Riassorbimento edema ernia cervicale tramite mannitolo
Gentili Dottori Medicitalia,
sono un giovane di 30 anni e da quando ne ho 25, vivo diverse volte l'anno e spesso mesi interi, dolori cronici per contratture muscolari sul mio dorso, dovute certamente da un ernia cervicale c5-c6 che purtroppo non vuole andare via e che mi provoca poi altri dolori ancora, tipici di un ernia: rigidità, mobilita limitata, scosse elettriche, bruciori, ecc. Nel corso degli anni, ho imparato bene o male a capire come gestire questo mio deficit, cercando di non prendere posizioni che potessero scaturire dolori..e evitando in palestra esercizi come il lento avanti, che ho capito, sperimentando piu volte, sia la causa principale dell'inizio di ogni mio calvario. Probabilmente un peso sopra l'altezza delle mie spalle come in quel esercizio...appunto apporta pressione sulla colonna, specie in quel tratto..apportandomi tutte le dovute conseguenze. Comunque per finire in breve, come ho gia detto, ho vissuto per 4-5 anni senza mai viverne uno in cui non stavo male qualche mese. Il 2014 ne è un esempio, sono stati piu i mesi vissuti male che bene dato che le maledette contratture non vanno via e piu si fanno croniche e piu causanoi dolori dell'ernia. Ho provato con fisioterapia, miorilassanti, tecar, ginanstica posturale, niente da fare. Solamente quando vado in palestra e faccio stretching e esercizi blandi per sciogliermi, sento di star meglio e non sento nemmeno piu le contratture e scrocchi vari sulla scapola. peccato che una volta uscito dalla palestra tutto torna come prima. negli anni ho fatto diverse cure...fatta di Fans, antinfiammatori cortisonici, Lyrica, samyr, vit B, miorilassanti, integratori alimentari come acido alfa lipoico, però niente mi ha portato a un vero e proprio risultato, cioè non accusare piu dolori e poter finalmente svolgere una vita "normale" e fatta di lavoro e soprattutto di sport, cosa che io adoro. circa 20 giorni fa, una recidiva come mai prima avevo vissuto, dovuta certamente a una mia posizione presa in una giornata freddissimaa, contraendo i trapezi e a braccia conserte appunto per il freddo. si sono scatenati dolori assurdi che mi hanno portato a 15 giorni di letto e divano, impossibilitato a stare in piedi per i dolori. ora ho superato la fase acuta, ma ho rivisto il mio chirurgo che mi ha detto operiamo con discectomia. io in questi anni ho voluto evitare per provare a uscirne senza intervento...ma sinceramente non vedo altra via d'uscita. Un altro medico però al momento mi offre un altra soluzione, nessuna operazione e fare una cura fatta di Decadron, Medrol e mannitolo somministrato da un infermiere per via indovenosa, perchè in questo modo si toglierebbe l'edema facendo riassoribire l'ernia in oggetto. è una strada perseguibile? grazie mille, ovviamente accetto altri consigli
sono un giovane di 30 anni e da quando ne ho 25, vivo diverse volte l'anno e spesso mesi interi, dolori cronici per contratture muscolari sul mio dorso, dovute certamente da un ernia cervicale c5-c6 che purtroppo non vuole andare via e che mi provoca poi altri dolori ancora, tipici di un ernia: rigidità, mobilita limitata, scosse elettriche, bruciori, ecc. Nel corso degli anni, ho imparato bene o male a capire come gestire questo mio deficit, cercando di non prendere posizioni che potessero scaturire dolori..e evitando in palestra esercizi come il lento avanti, che ho capito, sperimentando piu volte, sia la causa principale dell'inizio di ogni mio calvario. Probabilmente un peso sopra l'altezza delle mie spalle come in quel esercizio...appunto apporta pressione sulla colonna, specie in quel tratto..apportandomi tutte le dovute conseguenze. Comunque per finire in breve, come ho gia detto, ho vissuto per 4-5 anni senza mai viverne uno in cui non stavo male qualche mese. Il 2014 ne è un esempio, sono stati piu i mesi vissuti male che bene dato che le maledette contratture non vanno via e piu si fanno croniche e piu causanoi dolori dell'ernia. Ho provato con fisioterapia, miorilassanti, tecar, ginanstica posturale, niente da fare. Solamente quando vado in palestra e faccio stretching e esercizi blandi per sciogliermi, sento di star meglio e non sento nemmeno piu le contratture e scrocchi vari sulla scapola. peccato che una volta uscito dalla palestra tutto torna come prima. negli anni ho fatto diverse cure...fatta di Fans, antinfiammatori cortisonici, Lyrica, samyr, vit B, miorilassanti, integratori alimentari come acido alfa lipoico, però niente mi ha portato a un vero e proprio risultato, cioè non accusare piu dolori e poter finalmente svolgere una vita "normale" e fatta di lavoro e soprattutto di sport, cosa che io adoro. circa 20 giorni fa, una recidiva come mai prima avevo vissuto, dovuta certamente a una mia posizione presa in una giornata freddissimaa, contraendo i trapezi e a braccia conserte appunto per il freddo. si sono scatenati dolori assurdi che mi hanno portato a 15 giorni di letto e divano, impossibilitato a stare in piedi per i dolori. ora ho superato la fase acuta, ma ho rivisto il mio chirurgo che mi ha detto operiamo con discectomia. io in questi anni ho voluto evitare per provare a uscirne senza intervento...ma sinceramente non vedo altra via d'uscita. Un altro medico però al momento mi offre un altra soluzione, nessuna operazione e fare una cura fatta di Decadron, Medrol e mannitolo somministrato da un infermiere per via indovenosa, perchè in questo modo si toglierebbe l'edema facendo riassoribire l'ernia in oggetto. è una strada perseguibile? grazie mille, ovviamente accetto altri consigli
[#1]
Egr. signore,
il tessuto discale erniato (ovvero fuoriuscito dalla propria sede anatomnica) non rientra allo stesso modo di una pasta dentifricia che non si potrà mai riuscire a far rientrare nel tubetto.
