Da un dente al trigemino, dolore e depressione. aiutatemi.
Buongiorno, sono un uomo di 43 anni di sana costituzione. Dopo più di 3 anni di sofferenze mi rivolgo a voi perché non so più dove sbattere la testa . Cercherò di essere sintetico, dato che la mia vicenda è lunga e complessa.
Tre anni fa mi sono rivolto a un dentista per una piccola caria al 2° premolare sup. dx che non mi arrecava nessun dolore. Quest’ultimo mi ha scavato, tagliato e accorciato il dente, lo ha poi devitalizzato e mi ha inserito dei perni con la successiva capsula.
Da allora è iniziato il mio calvario con dolori che avevano come epicentro la mascella dx interessata, alla faccia che si estendevano, al naso e lateralmente alla testa. Di riflesso poi da allora soffro di terribili emicranie e occasionali offuscamenti alla vista dell’occhio dx.
Il dolore da me percepito è continuo nell’arco della giornata, raramente sparisce e tra l’altro al massimo per pochi minuti; generalmente è sopportabile, ma in alcuni momenti non mi permette di fare nulla se non aspettare che passi.
I normali antinevralgici al massimo mi attenuano il mal di testa, ma il dolore all’altezza del dente non sparisce mai. Di buono c’è che, sia pure con qualche difficoltà, riesco a dormire se non poggio sul cuscino la parte del viso interessata.
All’inizio pensavo che si trattava di un problema di denti e per 2 anni sono andato avanti così, solo che i dolori divenivano sempre più frequenti ed intensi e così ho consultato un altro dentista che dopo aver fatto una radiografia al dente mi ha spiegato che il perno era stato conficcato dentro l’osso e per questo mi faceva male. L’unica alternativa a questo punto per lui era di estrarre tutto e perdere ormai definitivamente il dente. A malincuore acconsentii pur di non sentire più male; ma da allora (1 anno fa) nulla è cambiato, anzi.
Dopo varie radiografie alle arcate con esito negativo, il mio medico di base a questo punto ha cominciato a sospettare una nevralgia del trigemino a seguito di trauma.
Il neurologo mi ha diagnosticato: “sindrome a carattere nevralgico in corrispondenza di V2 destra con dolore irradiato verso la regione temporale emicefalica destra di intensità medio/severa con carattere subcontinuo e spontaneo. L’esame obiettivo evidenzia una modesta dolorabilità alla digitopressione in corrispondenza della regione zigomatico mascellare destra con lieve ipoestesia territoriale a livello V2”.
A questa visita medica è seguita una TAC per “studio lo regionale sferoidale foro rotondo ed apice rocca petrosa destra” che ha dato esito negativo.
Ho eseguito poi una RMN cerebrale con questi esiti:
- R.M.N. Cerebrale e del massiccio facciale senza/con contrasto.
- Sistema ventricolare in asse, morfologicamente regolare.
- Non alterazioni morfologiche o dell’intensità del segnale in corrispondenza della sostanza bianca e grigia in sede sovra e sottotentoriale.
- Normali anche le strutture della linea mediana ed in particolare il tronco calloso.
- Normali entrambi i seni cavernosi.
- Non modificazione dopo i mezzi di contrasto.
- Normale la regione del ganglio di Gasser bilateralmente.
- In fossa cranica posteriore normali calibro e decorso del trigemino bilateralmente.
- Esile struttura vascolare decorre in tutta la vicinanza della tratto costernale del quinto nervo cranico di destra.
- Normale trasparenza di entrambi i seni mascellari.
Il mio medico non sà più come consigliarmi, sono contrario all’assunzione di antiepilettici che calmerebbero in via transitoria il dolore danneggiandomi il fegato; nel frattempo la parte dx del viso mostra un gonfiore anomalo e la mia qualità della vita è scesa a livelli da suicidio (ho sempre mal di testa e al viso e non riesco più a concentrarmi, con occasionali momenti di depressione).
Vorrei tentare un ricovero presso una struttura ospedaliera specializzata, ma il mio medico dice che solo uno specialista può disporla.
