Dolore neuropatico e paracetamolo

Buonasera,
ho urgente bisogno di un consiglio e-o indicazione in merito ad una situazione che riguarda mio padre. Dopo aver subito circa 8 mesi fa, un intervento di decompressione all' altezza della vertebra L4, che gli ha ridotto i dolori atroci che gli si irradiavano dal gluteo sin tutta la gamba..e dopo aver purtroppo ( essendo intervenuto tardi) subito la sindrome della cauda equina con parziale paralisi dei piedi, attualmente è in cura presso un famoso centro di riabilitazione in cui sta facendo molta fisioterapia. Da circa una settimana sono ricomparsi i forti dolori ( scosse elettriche e doloi neuromuscolari) che inizialmente venivano tenuti sotto controllo con 3 tachipirina 1000 al giorno. Adesso semra che non siano più sufficienti e mio padre continua a chiedere altri antidolorifici, ma i medici hanno appurato che inizia ad avere problemi anche al fegato dovuti forse all' abuso in questi mesi di paracetamolo e non vogliono aggiungerne. Premesso che mio padre a Giugno dovrà subire un altro intervento per la stabilizzazione della vertebra e per la rimozione di tessuto cicatriziale (forse responsabile di queste nuove compressioni) chiedo se fino a tale data sarebbe troppo rischioso e pericoloso per il fegato, continuare a dargli 3 tachipirina da 1000 al giorno o sarebbe meglio modificare il tipo di antidolorifico, anche se per adesso è risultato l' unico in grado di fargli passare leggermente i dolori. È possibile che avendone preso troppo in questi mesi si sia assuefatto e non gli fcciano più effetto? Grazie a chi vorrà rispondere..
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 7.1k 247
Sì, questo è possibile.
Lo ho constatato personalmente in più di qualche paziente.

Non conosco a pieno il problema di Suo padre, ma rimango "perplesso" sulla necessità di eseguire una stabilizzazione della colonna (presumo utilizzando della strumentazione).

Forse potrebbe essere più utile un trattamento di asportazione, al massimo possibile, delle fibrosi cicatriziali che avviluppino le radici nervose della cauda equina.

Il mio è un discorso "a scatola chiusa" in quanto non ho visto le immagini rmn, presumo senza e con mdc, nè ho potuto rilevare l'obbiettività clinica specialistica che, nel caso in esame, è senza dubbio molto particolare.

Se ha piacere, dia pure ulteriori notizie.
Cordialmente.

Dr. Della Corte: vincenzodellacortemi@libero.it
Case di Cura: La Madonnina Milano-02/50030013
Le Betulle Appiano Gentile (Co) 031/973311

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Utente
Utente
Buonasera e grazie per la risposta.. Mio padre ad aprile 2015 ha iniziato ad avere dei dolori scambiati da tutti i medici per lombosciatalgia e curati izialmente solo con cortisone ed antidolorifici. Purtroppo solo quando glibsi sono paralizzati gli arti e solo dopo una risonazna magnetica con MDC si è capita la vera causa di tutto, cioè un linfoma vertebrale all' altezza della vertebra l4 che gli ha compresso i nervi. La stessa sera è stato operato d' urgenza in neurochirurgia e dall' operazione si è riscontrata anche la frattura della vertebra CH e però non è stata ancora stabilizzata. All' indomani dell' intervento i dolori gli sono passato ha iniziato la cura del linfoma in Ematologia fino alla remissione completa a settembre. Adesso sta facendo la riabilitazione perché dal giorno dopo l' intervento non ha più mosso i piedi...e poco le gambe. Ad Ottobre gli sono riiniziati i dolori curati inizialmente con morfina poi tenuti sotto controllo dalla tachipirina.( circa 3 compresse da mille al giorno). Dopo altri esami si è riscontrata una massa non metabolicamente attiva che è stata considerata come una massa cicatriziale ( esito del linfoma seccato) che probabilmente comprime ancora qualche nervo e gli provoca i dolori che adesso però non si riesce a gestire con solo la tachipirina. Attualmente nel centro di riabilitazione stanno provando a cambiargli la terapia e hanno introdotto un cerotto che rilascia gradualmente antidolorifico ma per ora con pochi risultati. Intanto sta curando anche una brutta piaga da decubito per poi ritornare in ospedale per l' intervento di stabilizzazione e asportazione tessuto cicatriziale fin dove ai riesce. Questa è la situazione...
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 7.1k 247
La situazione è diversa e molto più complessa di quella descritta inizialmente.
Credo che un intervento di stabilizzazione con protesi possa essere messo in atto (non ho capito "CH") e contemporaneamente l'asportazione il più possibile completa del "materiale" che comprime la cauda equina e comunque compatibilmente con le condizioni generali e locali.
Mi pare che i Colleghi che stanno seguendo Suo padre, e quelli che lo hanno operato, abbiano agito per il meglio e che il programma futura sia quello giusto.
Auguri cordiali.
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Utente
Utente
Grazie di tutto!! La vertebra è L4 ...errore del t9!!