Ernia discale cervicale
Gentili Dottori,
ho appena fatto una risonanza magnetica del tratto cervicale della colonna vertebrale dalla quale è emersa “a livello C6-C7 un’ernia discale contenuta, mediana, che determina un discreto effetto compressivo sul sacco durale e prevalentemente sulla radice nervosa di destra”.
Per il resto l’esame non ha rilevato nessuna anomalia: “non sono evidenti alterazioni dell’intensità del segnale a carico della corda midollare” - “dopo somministrazione di mdc paramagnetico non si sono evidenziati potenziamenti patologici”.
Nei mesi precedenti ho fatto anche 2 elettromiografie agli arti (una a gennaio e una a maggio) e i potenziali evocati sensitivi e motori (a gennaio) tutti con esito favorevole
Premesso quanto sopra vorrei chiedervi:
1) se i sintomi sottoelencati (comparsi via via negli ultimi 9 mesi) sono correlabili all’ernia in questione:
a) movimenti muscolari involontari, soprattutto alle cosce, ai glutei, alle braccia e alla schiena;
b) tensioni muscolari anche dolorose, soprattutto alle cosce, (aumenta molto nella posizione accosciata) ma anche alla regione nasale e al collo; alla parte anteriore del collo inoltre avverto una sensazione di debolezza e in posizione supina avverto, nell’ultimo mese, una limitazione dei movimenti alla regione collo-spalle, soprattutto portando le braccia distese all’indietro rispetto alla testa (è come se indossassi una maglietta molto stretta su collo anteriore e spalle)
c) indurimento notturno delle mani e delle dita, soprattutto nella regione anulare-mignolo della mano sinistra a volte accompagnato da flessione delle dita suddette nel palmo delle mani; questo indurimento si “scioglie” dopo alcuni secondi mediante dei movimenti di apertura e chiusura del pugno;
d) lieve infossamento del palmo delle mani nella zona corrispondente fra pollice ed indice;
e) iperriflessia ai 4 arti;
f) lieve deviazione a sinistra rima buccale diagnosticatami dall’otorino.
2) se è vero che in assenza di dolore e di veri deficit funzionali (come nel mio caso) non è consigliabile ricorrere all’intervento chirurgico e che la compressione sul midollo spinale, essendo l’ernia contenuta, non dovrebbe portare ad un’alterazione del midollo stesso;
3) se esiste una terapia alternativa a quella chirurgica.
Nel ringraziarvi per la cortese disponibilità, vi porgo distinti saluti.
Gilberto Izzi
in considerazione del suo stato clinico-neurologico non vi è indicazione al trattamento chirurgico dell'ernia cerv. Sarebbe più opportuno sottoposrsi ad una visita specialistica neurochirurgica dopo aver eseguito una Rm encefalo, in quanto tutti i sintomi da lei descritti non sono dovuti all'ernia cerv.
Cordiali Saluti
Dr. Giuseppe Distefano
la ringrazio molto per la pronta risposta.
In merito all'encefalo, mi sono dimenticato di dire che sono già stato sottoposto ad una tac con esito favorevole. Non è sufficiente?
Se così non fosse, che potrei avere, indicativamente, a livello encefalico in base ai sintomi elencati?
Ringraziandola ancora per la gentilezza e disponibilità, le porgo distinti saluti.
Gilberto Izzi
sono stato dal neurochirurgo il quale non è rimasto soddisfatto della RM che gli ho presentato: in particolare, quello che a suo avviso non torna è:
1) la contraddizione fra i termini "ernia contenuta" e "discreto effetto compressivo" e
2) l'assenza di alterazioni del segnale nel midollo spinale visti i sintomi da me presentati.
Pertanto mi ha consigliato di:
1)procedere ad un nuovo approfondimento clinico;
2) fare una nuova risonanza magnetica da estendere anche all'encefalo.
Purtroppo nelle lettere che il neurochirurgo mi ha dato, con la preghiera di consegnarle ai neuroradiologi e al clinico, si parla di sospetto di malattia di motoneurone, in base alla sintomatologia e in base alla iconografia radiologica.
Ciò premesso vorrei cortesemente chiedervi quanto segue:
1) se corrisponde al vero che il decorso della sclerosi laterale amiotrofica è generalmente veloce per cui, essendo trascorsi ormai 10 mesi dalla comparsa dei primi sintomi non dovrei avere questa malattia o al limite potrei avere una forma più lenta e meno aggressiva;
2) se è possibile avanzare il sospetto di malattia di motoneurone in base alla iconografia radiologica, quando più volte ho sentito dire che la risonanza magnetica viene utilizzata, nel caso specifico, soltanto per escludere altre malattie;
se il lieve dimagrimanto che sto purtroppo notando in questi giorni al collo, in particolare sotto le orecchie e ai due lati della trachea, potrebbe un segno di malattia di motoneurone.
Nel ringraziarvi ancora per il vostro illustre parere, vi porgo distinti saluti.
Gilberto Izzi
Cordiali saluti
ringraziandola per la risposta, la informo che sono stato dal clinico il quale, speriamo bene, mi ha detto che non ritiene che sia SLA, confermandomi quanto già dichiarato dal clinico da cui sono stato lo scorso agosto, e cioè che la SLA è un processo veloce, per cui essendo già trascorsi circa 11 mesi dalla comparsa dei primi sintomi, avrei già dovuto presentare manifestazioni più eclatanti.
Ad ogni buon fine, il clinico prima di rimandarmi, eventualmente, dal neurochirurgo ha ritenuto opportuno aprire una cartella clinica per "sospetto di malattia di motoneurone", consigliandomi 3 giorni di Day Hospital, in cui verrò sottoposto rispettivamente ad esami ematologici (funzionalità tiroidea, markers, CPK), ad una nuova risonanza magnetica (encefalo e rachide cervicale) e ad una nuova elettromiografia. Nel frattempo mi ha prescritto una terapia con Lioresal 25 di mezza compressa alla sera, che però dopo 7 giorni non mi ha portato giovamento, anzi mi sembra che l'ipotrofia e i crampi notturni alle mani (soprattutto la mano sinistra) stiano peggiorando.
Rispetto alla sua risposta, ho letto con interesse la possibilità che questi sintomi nervosi possano essere secondari ad altre patologie.
In merito mi sembra importante evidenziarle che nell'ottobre del 2002 mi si gonfiarono all'improvviso i linfonodi ascellari, prima a destra, e dopo circa 10-15 giorni a sinistra, senza che io abbia fatto uso di deodoranti a spruzzo che in passato mi causarono analoghi rigonfiamenti, poi andati via.
I rigonfiamenti comparsi nell'ottobre 2002, invece, non sono mai andati via ed anzi ho l'impressione che siano peggiorati col tempo e che in certi momenti siano più accentuati che in altri.
Per cui le chiedo se, sulla base di quanto da lei dichiarato, non è da escludere un legame con questi rigonfiamenti e se ci sono degli esami particolari che mi consiglia di effettuare per individuare eventuali patologie sistemiche di origine diversa da quella nervosa.
Nel ringraziare per la cortese attenzione, porgo i miei più cordiali saluti.
Gilberto Izzi
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