Malgrado tutto il mio impegno non riesco a venirne fuori, sto vivendo un incubo.
Aiutatemi per favore.
Tre anni fa mi sono rivolto a un dentista per una piccola caria al 2° premolare sup. dx che non mi arrecava nessun dolore. Quest’ultimo mi ha scavato, tagliato e accorciato il dente, lo ha poi devitalizzato e mi ha inserito dei perni con la successiva capsula.
Da allora è iniziato il mio calvario con dolori che avevano come epicentro la mascella dx interessata, alla faccia che si estendevano, al naso e lateralmente alla testa. Di riflesso poi da allora soffro di terribili emicranie e occasionali offuscamenti alla vista dell’occhio dx.
Il dolore da me percepito è continuo nell’arco della giornata, raramente sparisce e tra l’altro al massimo per pochi minuti; generalmente è sopportabile, ma in alcuni momenti non mi permette di fare nulla se non aspettare che passi.
I normali antinevralgici al massimo mi attenuano il mal di testa, ma il dolore all’altezza del dente non sparisce mai. Di buono c’è che, sia pure con qualche difficoltà, riesco a dormire se non poggio sul cuscino la parte del viso interessata.
All’inizio pensavo che si trattava di un problema di denti e per 2 anni sono andato avanti così, solo che i dolori divenivano sempre più frequenti ed intensi e così ho consultato un altro dentista che dopo aver fatto una radiografia al dente mi ha spiegato che il perno era stato conficcato dentro l’osso e per questo mi faceva male. L’unica alternativa a questo punto per lui era di estrarre tutto e perdere ormai definitivamente il dente. A malincuore acconsentii pur di non sentire più male; ma da allora (1 anno fa) nulla è cambiato, anzi.
Dopo varie radiografie alle arcate con esito negativo, il mio medico di base a questo punto ha cominciato a sospettare una nevralgia del trigemino a seguito di trauma.
Il neurologo mi ha diagnosticato: “sindrome a carattere nevralgico in corrispondenza di V2 destra con dolore irradiato verso la regione temporale emicefalica destra di intensità medio/severa con carattere subcontinuo e spontaneo. L’esame obiettivo evidenzia una modesta dolorabilità alla digitopressione in corrispondenza della regione zigomatico mascellare destra con lieve ipoestesia territoriale a livello V2”.
A questa visita medica è seguita una TAC per “studio lo regionale sferoidale foro rotondo ed apice rocca petrosa destra” che ha dato esito negativo.
Ho eseguito poi una RMN cerebrale con questi esiti:
- R.M.N. Cerebrale e del massiccio facciale senza/con contrasto.
- Sistema ventricolare in asse, morfologicamente regolare.
- Non alterazioni morfologiche o dell’intensità del segnale in corrispondenza della sostanza bianca e grigia in sede sovra e sottotentoriale.
- Normali anche le strutture della linea mediana ed in particolare il tronco calloso.
- Normali entrambi i seni cavernosi.
- Non modificazione dopo i mezzi di contrasto.
- Normale la regione del ganglio di Gasser bilateralmente.
- In fossa cranica posteriore normali calibro e decorso del trigemino bilateralmente.
- Esile struttura vascolare decorre in tutta la vicinanza della tratto costernale del quinto nervo cranico di destra.
- Normale trasparenza di entrambi i seni mascellari.
Il mio medico non sà più come consigliarmi, sono contrario all’assunzione di antiepilettici che calmerebbero in via transitoria il dolore danneggiandomi il fegato; nel frattempo la parte dx del viso mostra un gonfiore anomalo e la mia qualità della vita è scesa a livelli da suicidio (ho sempre mal di testa e al viso e non riesco più a concentrarmi, con occasionali momenti di depressione).
Vorrei tentare un ricovero presso una struttura ospedaliera specializzata, ma il mio medico dice che solo uno specialista può disporla.
Malgrado tutto il mio impegno non riesco a venirne fuori, sto vivendo un incubo.
Aiutatemi per favore.
