Ernia discale: quali rimedi?
Soffro di mal di schiena da 18 anni (avevo 22 anni quando è iniziato).
Nel tempo è aumentato, seppur in modo discontinuo.
Questi gli esami effettuati:
- Dicembre 1997 - RX Colonna vertebrale in toto sotto carico e bacino
Deviazione assiale sinistro convessa della colonna lombare con rotazionedei corpi vertebrali e destro convessa della colonna dorsale.
Riduzione della fisiologica lordosi cervicale e lombare e della cifosi dorsale. Minimo slivellamento della linea bicrestoiliaca.
- Febbraio 2001 - RMN Colonna lombare
Esame eseguito con sequenze pesate in T1 T2 su piani assiali e sagittali
Presenza di ernia discale localizzata in sede mediana paramediana sinistra a livello dello spazio intersomatico L5-S1 con segni di compressione radicolare e parziale impegno intraforaminale. Note di discopatia degenerativa si osservano in corrispondenza dello spazio intersomatico L5--S1. Canale vertebrale di normale ampiezza. Assenza di lesioni strutturali ossee focali.
- Ottobre 2005
Esame RM lombosacrale (senza contrasto)
A livello L5-S1 è presente un'ernia discale paramediana sn, che oblitera il clivaggio adiposo anteriore ed il recesso antero-laterale sn disloca e comprime l'emergenza della tasca radicolare sn di S1 e determina netta impronta sul sacco durale.
Non si documentano significative alterazioni morfo-strutturali e di segnale a carico dei metameri vertebrali esplorati. Netta riduzione dello spazio intersomatico L5-S1
L'ampiezza del canale rachideo appare nei limiti della norma.
Non alterazioni dell'intensità di segnale a carico del cono midollare
- Oggi, 26 agosto 2008
Esami RMN (senza contrasto)
Protusione discale paramediana sx con protusione discale paramediana sx a livello L5-S1 con marcata degenerazione discale e intensi fenomeni algodistrofici delle contrapposte limitanti.
Canale vertebrale di normale ampiezza.
Lievi note di spondiloartrosi intersomatica ed interapofisaria.
Degenerazione dei dischi invertebrati discali.
Rettilineizzazione del rachide.
Nel 2001, in seguito alla risonanza sopra riportata e a visita fisiatrica, misi in atto una serie di condotte quali forte dimagrimento (arrivai ad un ottimale peso forma di 67 chili per 175 cm di altezza), abolizione di attività fisiche sconsigliate e (poco) nuoto (non mi piace nuotare). Non registrai miglioramenti degni di nota.
Nel 2005, in un periodo di dolore particormente acuto, mi risolsi ad effettuare 2 visite neurochirurgiche. Una in una struttura pubblica, un'altra in una privata.
Entrambi i medici mi dissero che il mio caso era "una via di mezzo", nel senso che un intervento sarebbe stato plausibile, ma non imperativo. A richiesta di consiglio uno mi disse di lasciar perdere (il privato), l'altro mi disse che era una decisione mia. Mi misi in lista di attesa ma non sono mai stato chiamato.
Da oramai diverso tempo il dolore è aumentato, nel senso che condiziona negativamente la mia vita lavorativa e personale. Non ho dolori irradiati alle gambe (li ho avuto solo per un breve periodo nel 2001, prima di fare la risonanza nel febbraio di quell'anno). Le visite neurochirurgiche del 2005 non avevano evidenziato ineressamento degli arti (mi fecero camminare sulle punte, usarono il martelletto ecc.).
Il dolore attualmente è localizzato nella regione lombare, in modo diffuso.
La mattina spesso non riesco ad alzarmi dal letto. La situazione migliora con il passare delle ore. Non riesco a camminare per un lungo percorso perchè sorge dolore ed indurimento muscolare nella regione. Spesso, quando ho dolore, non riesco ad assumere una postura eretta. La mia vita personale ne risente in quanto lo stato di malessere quotidiano si riflette sia sull'umore che sul lavoro. Non riesco inoltre a fare regolarmente sport (nemmeno aerobici), salvo dover pagare dazio con il giorno successivo in preda a forti dolori.
Quando non faccio attività fisica e non cammino (tolto il periodo post-risveglio), sto piuttosto bene.
Preciso di essere coronaropatico, con 4 stent impiantati un anno fa a seguito di infarto. Assumo ovviamente tutti i medicinali che sono previsti in questi casi (cardioaspirina, plavix, torvast, seloken, lortan, norvasc).Sono in buona forma fisica, piuttosto atletico e, facendo parte della terapia per il cuore, cerco di allenarmi tutti i giorni con 45/60 minuti di cyclette (compatibilmente con i dolori alla schiena).
Nonostante la situazione cardiologica, che non mi da problemi, il mio vero cruccio, per i dolori costanti, è la schiena. Se non avessi questi dolori, sarei in forma quasi smagliante.
Come accennato ho tentato anni fa con il nuoto ma non sono un gran nuotatore e non mi piace la piscina.
Quando i dolori sono troppo forti o non riesco a fare ciò che devo, pur cercando di evitarlo portando la sopportazione al limite, assumo Voltairen in compresse da 100mg (a rilascio prolungato).
Tanto premesso, e prima di tornare per la terza volta a fare una visita neurochirurgica, vorrei conoscere il prudente parere dei signori medici di questo forum, per potermi meglio orientare nelle decisioni da prendere.
