Ernia al disco
Buonasera, da più di un mese, a seguito di un ricorrente episodio di lombalgia acuta di cui soffro da parecchi anni (da referto radiografico del marzo 2014 risulta vertebra di transizione al passaggio lombo-sacrale che viene identificata come S1 lombarizzata) e sempre risolto con farmaci antinfiammatori e miorilassanti, stavolta il dolore, di tipo bruciante, si è "trasferito" dalla parte destra nel gluteo, retro coscia, polpaccio e parte esterna gamba e piede (tallone, pianta e dita), con formicolii vari e alterazione della sensibilità e, inoltre, sensazione di debolezza e stanchezza su tutta la gamba. Ho effettuato risonanza magnetica con il seguente referto: Non si rilevano alterazioni a carico del cono midollare. Non si rilevano alterazioni all'interno del canale spinale riferibili a processi espansivi endorachidei . Modico restringimento del canale spinale a livello L2, L3, L4 e L5. Degenerazioni discali per fenomeni di disidratazione a livello L3-L4 e -l4-L5. Marcata protrusione discale simmetrica, associata ad ernie intraspongiose a carico delle contrapposte limitanti somatiche vertebrali, a livello L3-L4. Ernia discale mediana e paramediana destra a livello L4-L5. Non si rilevano alterazioni strutturali ossee. Non si rilevano tumefazioni delle parti molli paraspinali.
L'ortopedico mi ha prescritto terapia cortisonica a fiale e codeina più paracetamolo dicendomi che bisogna attendere sperando che si verifichi un miglioramento che fin'ora però non c'è stato. Vi chiedo se secondo Voi vale la pena aspettare con la speranza che la sintomatologia regredisca o sarebbe meglio accorciare i tempi e intervenire chirurgicamente, considerando anche che nel frattempo sono costretto ad assentarmi dal lavoro (mi viene quasi impossibile indossare le scarpe e deambulare in quanto i disturbi peggiorano).
In attesa di Vostro parere porgo cordiali saluti.
L'ortopedico mi ha prescritto terapia cortisonica a fiale e codeina più paracetamolo dicendomi che bisogna attendere sperando che si verifichi un miglioramento che fin'ora però non c'è stato. Vi chiedo se secondo Voi vale la pena aspettare con la speranza che la sintomatologia regredisca o sarebbe meglio accorciare i tempi e intervenire chirurgicamente, considerando anche che nel frattempo sono costretto ad assentarmi dal lavoro (mi viene quasi impossibile indossare le scarpe e deambulare in quanto i disturbi peggiorano).
In attesa di Vostro parere porgo cordiali saluti.
[#1]
Egr. signore,
per poter decidere se è indicato un intervento chirurgico è necessario visionare le immagini radiologiche, eventualmente prescrivere ulteriori approfondimenti, ma irrinunciabile a tale scopo è l'esame clinico del paziente.
La descrizione del reperto RM definisce una condizione di spondilo-disco-artrosi, ovvero di processi degenerativi, più o meno consoni con l'età e con le abitudini di vita (sport, lavoro) che giustifica i sintomi cui Lei accenna.
In assenza di significativi deficit neurologici (di sensibilità o di forza muscolare o di affaticamento doloroso dopo poche centinaia di deambulazione), la terapia iniziale è medica e fisioterapica.
Se entrambe (da non prolungarsi, però, troppo nel tempo, soprattutto quella medico-farmacologica) non procurano significativo beneficio, allora si impone la terapia chirurgica che è,essenzialmente, la sola che interviene sulla causa e non sui sintomi.
Disponibile per eventuali ulteriori chiarimenti, invio cordiali saluti
per poter decidere se è indicato un intervento chirurgico è necessario visionare le immagini radiologiche, eventualmente prescrivere ulteriori approfondimenti, ma irrinunciabile a tale scopo è l'esame clinico del paziente.
La descrizione del reperto RM definisce una condizione di spondilo-disco-artrosi, ovvero di processi degenerativi, più o meno consoni con l'età e con le abitudini di vita (sport, lavoro) che giustifica i sintomi cui Lei accenna.