[#1]
Egr. Signore,
capisco il Suo dramma, ma per cercare di porre rimedio, deve pur far qualcosa, come assumere dei farmaci adatti che possono guarirla senza necessariamente rovinarLe il fegato.
Se poi questi fallissero, bisognerà cercare una soluzione, forse chirurgica, più o meno invasiva.
Per poter, però, decidere una terapia è indispensabile una diagnosi e questa non può essere fatta on-line.
Ha consultato un neurochirurgo?
Ci faccia sapere
Cordialmente
capisco il Suo dramma, ma per cercare di porre rimedio, deve pur far qualcosa, come assumere dei farmaci adatti che possono guarirla senza necessariamente rovinarLe il fegato.
Se poi questi fallissero, bisognerà cercare una soluzione, forse chirurgica, più o meno invasiva.
Per poter, però, decidere una terapia è indispensabile una diagnosi e questa non può essere fatta on-line.
Ha consultato un neurochirurgo?
Ci faccia sapere
Cordialmente
[#2]
Ex utente
Gentilissimo Dottore La ringrazio per il Suo sollecito intervento e per i suoi consigli, ma essendomi discretamente documentato sui farmaci necessari alla cura di questo tipo di dolore, continuo ad essere fortemente contrario alla loro assunzione, che tra l'altro tamponerebbero temporaneamente il problema senza risolverlo.
Se fosse confermato con una diagnosi il mio sospetto di nevralgia del trigemino, si tratterebbe solo di decidere quale tipo d'intervento chirurgico effettuare; quello con meno controindicazioni, sia pure meno duraturo, eventualmente.
Ho letto che non esiste un esame specifico che possa dare con certezza la diagnosi della nevralgia del trigemino e che a questo si arriva per esclusione. E' questo che mi preoccupa; la paura di passare ancora tanto tempo senza concludere nulla. A volte ho la sensazione che nessuno si voglia prendere la responsabilità di darmi delle risposte certe e questo mi deprime.
Per il 4 di Novembre ho preso già un appuntamento da un neurochirurgo a Udine ed attendo un suo parere, con carte alla mano, di cui La renderò partecipe, così per tutti gli sviluppi che ci saranno in merito per sentire un Suo autorevole parere al fine di porre rimedio a questa mia tragica esperienza.
La ringrazio ancora per il suo intervento e per il sostegno che vorrà darmi.
Cordiali saluti
Se fosse confermato con una diagnosi il mio sospetto di nevralgia del trigemino, si tratterebbe solo di decidere quale tipo d'intervento chirurgico effettuare; quello con meno controindicazioni, sia pure meno duraturo, eventualmente.
Ho letto che non esiste un esame specifico che possa dare con certezza la diagnosi della nevralgia del trigemino e che a questo si arriva per esclusione. E' questo che mi preoccupa; la paura di passare ancora tanto tempo senza concludere nulla. A volte ho la sensazione che nessuno si voglia prendere la responsabilità di darmi delle risposte certe e questo mi deprime.
Per il 4 di Novembre ho preso già un appuntamento da un neurochirurgo a Udine ed attendo un suo parere, con carte alla mano, di cui La renderò partecipe, così per tutti gli sviluppi che ci saranno in merito per sentire un Suo autorevole parere al fine di porre rimedio a questa mia tragica esperienza.
La ringrazio ancora per il suo intervento e per il sostegno che vorrà darmi.
Cordiali saluti
[#3]
Ex utente
Salve, giusto ieri sino stato visitato dal neurochirurgo il quale a seguito della visita ed esaminati i risultati della RMN si è espresso così:
1) L'assistito lamenta una nevralgia atipica a livello della I e II branca trigeminale di destra;
2) Alla RM encefalica c'è il sospetto di un conflitto neurovascolare;
3) Si propone una valutazione per un eventuale trattamento con Gamma Knife.
4) Nel frattempo può essere utile l'assunzione di "Brufen".
Quanto sopra in quanto ho espresso desiderio di non iniziare alcuna terapia farmacologica, ne trattamenti chirurgici invasivi (decompressione neuro-vascolare).
