Ernia del disco l5-s1 disco con alterazioni degenerative

Gent.mi dott. mio figlio oggi 21 enne all'età di 18 anni, nel mese di gennaio 2012, alla ripresa della preparazione calcistica invernale ha cominciato ad avvertire dolori nella zona lombo-sacrale. Dopo un mese di riposo, assunzione di farmaci, punture di antidolorifici e antinfiammatori e fisioterapia (tecar e fans), ad aprile gli abbiamo fatto una RM che ha evidenziato: "piccola ernia posteriore mediana del disco L5-S1 con impronta sul sacco durale in prossimità dell'emergenza delle radici nervose di S1" - ridotta la fisiologica lordosi lombare e credo che ciò sia dipeso da sovraccarico di allenamento o qualche trauma di gioco; dopo tre mesi di cure varie, fisioterapia, mediche, e ozonoterapia ha ripreso a giocare a calcio senza alcun fastidio sino a lunedi scorso 6 aprile 2015 quando alzatosi dal letto è rimasto bloccato per l'intera giornata. Tre punture di cortisone e antidolorifici e sembra essere tutto rientrato, ma abbiamo ripetuto risonanza magnetica che ha sentenziato:
ERNIA DISCALE POSTERO-MEDIANA CON IMPRONTA SUL SACCO DURALE - IL DISCO PRESENTA ALTERAZIONI DEGENERATIVE.
Ribadisco che NON avverte dolore in altri posti all'infuori della bassa schiena
La cosa che più mi spaventa è "il disco presenta alterazioni degenerative";
Considerato che non sembra avere problemi di natura neurologica, nel senso che il dolore è solo nella parte bassa della schiena, e che comunque continua ad allenarsi in palestra per rinforzare i muscoli addominali e paravertebrali,
può seguire ancora una fase di terapia conservativa o è indicato l'intervento chirurgico considerato altresì che gioca a calcio a livello amatoriale e non vorrebbe abbandonare ?
In attesa di cordiale riscontro porge distinti saluti
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.7k 398
Gentile signora,
dal Suo racconto sembrerebbe che la protrusione evidenziata alla prima RM sia ora diventata ernia.
Il termine degenerazione vuol dire, in questo caso, che il disco non ha più le caratteristiche fisiologiche del disco sano e nulla di più.

Per poter decidere se è indicato intervenire chirurgicamente o no è necessaria la vista diretta specialistica, anche se intuisco che forse ci sono anncora margini per tentare una terapia medico-conservativa.

Qualora fosse necessario l'intervento chirurgico, trascorso il congruo periodo di convalescenza, nulla ostacolerebbe il prosieguo della attività sportiva preferita.

Disponibile per eventuali ulteriori chiarimenti, invio cordiali saluti
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Utente
Utente
Gent.mo dott. Migliaccio grazie per la Sua pronta e cordiale risposta. No, purtroppo sino dalla prima RM si era evidenziata come piccola ernia. Dopo 6-7 mesi di cure varie per due anni non aveva più avuto dolore, ma proprio il giorno di pasquetta ha avuto una ricaduta che però trattata subito con punture di cortisone e antidolorifici per tre giorni sembra tutto rientrato in quanto non avverte più dolore ormai a distanza di 12 giorni. Proprio ieri siamo stati dal neurochirurgo che effettuata la visita ha ritenuto di NON optare ancora per l'intervento chirurgico considerato che non ci sono problemi neurologici. Però non ha nemmeno prescritto alcuna terapia medica/conservativa. Il ragazzo va in palestra per rinforzare i muscoli addominali, paravertebrali, glutei. Secondo la sua esperienza, oltre al rinforzo muscolare, quale altra terapia medica conservativa associare ? Mi riferisco a vitamine proteine qualcosa da prendere per bocca come il tiobec o similari. Un'ultima cosa, già nel 2009 si parlava di una nuova tecnica di intervento per rigenerare i dischi inter vertebrati con l'utilizzo di cellule staminali, a che punto siamo ?
Grazie
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.7k 398
Gentile signora,
non avendo visitato il ragazzo, non posso esprimere alcun parere su eventuali terapie.
Forse il collega NCH si è espresso male, ma non condivido, se vera, l'opinione che bisogna aspettare che si crei un danno neurologico per intervenire.
L'intervento eventualmente si fa per evitare il danno neurologico.

Le terapie conservative, riabilitative in caso di patologia discale vanno valutate di caso in caso, tenendo conto dei sintomi, della morfologia del disco, dell'interessamento delle radici nervose ecc.

Spesso l'assenza o la remissione del dolore, interpretato come buon segno di guarigione, al contrario non lo è, poichè la scomparsa del dolore può significare che la sofferenza della radice nervosa non consente di trasmettere al cervello, appunto, tale sensazione.

Per quanto riguarda la rigenerazione discale con le staminali credo che siamo ancora lontani da un effettiva realizzazione.

Cordialmente