraprendere sarebbe stato quello di far riassorbire il liquido che circonda la massa per poi chiedere consulto al Neurochirurgo ed Oncologo. Per il riassorbimento del liquido suddetto da venerdì sera hanno introdotto una flebo di Mannitolo due volte al giorno. La giornata di sabato è trascorsa nella completa sonnolenza di mio padre senza alcun intervento o visita da parte dei medici.
Lunedi 14/03/2016 – giovedì 17/03/2016. Cominciano purtroppo le incomprensioni e la mala gestione della situazione da parte dei medici che, a rotazione, ci dicono di aver fatto analizzare la TAC da un neurochirurgo che ha sentenziato la inoperabilità di mio padre viste le sue problematiche. Sentita l’oncologa dell’ospedale la stessa ha detto che non può procedere con chemioterapia vista l’impossibilità di effettuare una biopsia per sapere grado e tipo di tumore. Idem per Radioterapista.
Venerdi 18/03/2016 – Arriva il primario che senza aver mai visitato mio padre decide di dimetterlo il giorno seguente con il responso: ”Considerato che a maggio del 2015 non era presente niente tutto ci fa pensare che sia una forma tumorale molto aggressiva e non potendo procedere in alcun modo gli sarebbero rimasti 2-3 mesi nei quali gradatamente avrebbe perso motilità della muscolatura del collo, sarebbe stato necessario alimentazione forzata, avrebbe avuto crisi epilettiche e vomito a getto fino ad arrivare al coma.
Detto ciò vorrei avere anche un vostro parere in merito.
In attesa di una gradita risposta porgo distinti saluti.
Da dicembre del 2015 ha lamentato sporadicamente dolori alla testa che in prima istanza i medici hanno associato ai problemi avuti all’occhio. A gennaio 2016 è stato introdotto un nuovo farmaco chiamato Palexia per trattamento Sindrome Arto Fantasma. Dall’assunzione dello stesso sono emersi alcuni sintomi di disorientamento, confusione mentale ed allucinazioni fino a quando si sono manifestati anche problemi a mangiare.
Venerdì 11/03/2016 – Arrivo al pronto soccorso. Eseguita dopo circa 4 ore una Tac cranio da cui è emersa un’area anomala poco definibile per cui il medico ha deciso di far effettuare una TAC con mezzo di contrasto il giorno seguente. Nel frattempo è stata interrotta l’assunzione del Palexia
Sabato 12/03/2016 – dalla Tac con contrasto è emersa una “macchia” che il dottore di turno il giorno stesso ha ipotizzato essere una forma di tumore cerebrale. La informo che la stessa Tac è stata eseguita in maggio 2015 e dalla stessa non è emerso alcunché. Da questa diagnosi sono seguite una serie di rimpalli e incomprensioni mostruose.
Prima il ricovero in medicina generale dove il medico ci ha informato che il percorso da intraprendere sarebbe stato quello di far riassorbire il liquido che circonda la massa per poi chiedere consulto al Neurochirurgo ed Oncologo. Per il riassorbimento del liquido suddetto da venerdì sera hanno introdotto una flebo di Mannitolo due volte al giorno. La giornata di sabato è trascorsa nella completa sonnolenza di mio padre senza alcun intervento o visita da parte dei medici.
Lunedi 14/03/2016 – giovedì 17/03/2016. Cominciano purtroppo le incomprensioni e la mala gestione della situazione da parte dei medici che, a rotazione, ci dicono di aver fatto analizzare la TAC da un neurochirurgo che ha sentenziato la inoperabilità di mio padre viste le sue problematiche. Sentita l’oncologa dell’ospedale la stessa ha detto che non può procedere con chemioterapia vista l’impossibilità di effettuare una biopsia per sapere grado e tipo di tumore. Idem per Radioterapista.
Venerdi 18/03/2016 – Arriva il primario che senza aver mai visitato mio padre decide di dimetterlo il giorno seguente con il responso: ”Considerato che a maggio del 2015 non era presente niente tutto ci fa pensare che sia una forma tumorale molto aggressiva e non potendo procedere in alcun modo gli sarebbero rimasti 2-3 mesi nei quali gradatamente avrebbe perso motilità della muscolatura del collo, sarebbe stato necessario alimentazione forzata, avrebbe avuto crisi epilettiche e vomito a getto fino ad arrivare al coma.
Detto ciò vorrei avere anche un vostro parere in merito.
In attesa di una gradita risposta porgo distinti saluti.
[#1]
Gentile signora,
a distanza l'unica cosa che posso dirLe e che, anche se verosimilmente si tratta di tumore maligno, non si è certi se non si esegue la biopsia.
La biopsia si esegue con metodica stereotassica, ovvero poco invasiva, utilizzando una "sonda" di pochi cm di calibro.
Ci sono altre metodiche come la PET (esame tipo risonanza magnetica) che può dare indicazioni sulla natura del tumore.
Credo che la situazione generale di Suo padre sia alquanto critica, ma una diagnosi va fatta.
Cordialmente
a distanza l'unica cosa che posso dirLe e che, anche se verosimilmente si tratta di tumore maligno, non si è certi se non si esegue la biopsia.
La biopsia si esegue con metodica stereotassica, ovvero poco invasiva, utilizzando una "sonda" di pochi cm di calibro.
Ci sono altre metodiche come la PET (esame tipo risonanza magnetica) che può dare indicazioni sulla natura del tumore.
Credo che la situazione generale di Suo padre sia alquanto critica, ma una diagnosi va fatta.
Cordialmente
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2k visite dal 21/03/2016.
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