Discectomia endoscopia e nucleoplastica postoperatorio

Buongiorno a tutti.
Ho quasi 28 anni E da circa 4 mesi sono stato bloccato a causa di una lombo-sciatalgia causata da una ernia discale l5-s1 (nella rmn si riscontrava anche un bulging l4-l5). Dopo vari tentativi con metodi alternativi alla chirurgia (fisiochinesiterapia, cure farmacologiche) ho deciso di intervenire chirurgicamente tramite un approccio mini-invasivo di discectomia endoscopica. I dolori ad ogni modo non erano fortissimi, conducevo una vita normale seppur zoppicando. A circa 10 giorni dall'intervento ho una ricaduta dovuta a non so quale causa, che mi fa stare malissimo: dolori lancinanti lungo tutto il nervo sciatico, mi era quasi impossibile camminare e dormire durante la notte, neanche le punture di bentelan, voltaren e l'assunzione di palexia riuscivano a farmi stare bene. Il giorno dell'intervento il medico decide seduta stante di operarmi sia in discectomia endoscopica che utilizzare la nucleoplastica per effettuere una decompressione del nucleo su l5-s1. I dolori migliorano, la schiena la sento più libera ma la gamba rimane bloccata . Mi prescrivono di stare a riposo per 1 settimana e di portare il corsetto per altri 15 giorni. Dopo tre giorni dall'intervento devo riprendere bentelan e voltaren per 7 giorni per i forti dolori, ma in questo caso vanno attenuando. Nel frattempo comincio i cicli di fisioterapia in piscina. A 15 giorni dall'intervento (oggi) la situazione è questa: ho ancora un lieve senso di addormentamento sotto la pianta (parte esterna) del piede sinistro, dolori (lievi e sopportabili) nella coscia e altri nel muscolo del gluteo (come se ci avessi preso una botta, per intenderci). Il problema principale è il non riuscire a stendere la gamba sinistra, sono molto limitato nei movimenti. Cerco di camminare durante il giorno (faccio circa 3km al giorno di passeggiata) ma i miglioramenti con tutta la fisioterapia sono quasi nulli. Secondo il vostro parere è normale dopo 15 giorni avere una tale situazione ? Queste tecniche mini invasive vengono vantate dai medici per l'immediata recupero post operatorio, ma nel mio caso non so fino a che punto si possa parlare di immediato recupero.
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 7.1k 247
Bisognerebbe aver conosciuto l'intensità dei Suoi disturbi, la eventuale presenza di deficit neurologici, aver visionato le immagini radiologiche....(tutto nel periodo precedente l'atto chirurgico).

In linea di principio la tecnica minimamente invasiva adottata nel Suo caso (a L4-L5) mi sembra corretta, anche se non mi sembra sia stata fatta la lisi aderenziale intorno alla radice (presumibilmente erano di minimo conto).
Il decorso post-operatorio è anche in funzione della situazione nel pre-intervento.

Sicuramente, il decorso post- è molto meno indaginoso di un trattamento classico a cielo aperto (oggi eseguito quasi esclusivamente con tecnica micro chirurgica, cioè con l'ausilio del microscopio operatore, anestesia generale...).

Il tempo trascorso dal'operazione non mi sembra eccessivo e direi che vi è ancora un buon spazio temporale per poter migliorare.

A disposizione per altri chiarimenti e, se crede, dia pure notizie circa l'evoluzione/involuzione dei pregressi disturbi.
Cordialità.

Dr. Della Corte: vincenzodellacortemi@libero.it
Case di Cura: La Madonnina Milano-02/50030013
Le Betulle Appiano Gentile (Co) 031/973311

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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.7k 398
Egr. signore,

fermo restando la validità di quanto detto dal collega Della Corte, mi permetto di avanzare qualche ipotesi che potrebbe spiegare l'eventuale insuccesso della procedura chirurgica adottata.

La tecina mininvasiva per la discectomia è del tutto valida e ha successo se viene attuata una programmazione chirugica preliminare accorta e ben ponderata dal punto di vista dei sintomi e da quel che si reperta agli esami radiologici all'uopo richiesti.