Riguardo il trattamento Gamma-Knife mi trovo favorevole in quanto da quanto ne ho capito non dovrebbe avere grosse contro indicazioni e dovrebbe preservare la sensibilità del viso nella parte interessata; al contrario di altre tecniche tipo "Rizolisi" e "Microcompressione del ganglio di Gasser".
Ho solo qualche dubbio sulla reale risoluzione del problema in quanto ho sentito di gente trattata per la nevralgia del trigemino con la tecnica Gamma-Knife senza avere avuto , purtroppo, nessun miglioramento, ne risultato tangibile; ma al momento mi pare la strada giusta.
Gradirei un Vostro autorevole parere in merito prima di iniziare.
Grazie ancora.
Cordiali saluti
1) L'assistito lamenta una nevralgia atipica a livello della I e II branca trigeminale di destra;
2) Alla RM encefalica c'è il sospetto di un conflitto neurovascolare;
3) Si propone una valutazione per un eventuale trattamento con Gamma Knife.
4) Nel frattempo può essere utile l'assunzione di "Brufen".
Quanto sopra in quanto ho espresso desiderio di non iniziare alcuna terapia farmacologica, ne trattamenti chirurgici invasivi (decompressione neuro-vascolare).
Riguardo il trattamento Gamma-Knife mi trovo favorevole in quanto da quanto ne ho capito non dovrebbe avere grosse contro indicazioni e dovrebbe preservare la sensibilità del viso nella parte interessata; al contrario di altre tecniche tipo "Rizolisi" e "Microcompressione del ganglio di Gasser".
Ho solo qualche dubbio sulla reale risoluzione del problema in quanto ho sentito di gente trattata per la nevralgia del trigemino con la tecnica Gamma-Knife senza avere avuto , purtroppo, nessun miglioramento, ne risultato tangibile; ma al momento mi pare la strada giusta.
Gradirei un Vostro autorevole parere in merito prima di iniziare.
Grazie ancora.
Cordiali saluti
[#4]
Egregio Signore,
documentarsi non significa essere esperti soprattutto in ambito medico. Le dico questo perchè spesso si presume di aver appreso norme e tecniche terapeutiche, creando più confusione che prima di documentarsi.
Per quanto riguarda la Sua scelta per la gamma-Knife, tra l'altro consigliata dallo Specialista, credo che possa essere una soluzione da percorrere, ma sappia che, se la causa è il conflitto neurovascolare, questo non può essere risolto dall'emissione dei raggi gamma.
Mi spiego: la gamma-Knife agirà sul nervo trigemino distruggendo, in parte o in toto,le fibre che conducono il dolore, ma non agiscono sulla causa ovvero sulla compressione dell'arteria sul nervo.
Il paragone non regge molto, ma è come se si tagliasse il nervo sciatico per non operare l'ernia del disco responsabile della sciatica.
Il beneficio della procedura conservativa può essere eccellente e duraturo, ma è simile alla rizolisi e sulla conservazione della sensibilità non si può scommettere.
Certo vanno valutati rischi e benefici delle due metodiche, per nulla invasiva e priva di rischi sostanzialmente la g-Knife, con rischi più elevati di complicanze per la delicatezza di un intervento impegnativo come la craniotomia suboccipitale.
Quindi?
Utilizzi la g-Knife, poi si vedrà in base ai risultati a distanza.
Cordiali saluti e auguri!
documentarsi non significa essere esperti soprattutto in ambito medico. Le dico questo perchè spesso si presume di aver appreso norme e tecniche terapeutiche, creando più confusione che prima di documentarsi.
Per quanto riguarda la Sua scelta per la gamma-Knife, tra l'altro consigliata dallo Specialista, credo che possa essere una soluzione da percorrere, ma sappia che, se la causa è il conflitto neurovascolare, questo non può essere risolto dall'emissione dei raggi gamma.
Mi spiego: la gamma-Knife agirà sul nervo trigemino distruggendo, in parte o in toto,le fibre che conducono il dolore, ma non agiscono sulla causa ovvero sulla compressione dell'arteria sul nervo.