In assenza di significativi deficit neurologici (di sensibilità o di forza muscolare o di affaticamento doloroso dopo poche centinaia di deambulazione), la terapia iniziale è medica e fisioterapica.
Se entrambe (da non prolungarsi, però, troppo nel tempo, soprattutto quella medico-farmacologica) non procurano significativo beneficio, allora si impone la terapia chirurgica che è,essenzialmente, la sola che interviene sulla causa e non sui sintomi.
Disponibile per eventuali ulteriori chiarimenti, invio cordiali saluti
[#2]
Utente
Dr. Migliaccio innanzitutto la ringrazio per la celerità della sua risposta, molto chiara e precisa.
L'ortopedico da cui sono in cura mi ha comunque fatto intravedere la possibilità che, nell'eventuale fallimento della terapia medica e fisioterapica, subentrerà quella chirurgica, il mio dubbio era sulla tempistica che rischia, ahimè, di diventare troppo lunga, con tutte le problematiche che ne conseguono, quando poi, secondo me, dovremo arrivare comunque all'intervento chirurgico, con la speranza che mi consenta di ritornare ad una vita "normale".
La terrò comunque informata sul prosieguo degli eventi.
Cordiali saluti.
L'ortopedico da cui sono in cura mi ha comunque fatto intravedere la possibilità che, nell'eventuale fallimento della terapia medica e fisioterapica, subentrerà quella chirurgica, il mio dubbio era sulla tempistica che rischia, ahimè, di diventare troppo lunga, con tutte le problematiche che ne conseguono, quando poi, secondo me, dovremo arrivare comunque all'intervento chirurgico, con la speranza che mi consenta di ritornare ad una vita "normale".
La terrò comunque informata sul prosieguo degli eventi.
Cordiali saluti.
[#4]
Utente
Buongiorno Dr. Migliaccio, la informo che dato il permanere della sintomatologia dolorosa alla gamba destra, che peggiora ulteriormente in assenza di terapia farmacologica, sono in lista di attesa per l'intervento chirurgico.
Il problema è che mi hanno prospettato un'attesa di circa 4 mesi!
Il mio dubbio è se il protrarsi troppo a lungo delle condizioni di sofferenza del nervo sciatico dovute all'ernia al disco potrebbe in qualche modo influire negativamente sui tempi di recupero post-operatori (scomparsa della sintomatologia dolorosa) o addirittura compromettere l'efficacia dell'intervento chirurgico stesso.
Cordiali saluti.
Il problema è che mi hanno prospettato un'attesa di circa 4 mesi!
Il mio dubbio è se il protrarsi troppo a lungo delle condizioni di sofferenza del nervo sciatico dovute all'ernia al disco potrebbe in qualche modo influire negativamente sui tempi di recupero post-operatori (scomparsa della sintomatologia dolorosa) o addirittura compromettere l'efficacia dell'intervento chirurgico stesso.
Cordiali saluti.
[#5]
Egr. signore,
4 mesi di lista di attesa ? Come mai ? Tutte le ernie del disco d'Italia vengono operate a Ragusa ?
Al di là dei tempi, comunque inaccettabili, la più o meno urgenza in tali interventi dipende dalle condizioni cliniche, in particolare da segni e sintomi che, seppur sfumati, possono preludere a un aggravamento se non trattati.
Senza visitarLa non Le so dire se e quanto tempo può attendere, ma quattro mesi mi sembrano davvero troppi.
Cordialmente
4 mesi di lista di attesa ? Come mai ? Tutte le ernie del disco d'Italia vengono operate a Ragusa ?
Al di là dei tempi, comunque inaccettabili, la più o meno urgenza in tali interventi dipende dalle condizioni cliniche, in particolare da segni e sintomi che, seppur sfumati, possono preludere a un aggravamento se non trattati.
Senza visitarLa non Le so dire se e quanto tempo può attendere, ma quattro mesi mi sembrano davvero troppi.