Senza la visita e senza visionare le immagini della Sua colonna cervicale non posso con obiettività esprimere un parere, anche se suppongo che la soluzione non possa che essere chirurgica.
Quello che Le posso invece assicurare con certezza è che né il mannitolo né il cortisone avranno effetto sull'ernia, se non forse una attenuazione transitoria del dolore, visto l'effetto anti infiammatorio del cortisone sulle radici nervose , non certo sull'ernia.
Con cordialità
il tessuto discale erniato (ovvero fuoriuscito dalla propria sede anatomnica) non rientra allo stesso modo di una pasta dentifricia che non si potrà mai riuscire a far rientrare nel tubetto.
Senza la visita e senza visionare le immagini della Sua colonna cervicale non posso con obiettività esprimere un parere, anche se suppongo che la soluzione non possa che essere chirurgica.
Quello che Le posso invece assicurare con certezza è che né il mannitolo né il cortisone avranno effetto sull'ernia, se non forse una attenuazione transitoria del dolore, visto l'effetto anti infiammatorio del cortisone sulle radici nervose , non certo sull'ernia.
Con cordialità
[#2]
Utente
Gentile Dott. Migliaccio,
Innanzitutto grazie della risposta.
Io seguo con una certa logica il suo discorso, anzi l'ho sostenuto in passato piu volte. Però mi permetta di farle un altra domanda:
Come ho già menzionato in questi anni ho voluto evitare l intervento perché si sa, che la patologia ernia del disco può e non può mostrare sintomi. I miei stessi genitori ne hanno sofferto entrambi in passato per un unico breve periodo, anche ricoverati per i forti dolori e per l impossibilità nel muoversi. Ma dopo una cura a base di cortisone, vitamine eccc...non ne hanno mai piu sofferto. Io invece sono 5 anni che tra pochi alti e tanti bassi sto cercando di andare avanti. Ho avuto purtroppo pochi periodi migliori in cui non avevo piu sintomi..e anche le immmagini della rmn e il referto allegato mi facevano da testimone appunto riscontrando una "netta riduzione delle dimensioni del disco erniato". Quindi a questo punto volevo chiederle, come si conciliano questi risultati purtroppo non tenuti a lungo con il suo discorso del tubetto del dentrificio?!
la ringrazio.
p.s. il medico sostiene che vi sia edema tra il disco c5-c6 ecco appunto l utilizzo del mannitolo. se potessi le allegherei le immagini della mia rmn dove si enuncia subito tra l altro una posizione antalgica presa dalla mia cervicale mai presa prima. Ho sempre avuto una cervicale piatta..probabilmente a causa di un incidente di 10 anni fa...ma ora che sono in questo stato, a partire dalla posizione dell ernia si è creato in quel punto un fulcro e da li una curva della cervicale in direzione opposta alla normale..punta verso la mia fronte ora
Innanzitutto grazie della risposta.