Il paragone non regge molto, ma è come se si tagliasse il nervo sciatico per non operare l'ernia del disco responsabile della sciatica.
Il beneficio della procedura conservativa può essere eccellente e duraturo, ma è simile alla rizolisi e sulla conservazione della sensibilità non si può scommettere.
Certo vanno valutati rischi e benefici delle due metodiche, per nulla invasiva e priva di rischi sostanzialmente la g-Knife, con rischi più elevati di complicanze per la delicatezza di un intervento impegnativo come la craniotomia suboccipitale.
Quindi?
Utilizzi la g-Knife, poi si vedrà in base ai risultati a distanza.
Cordiali saluti e auguri!
[#5]
Ex utente
Gentilissimo Dottore, in merito alla sua celerissima risposta posso solo aggiungere che le mie affermazioni, e questo lo sottolineo, non sono una dimostrazione di presunzione, anzi, sono deduzioni dettate dalla mia ignoranza in materia. Giocoforza sono costretto a sforzarmi di capire quale può essere la scelta giusta in base alle informazioni di Voi Specialisti e da quanto la letteratura propone in maniera comprensibile ai non addetti ai lavori.
La scelta di questa tecnica è stata fortemente influenzata dallo specialista che mi ha visitato e spiegato, rassicurandomi, che questo metodo è quello più recente, rendendo sorpassati tutti i precedenti, il meno invasivo e con meno controindicazioni.
La mia idea iniziale (microcompressione del ganglio di Gasser), prima della visita infatti, era diversa riguardo il possibile intervento risolutivo.
La craniotomia del resto (da quello che ho capito) è molto invasiva, va praticata da mani molto esperte ed ho letto che a volte da luogo alla perdita dell'udito nella parte interessata, per non parlare del fatto che in alcuni, rari, casi è anche mortale. Sinceramente quest'ultima soluzione mi fa davvero paura e mi creda non sono un tipo facilmente impressionabile.
A questo punto si tratta di scegliere il male minore...
In questi giorni di pausa del dolore, che avverto solo in maniera lieve, opterei per il "...lasciamo tutto così..."; ma sono certo che al ritorno della trafitte, quelle serie, accompagnate dai feroci mal di testa, accetterò qualunque cosa pur di risolvere il problema.
Le sono molto grato per il tempo e l'interesse che mi ha dedicato in maniera completamente gratuita, dato che a volte le persone di buona volontà come Lei sanno essere di aiuto.
I pazienti come me spesso si rivolgono a questi strumenti perchè hanno reali intenzioni di risolvere i loro problemi di salute ed hanno bisogno di competenza, consigli e risposte che spesso non trovano riscontro nella vita quotidiana.
Perdoni il mio piccolo sfogo, ma più di tre anni in giro per ambulatori, solo per questo problema e senza avere ancora una diagnosi scritta su un foglio di carta, mi hanno seriamente stancato.
Grazie di tutto e mi stia bene.
P.S. Vi farò sapere comunque gli ulteriori sviluppi, dato che tra 7 giorni avrò un'altra visita da un altro neurochirurgo che valuterà l'eventuale ricovero per l'intervento.
La scelta di questa tecnica è stata fortemente influenzata dallo specialista che mi ha visitato e spiegato, rassicurandomi, che questo metodo è quello più recente, rendendo sorpassati tutti i precedenti, il meno invasivo e con meno controindicazioni.
La mia idea iniziale (microcompressione del ganglio di Gasser), prima della visita infatti, era diversa riguardo il possibile intervento risolutivo.
La craniotomia del resto (da quello che ho capito) è molto invasiva, va praticata da mani molto esperte ed ho letto che a volte da luogo alla perdita dell'udito nella parte interessata, per non parlare del fatto che in alcuni, rari, casi è anche mortale. Sinceramente quest'ultima soluzione mi fa davvero paura e mi creda non sono un tipo facilmente impressionabile.
A questo punto si tratta di scegliere il male minore...
In questi giorni di pausa del dolore, che avverto solo in maniera lieve, opterei per il "...lasciamo tutto così..."; ma sono certo che al ritorno della trafitte, quelle serie, accompagnate dai feroci mal di testa, accetterò qualunque cosa pur di risolvere il problema.