Cordialmente
[#7]
Utente
Gentilissimo Dr. Migliaccio, la volevo informare sul prosieguo degli eventi:
a seguito di visita neurochirurgica (finora sono stato seguito da un ortopedico), con il seguente referto EON: “Lasegue 50° destra, ipoestesia globale al piede destro, ipostenia EPA ed ECD di grado M3, r. achilleo presente ma ipovalido a destra”, ho ottenuto l’anticipo dei tempi di attesa per l’intervento chirurgico a cui dovrei essere sottoposto probabilmente a fine gennaio, in un’altra struttura ospedaliera. La sintomatologia dolorosa rispetto a prima sembrerebbe leggermente più “sfumata” e questo mi sta insinuando dei dubbi sulla reale necessità della soluzione chirurgica (anche se poi, in base ai movimenti, il peggioramento è sempre in agguato) inoltre, volevo chiederle se tale procedura chirurgica (microdiscectomia), pur risolvendo la compressione della radice nervosa, potrebbe per contro determinare instabilità vertebrale con conseguente peggioramento del dolore lombare.
In attesa di risposta la ringrazio e le porgo cordiali saluti.
a seguito di visita neurochirurgica (finora sono stato seguito da un ortopedico), con il seguente referto EON: “Lasegue 50° destra, ipoestesia globale al piede destro, ipostenia EPA ed ECD di grado M3, r. achilleo presente ma ipovalido a destra”, ho ottenuto l’anticipo dei tempi di attesa per l’intervento chirurgico a cui dovrei essere sottoposto probabilmente a fine gennaio, in un’altra struttura ospedaliera. La sintomatologia dolorosa rispetto a prima sembrerebbe leggermente più “sfumata” e questo mi sta insinuando dei dubbi sulla reale necessità della soluzione chirurgica (anche se poi, in base ai movimenti, il peggioramento è sempre in agguato) inoltre, volevo chiederle se tale procedura chirurgica (microdiscectomia), pur risolvendo la compressione della radice nervosa, potrebbe per contro determinare instabilità vertebrale con conseguente peggioramento del dolore lombare.
In attesa di risposta la ringrazio e le porgo cordiali saluti.
[#8]
La sola discectomia ad un livello non crea instabilità vertebrale. Bisogna valutare se le condizioni delle altre strutture vertebrali sono da trattare chirurgicamente, ma dal referto e dai sintomi si direbbe che è solo l'ernia L4-L5 che è necessario rimuovere.
Pur nei limiti della consulenza on-line credo che ci si possa limitare al solo 4° spazio.
Cordialità ed auguri
Pur nei limiti della consulenza on-line credo che ci si possa limitare al solo 4° spazio.
Cordialità ed auguri
[#10]
Utente
Buonasera Dott. Migliaccio, mi sono sottoposto a intervento chirurgico di microdiscectomia l4-l5 destra il 26 gennaio, ma purtroppo mi permane ancora dolore, più o meno variabile al piede destro, dita, pianta e parte esterna caviglia (dove accuso ancora sensibilità ridotta), nonchè indolenzimento muscolare polpaccio e retrocoscia. Ho effettuato il 3 marzo visita di controllo con il neurochirurgo che mi ha operato e lui mi ha detto che dal punto di vista motorio ho ben recuperato ma che questi disturbi sono riferibili alla persistenza di disestesie in l5 destra. Mi ha dato terapia con Nicetile, Coefferalgan e fare applicazioni Tens arto inferiore destro, ma fin'ora non ho ottenuto ulteiori miglioramenti. A questo punto le volevo chiedere se è normale il persistere di questi disturbi e se è possibile che la situazione si normalizzi oppure sarebbe opportuno fare altri accertamenti diagnostici come per esempio altra risonanza magnetica ed anche elettromiografia (che non ho mai effettuato)? Eventualmente potrei trarre beneficio di terapia farmacologica con Pregabalin?
Ringraziandola in anticipo per una sua risposta porgo cordiali saluti.
Ringraziandola in anticipo per una sua risposta porgo cordiali saluti.
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 2.4k visite dal 06/12/2015.
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