Io seguo con una certa logica il suo discorso, anzi l'ho sostenuto in passato piu volte. Però mi permetta di farle un altra domanda:
Come ho già menzionato in questi anni ho voluto evitare l intervento perché si sa, che la patologia ernia del disco può e non può mostrare sintomi. I miei stessi genitori ne hanno sofferto entrambi in passato per un unico breve periodo, anche ricoverati per i forti dolori e per l impossibilità nel muoversi. Ma dopo una cura a base di cortisone, vitamine eccc...non ne hanno mai piu sofferto. Io invece sono 5 anni che tra pochi alti e tanti bassi sto cercando di andare avanti. Ho avuto purtroppo pochi periodi migliori in cui non avevo piu sintomi..e anche le immmagini della rmn e il referto allegato mi facevano da testimone appunto riscontrando una "netta riduzione delle dimensioni del disco erniato". Quindi a questo punto volevo chiederle, come si conciliano questi risultati purtroppo non tenuti a lungo con il suo discorso del tubetto del dentrificio?!
la ringrazio.
p.s. il medico sostiene che vi sia edema tra il disco c5-c6 ecco appunto l utilizzo del mannitolo. se potessi le allegherei le immagini della mia rmn dove si enuncia subito tra l altro una posizione antalgica presa dalla mia cervicale mai presa prima. Ho sempre avuto una cervicale piatta..probabilmente a causa di un incidente di 10 anni fa...ma ora che sono in questo stato, a partire dalla posizione dell ernia si è creato in quel punto un fulcro e da li una curva della cervicale in direzione opposta alla normale..punta verso la mia fronte ora
[#3]
Egr. signore,
un intervento chirurgico si esegue quando è necessario e lo si stabilisce non in base alle immagini di un esame radiologico, ma in base a criteri clinici che comprendono la storia del paziente, eventuali patologie concomitanti o pregresse e soprattutto sulla scorta dell'esame clinico, in questo caso, anche neurologico (ovvero la valutazione di iniziali o conclamati deficit motori e/o sensitivi dipendenti da o dalle radici sofferenti per la compressione dell'ernia).
Il disco erniato è un disco che non ha alcuna funzione se non quella poco piacevole di provocare dolore, deficit neurologici, contratture dolorose della cervicale, cefalea ecc.
Nonostante si appartenga alla stessa razza umana, si può dire che non c'è un individuo uguale all'altro ed ecco perché un antibiotico che fa bene a Lei può non far bene a Suo padre o a Suo cugino.
Ed è così anche per tutte le patologie.
Detto questo, nel caso delle ernie del disco, Le dico che per una buona parte di esse, l'intervento non sarebbe necessario e la regressione dei sintomi essere ottenuta con una adeguata terapia.
Il problema se intervenire o no sorge allorquando bisogna valutare se, nell'assumere un atteggiamento di attesa per la regressione dei sintomi, in tale arco di tempo non si corre il rischio di un danno neurofunzionale molto serio.
La riduzione del disco (più o meno netta) non vuol dire che il disco non è più patologico, ma è a rischio di destabilizzare la colonna cervicale e di ossificare diventando una protuberanza ossea (osteofitosi) che mantiene e intensifica i sintomi.
Il mannitolo non serve.
Questo è ciò che io ritengo sulla base della mie acquisizioni scientifiche e della mia quasi quarantennale esperienza nel e sul campo.
I pazienti hanno poi il diritto di fare le loro scelte e ci si augura che siano sempre quelle giuste.
Con cordialità
un intervento chirurgico si esegue quando è necessario e lo si stabilisce non in base alle immagini di un esame radiologico, ma in base a criteri clinici che comprendono la storia del paziente, eventuali patologie concomitanti o pregresse e soprattutto sulla scorta dell'esame clinico, in questo caso, anche neurologico (ovvero la valutazione di iniziali o conclamati deficit motori e/o sensitivi dipendenti da o dalle radici sofferenti per la compressione dell'ernia).
Il disco erniato è un disco che non ha alcuna funzione se non quella poco piacevole di provocare dolore, deficit neurologici, contratture dolorose della cervicale, cefalea ecc.
Nonostante si appartenga alla stessa razza umana, si può dire che non c'è un individuo uguale all'altro ed ecco perché un antibiotico che fa bene a Lei può non far bene a Suo padre o a Suo cugino.
Ed è così anche per tutte le patologie.
Detto questo, nel caso delle ernie del disco, Le dico che per una buona parte di esse, l'intervento non sarebbe necessario e la regressione dei sintomi essere ottenuta con una adeguata terapia.
Il problema se intervenire o no sorge allorquando bisogna valutare se, nell'assumere un atteggiamento di attesa per la regressione dei sintomi, in tale arco di tempo non si corre il rischio di un danno neurofunzionale molto serio.
La riduzione del disco (più o meno netta) non vuol dire che il disco non è più patologico, ma è a rischio di destabilizzare la colonna cervicale e di ossificare diventando una protuberanza ossea (osteofitosi) che mantiene e intensifica i sintomi.
Il mannitolo non serve.
Questo è ciò che io ritengo sulla base della mie acquisizioni scientifiche e della mia quasi quarantennale esperienza nel e sul campo.
I pazienti hanno poi il diritto di fare le loro scelte e ci si augura che siano sempre quelle giuste.
Con cordialità
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 21.6k visite dal 20/01/2015.
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