Cavernoma
Gent.mi,
mia mamma di 52 anni il 18 novembre 2014 è stata sottoposta a craniectomia occipitale e asportazione di cavernoma mesencefalico sinistro, dopo che in agosto 2013 era comparsa diplopia e deficti del III nc con riscontro Tc e RM di cavernoma con segni di sanguinamento. In giugno 2014 è avvenuto un nuovo sanguinamento con comparsa di ipostenia all'emisoma destro e in ottobre la situazione si è aggravata con disartria e disequilibrio. Per questo dopo alcuni consulti si è arrivati all'asportazione chirurgica.
Il 22/12/14 alla Tc encefalo si nota completo riassorbimento della falda ematica falco tentoriale destra, lieve riduzione delle raccolte a contenuto simil-liquorale sovra e sotto opercolare in fossa cranica posteriore sulla linea mediana.
In data 22/01/15 viene eseguita RM encefalo che evidenzia esiti di asportazione dell'angioma cavernoso sinistro in sede mesencefalica e presenza nel cratere chirurgico di liquor frammisto a depositi emosiderinici; risoluzione dell'edema e dell'effetto espansivo sulle strutture circostanti; il tratto ottico di sinistra appare dislocato anteriormente.
A seguito dell'operazione riporta emiparesi destra e diplopia da deficit del III n cranico.
Dopo l'intervento ha seguito una terapia riabilitativa per il recupero della parola, capacità motorie, vista, ma ora non fa più parte del programma di riabilitazione anche se non ha recuperato interamente. Infatti ancora dopo 6 mesi dall'operazione presenta diplopia, cammina in modo disequilibrato, fa molta fatica a muovere braccio e mano destri e non parla bene.
Vorremmo sapere come fare a capire se questi deficit saranno permanenti o meno e avere un consiglio sulle terapie che può seguire per migliorare e su strutture riabilitative con programmi ad hoc per casi di cavernoma.
Ringrazio cordialmente
mia mamma di 52 anni il 18 novembre 2014 è stata sottoposta a craniectomia occipitale e asportazione di cavernoma mesencefalico sinistro, dopo che in agosto 2013 era comparsa diplopia e deficti del III nc con riscontro Tc e RM di cavernoma con segni di sanguinamento. In giugno 2014 è avvenuto un nuovo sanguinamento con comparsa di ipostenia all'emisoma destro e in ottobre la situazione si è aggravata con disartria e disequilibrio. Per questo dopo alcuni consulti si è arrivati all'asportazione chirurgica.
Il 22/12/14 alla Tc encefalo si nota completo riassorbimento della falda ematica falco tentoriale destra, lieve riduzione delle raccolte a contenuto simil-liquorale sovra e sotto opercolare in fossa cranica posteriore sulla linea mediana.
In data 22/01/15 viene eseguita RM encefalo che evidenzia esiti di asportazione dell'angioma cavernoso sinistro in sede mesencefalica e presenza nel cratere chirurgico di liquor frammisto a depositi emosiderinici; risoluzione dell'edema e dell'effetto espansivo sulle strutture circostanti; il tratto ottico di sinistra appare dislocato anteriormente.
A seguito dell'operazione riporta emiparesi destra e diplopia da deficit del III n cranico.
Dopo l'intervento ha seguito una terapia riabilitativa per il recupero della parola, capacità motorie, vista, ma ora non fa più parte del programma di riabilitazione anche se non ha recuperato interamente. Infatti ancora dopo 6 mesi dall'operazione presenta diplopia, cammina in modo disequilibrato, fa molta fatica a muovere braccio e mano destri e non parla bene.
Vorremmo sapere come fare a capire se questi deficit saranno permanenti o meno e avere un consiglio sulle terapie che può seguire per migliorare e su strutture riabilitative con programmi ad hoc per casi di cavernoma.
Ringrazio cordialmente
[#1]
Gentile signora,
i postumi della malattia e dell'intervento chirurgico, reso necessario dai sanguinamenti, che perdurano dopo 6 mesi dal trattamento ormai potranno essere recuperati in misura molto ridotta. Il mesencefalo è un'area del cervello cruciale e piccolissima (20x12x9 mm), in cui si trovano vicini i nuclei dei nervi cranici, in questo caso della oculomozione, i lunghi fasci di proiezione dalla corteccia encefalica a tutto il soma e di ritorno dal soma alle stazioni cerebrali (talamo). Vi si trovano inoltre strutture importantissime che provvedono al livello di coscienza e al mantenimento delle funzioni vegetative. Questo vuol dire che anche una piccola lesione in un'area così ridotta può determinare lesioni gravissime o addirittura mortali. Questo vuol dire anche che sua madre poteva avere già solo per la malattia e poi anche per la manipolazione chirurgica esiti molto più gravi e invalidanti. Quindi direi che può ritenere sua madre salva da una malattia mortale e da una sopravvivenza più dura, che i chirurghi che sono intervenuti lo hanno fatto con profonda competenza e destrezza chirurgica.
Per terminare di rispondere alle sue domande direi che non vi sono differenze nella lesione dell'area dovute al cavernoma o ad altre malattie, considerando però che il cavernoma una volta asportato è da considerare guarito e non sottoposto al rischio di recidive come nel caso di malattie tumorali.
La riabilitazione neurologica è la terapia migliore per riattivare le funzioni ancora recuperabili, considerata anche una residua capacità plastica del tessuto nervoso, ovvero la capacità (sempre minore andando avanti con l'età) del sistema nervoso di riadattare le strutture nervose a sostituire almeno in parte le funzioni perse.
A questo scopo credo non manchino nella sua regione centri di riabilitazione di alto livello, primo fra tutti Monte Catone - Imola.
Cordiali saluti
i postumi della malattia e dell'intervento chirurgico, reso necessario dai sanguinamenti, che perdurano dopo 6 mesi dal trattamento ormai potranno essere recuperati in misura molto ridotta. Il mesencefalo è un'area del cervello cruciale e piccolissima (20x12x9 mm), in cui si trovano vicini i nuclei dei nervi cranici, in questo caso della oculomozione, i lunghi fasci di proiezione dalla corteccia encefalica a tutto il soma e di ritorno dal soma alle stazioni cerebrali (talamo). Vi si trovano inoltre strutture importantissime che provvedono al livello di coscienza e al mantenimento delle funzioni vegetative. Questo vuol dire che anche una piccola lesione in un'area così ridotta può determinare lesioni gravissime o addirittura mortali. Questo vuol dire anche che sua madre poteva avere già solo per la malattia e poi anche per la manipolazione chirurgica esiti molto più gravi e invalidanti. Quindi direi che può ritenere sua madre salva da una malattia mortale e da una sopravvivenza più dura, che i chirurghi che sono intervenuti lo hanno fatto con profonda competenza e destrezza chirurgica.
Per terminare di rispondere alle sue domande direi che non vi sono differenze nella lesione dell'area dovute al cavernoma o ad altre malattie, considerando però che il cavernoma una volta asportato è da considerare guarito e non sottoposto al rischio di recidive come nel caso di malattie tumorali.
La riabilitazione neurologica è la terapia migliore per riattivare le funzioni ancora recuperabili, considerata anche una residua capacità plastica del tessuto nervoso, ovvero la capacità (sempre minore andando avanti con l'età) del sistema nervoso di riadattare le strutture nervose a sostituire almeno in parte le funzioni perse.
A questo scopo credo non manchino nella sua regione centri di riabilitazione di alto livello, primo fra tutti Monte Catone - Imola.
Cordiali saluti
Dr. Alessandro Rinaldi
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 3.8k visite dal 16/05/2015.
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