Le sono molto grato per il tempo e l'interesse che mi ha dedicato in maniera completamente gratuita, dato che a volte le persone di buona volontà come Lei sanno essere di aiuto.
I pazienti come me spesso si rivolgono a questi strumenti perchè hanno reali intenzioni di risolvere i loro problemi di salute ed hanno bisogno di competenza, consigli e risposte che spesso non trovano riscontro nella vita quotidiana.
Perdoni il mio piccolo sfogo, ma più di tre anni in giro per ambulatori, solo per questo problema e senza avere ancora una diagnosi scritta su un foglio di carta, mi hanno seriamente stancato.
Grazie di tutto e mi stia bene.
P.S. Vi farò sapere comunque gli ulteriori sviluppi, dato che tra 7 giorni avrò un'altra visita da un altro neurochirurgo che valuterà l'eventuale ricovero per l'intervento.
[#7]
Gentile signore,
leggendo la sua storia mi son sentito chiamato in causa essendomi formato in un centro dove il trattamento Gamma-knife per la nevralgia del trigemino veniva eseguita da tempo.
Io resto dell'idea (ma non lo dico io in quanto Dott. Mannino, emerito sconosciuto, bensì la letteratura internazionale che alcuni di noi si dilettano a leggere nelle notti insonni)che il miglior trattamento, in un caso come il suo o quando non ci sono controindicazioni generali di sorta (problemi cardiaci, età avanzata ecc.)è l'esplorazione e la decompressione microchirurgica del V. nervo cranico all'angolo ponto-cerebellare con risoluzione del conflitto. Tale procedura ha dei rischi abbastanza limitati quando eseguita (come dice appunto la letteratura internazionale) con le opportune precauzioni, ed in particolar modo con il monitoraggio neurofisiologico intraoperatorio, cosa che noi facciamo quotidianamnete sugli interventi dove sono anatomicamente coinvolti i nervi cranici o spinali.
Infatti non oso pensare se, lei che è non vuole assumere farmaci, dovesse avere una delle comunissime complicanze (che son sicuro le sono state spiegate) del trattamento gamma-knife che frequentemente si vedono, cioè le disestesie dolorose (che le assicuro sono refrattarie a qualsiasi ulteriore trattamento medico o chirurgico poichè indice di un danno da radiazioni del V nervo cranico ).
Riguardo le tecniche percutanee, invece, sono in via di abbandono perchè mai risolutive totalmente.
Per cui ascolti il consiglio, si affidi alla chirurgia poichè l'intervento come pochi altri esempi, se adeguatamente eseguito è del tutto è immediatamente risolutivo.
A sua disposizione
leggendo la sua storia mi son sentito chiamato in causa essendomi formato in un centro dove il trattamento Gamma-knife per la nevralgia del trigemino veniva eseguita da tempo.
Io resto dell'idea (ma non lo dico io in quanto Dott. Mannino, emerito sconosciuto, bensì la letteratura internazionale che alcuni di noi si dilettano a leggere nelle notti insonni)che il miglior trattamento, in un caso come il suo o quando non ci sono controindicazioni generali di sorta (problemi cardiaci, età avanzata ecc.)è l'esplorazione e la decompressione microchirurgica del V. nervo cranico all'angolo ponto-cerebellare con risoluzione del conflitto. Tale procedura ha dei rischi abbastanza limitati quando eseguita (come dice appunto la letteratura internazionale) con le opportune precauzioni, ed in particolar modo con il monitoraggio neurofisiologico intraoperatorio, cosa che noi facciamo quotidianamnete sugli interventi dove sono anatomicamente coinvolti i nervi cranici o spinali.
Infatti non oso pensare se, lei che è non vuole assumere farmaci, dovesse avere una delle comunissime complicanze (che son sicuro le sono state spiegate) del trattamento gamma-knife che frequentemente si vedono, cioè le disestesie dolorose (che le assicuro sono refrattarie a qualsiasi ulteriore trattamento medico o chirurgico poichè indice di un danno da radiazioni del V nervo cranico ).