In assenza di tali presupposti, l'intervento può fallire.

Da quanto Lei scrive, non comprendo quale nucleoplastica (2° intervento) il chirurgo avrebbe fatto una volta che il disco era già stato tolto.
Sembrerebbe doversi ipotizzare la incompleta discectomia al 1° intervento, il che spiegherebbe la persistenza del dolore.
Ma verosimilmente anche il secondo non ha dato gli esiti sperati e promessi.

A distanza non è possibile capirne le cause, ma forse ( e questo è possibile accertarlo visionando una RM o TC preoperatoria), la causa della lombosciatalgia non risiedeva solo nell'ernia, ma per esempio in un un forame radicolare (sede di passaggio delle radici lombari che "vanno" a innervare gli arti inferiori) ristretto che, se non trattato chirurgicamente, ha effetto compressivo sulla radice anche più di un'ernia molle.
Per tale situazione anatomo-patologica,utilizzando la tecnica miniinvasiva, le procedure vanno ben programmate,pena il fallimento.

La tecnica microchirurgica (ovvero quella che obbliga all'uso del microscopio operatorio e con una incisione cutanea di 4-6 cm), ha il vantaggio di poter avere "sotto mano" ( e sott'occhio principalmete) tutte le strutture attraversate e raggiunte dagli strumenti e quindi, anche nelle varie fasi, valutare direttamente se è necessario non limitarsi solo alla discectomia.
Anche il recupero, con tale metodica, è precoce con dimissione il giorno successivo e convalescenza precauzionale di un paio di settimane.

Se Lei ora continua a non star bene, Le consiglierei di sottoporsi a un controllo RM e riparlarne con chi ha eseguito l'intervento.

Cordialità
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Utente
Utente
Gentili dottori,
Vi ringrazio anzitutto per le risposte celeri ed esaustive.
L'applicazione del secondo intervento mi è stata prospettata come un "di più" a mio giovamento, per cui venire a conoscenza, oggi, circa invece un fallimento del primo (discectomia) per capire il perché è stato attuato il secondo (nucleoplastica), mi porta ad avere ancora meno fiducia nei confronti di chi mi ha operato.
Ad ogni modo pochi giorni fa mi ha detto che tale sintomatologia può essere normale nel post operatorio, potendo risolvere il tutto solo con la fisioterapia.
Nel caso in cui non riesca, con la fisioterapia, ad avere miglioramenti, sempre dietro rmn che accerti la situazione, potrebbe essere prospettabile un ulteriore intervento (parliamo naturalmente per assurdo e sulla base di ipotesi da convalidare con gli esami di specie)?
Inoltre non vorrei essere invadente, ma siete disposti a ricevere la mia rmn per una valutazione circa se il problema risiedeva all'ernia o al forame radicolare?
Vi terrò al corrente circa il progresso/regresso dei disturbi .
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.7k 398
Si, può inviare una copia della RM via email o meglio per Posta, poichè spesso non si riesce a scaricare il File.
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 7.1k 247
Invii pure le immagini ed i referti delle indagini neuroradiologiche eseguite.
Sarebbe utile anche leggere il rapporto operatorio che si trova trascritto in cartella.
Per avere ulteriori notizie circa gli interventi con tecnica minimamente invasiva (possibilità di discectomia, adenolisi, foraminotomia, uncoforaminotomia, artrodesi...), Le consiglio di leggere gli articoli che ho pubblicato sull'argomento e che Lei può agevolmente leggere sulla mia pagina blog di medicitalia/vincenzodellacorte.
Cordialmente.
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Utente
Utente
Gentile Dott.,
Provvederò ad inviare una copia via mail ed una copia per posta all'indirizzo:
Viale Marche,64
20159 Milano

Ringraziandola per la disponibilità porgo i miei saluti.
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.7k 398
La invii anche al dr. Della Corte.
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Utente
Utente
Gentili Dott.,
Ho appena provveduto all'invio telematico della rmn e del referto... In una mail a parte sarà inviato il rapporto operatorio.
Nel caso in cui ci fossero problemi posso inviare il tutto tramite posta.
Grazie ancora