Riguardo le tecniche percutanee, invece, sono in via di abbandono perchè mai risolutive totalmente.
Per cui ascolti il consiglio, si affidi alla chirurgia poichè l'intervento come pochi altri esempi, se adeguatamente eseguito è del tutto è immediatamente risolutivo.
A sua disposizione
Dr. Marco Mannino
Neurochirurgo
http://www.studiomannino.com
[#8]
Quanto dice il dr. Mannino è ineccepible,ma, in considerazione dei timori espressi per un intervento neurochirurgico, se non ne è pienemante convinto,si sottoponga al trattamento con g-Knife correndo il rischio di avere anche scarsi risultati.
Cordialità ed auguri
Cordialità ed auguri
[#9]
Ex utente
Salve.
In merito a questi ultimi post posso solo aggiungere che al momento della visita non sono stato edotto sui rischi del trattamento gamma-knife e che dopo i suoi consigli ho cercato qualcosa in merito, trovando solo pareri che confermano allo stato attuale che essendo un tecnica giovane ancora non si conoscono bene a lungo termine tutti gli effetti indesiderati.
L'intervento chirurgico mi spaventa, sopra tutto perchè leggevo che nel 30% dei casi si perde monolateralmente l'udito.
Tornando alle origini del problema mi sorge però un dubbio: se questi dolori fossero stati provocati dall'intervento odontoiatrico sopra descritto (come sono fermamente convinto, dato che i dolori sono iniziati subito dopo questo intervento e mai prima di allora); può davvero essere un conflitto neurovascolare? Oppure (scusate il gergo da ignorante in materia) è stato toccato il nervo con il trapano o col l'ago della anestesia e quindi per questo soffro di questi dolori? Dico ciò perchè nell'eventuale intervento chirurgico sarebbe isolato il nervo dietro la testa e non dove ha avuto origine il problema e cioè sul fronte della mandibola superiore.
Questo è il mio dubbio più grande.
Grazie ancora per i Vostri consigli che leggo con attenzione, dandogli seria considerazione.
Cordiali saluti
In merito a questi ultimi post posso solo aggiungere che al momento della visita non sono stato edotto sui rischi del trattamento gamma-knife e che dopo i suoi consigli ho cercato qualcosa in merito, trovando solo pareri che confermano allo stato attuale che essendo un tecnica giovane ancora non si conoscono bene a lungo termine tutti gli effetti indesiderati.
L'intervento chirurgico mi spaventa, sopra tutto perchè leggevo che nel 30% dei casi si perde monolateralmente l'udito.
Tornando alle origini del problema mi sorge però un dubbio: se questi dolori fossero stati provocati dall'intervento odontoiatrico sopra descritto (come sono fermamente convinto, dato che i dolori sono iniziati subito dopo questo intervento e mai prima di allora); può davvero essere un conflitto neurovascolare? Oppure (scusate il gergo da ignorante in materia) è stato toccato il nervo con il trapano o col l'ago della anestesia e quindi per questo soffro di questi dolori? Dico ciò perchè nell'eventuale intervento chirurgico sarebbe isolato il nervo dietro la testa e non dove ha avuto origine il problema e cioè sul fronte della mandibola superiore.
Questo è il mio dubbio più grande.
Grazie ancora per i Vostri consigli che leggo con attenzione, dandogli seria considerazione.
Cordiali saluti
[#10]
Rileggendo la Sua storia, in effetti, la certezza che si tratti di un conflitto neurovascolare non c'è.
E' necessario che Lei si sottoponga a visita presso un neurochirurgo e ripercorriate insieme tutto l'iter diagnostico e clinico, in modo da non essere precipitosi nelle decisioni terapeutiche.
Buona serata
E' necessario che Lei si sottoponga a visita presso un neurochirurgo e ripercorriate insieme tutto l'iter diagnostico e clinico, in modo da non essere precipitosi nelle decisioni terapeutiche.
Buona serata
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 88.6k visite dal 11/10/2008.
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