Grazie
Nel tempo è aumentato, seppur in modo discontinuo.
Questi gli esami effettuati:
- Dicembre 1997 - RX Colonna vertebrale in toto sotto carico e bacino
Deviazione assiale sinistro convessa della colonna lombare con rotazionedei corpi vertebrali e destro convessa della colonna dorsale.
Riduzione della fisiologica lordosi cervicale e lombare e della cifosi dorsale. Minimo slivellamento della linea bicrestoiliaca.
- Febbraio 2001 - RMN Colonna lombare
Esame eseguito con sequenze pesate in T1 T2 su piani assiali e sagittali
Presenza di ernia discale localizzata in sede mediana paramediana sinistra a livello dello spazio intersomatico L5-S1 con segni di compressione radicolare e parziale impegno intraforaminale. Note di discopatia degenerativa si osservano in corrispondenza dello spazio intersomatico L5--S1. Canale vertebrale di normale ampiezza. Assenza di lesioni strutturali ossee focali.
- Ottobre 2005
Esame RM lombosacrale (senza contrasto)
A livello L5-S1 è presente un'ernia discale paramediana sn, che oblitera il clivaggio adiposo anteriore ed il recesso antero-laterale sn disloca e comprime l'emergenza della tasca radicolare sn di S1 e determina netta impronta sul sacco durale.
Non si documentano significative alterazioni morfo-strutturali e di segnale a carico dei metameri vertebrali esplorati. Netta riduzione dello spazio intersomatico L5-S1
L'ampiezza del canale rachideo appare nei limiti della norma.
Non alterazioni dell'intensità di segnale a carico del cono midollare
- Oggi, 26 agosto 2008
Esami RMN (senza contrasto)
Protusione discale paramediana sx con protusione discale paramediana sx a livello L5-S1 con marcata degenerazione discale e intensi fenomeni algodistrofici delle contrapposte limitanti.
Canale vertebrale di normale ampiezza.
Lievi note di spondiloartrosi intersomatica ed interapofisaria.
Degenerazione dei dischi invertebrati discali.
Rettilineizzazione del rachide.
Nel 2001, in seguito alla risonanza sopra riportata e a visita fisiatrica, misi in atto una serie di condotte quali forte dimagrimento (arrivai ad un ottimale peso forma di 67 chili per 175 cm di altezza), abolizione di attività fisiche sconsigliate e (poco) nuoto (non mi piace nuotare). Non registrai miglioramenti degni di nota.
Nel 2005, in un periodo di dolore particormente acuto, mi risolsi ad effettuare 2 visite neurochirurgiche. Una in una struttura pubblica, un'altra in una privata.
Entrambi i medici mi dissero che il mio caso era "una via di mezzo", nel senso che un intervento sarebbe stato plausibile, ma non imperativo. A richiesta di consiglio uno mi disse di lasciar perdere (il privato), l'altro mi disse che era una decisione mia. Mi misi in lista di attesa ma non sono mai stato chiamato.
Da oramai diverso tempo il dolore è aumentato, nel senso che condiziona negativamente la mia vita lavorativa e personale. Non ho dolori irradiati alle gambe (li ho avuto solo per un breve periodo nel 2001, prima di fare la risonanza nel febbraio di quell'anno). Le visite neurochirurgiche del 2005 non avevano evidenziato ineressamento degli arti (mi fecero camminare sulle punte, usarono il martelletto ecc.).
Il dolore attualmente è localizzato nella regione lombare, in modo diffuso.
La mattina spesso non riesco ad alzarmi dal letto. La situazione migliora con il passare delle ore. Non riesco a camminare per un lungo percorso perchè sorge dolore ed indurimento muscolare nella regione. Spesso, quando ho dolore, non riesco ad assumere una postura eretta. La mia vita personale ne risente in quanto lo stato di malessere quotidiano si riflette sia sull'umore che sul lavoro. Non riesco inoltre a fare regolarmente sport (nemmeno aerobici), salvo dover pagare dazio con il giorno successivo in preda a forti dolori.
Quando non faccio attività fisica e non cammino (tolto il periodo post-risveglio), sto piuttosto bene.
Preciso di essere coronaropatico, con 4 stent impiantati un anno fa a seguito di infarto. Assumo ovviamente tutti i medicinali che sono previsti in questi casi (cardioaspirina, plavix, torvast, seloken, lortan, norvasc).Sono in buona forma fisica, piuttosto atletico e, facendo parte della terapia per il cuore, cerco di allenarmi tutti i giorni con 45/60 minuti di cyclette (compatibilmente con i dolori alla schiena).
Nonostante la situazione cardiologica, che non mi da problemi, il mio vero cruccio, per i dolori costanti, è la schiena. Se non avessi questi dolori, sarei in forma quasi smagliante.
Come accennato ho tentato anni fa con il nuoto ma non sono un gran nuotatore e non mi piace la piscina.
Quando i dolori sono troppo forti o non riesco a fare ciò che devo, pur cercando di evitarlo portando la sopportazione al limite, assumo Voltairen in compresse da 100mg (a rilascio prolungato).
Tanto premesso, e prima di tornare per la terza volta a fare una visita neurochirurgica, vorrei conoscere il prudente parere dei signori medici di questo forum, per potermi meglio orientare nelle decisioni da prendere.
Grazie
[#1]
Gentil.mo Signore,
premetto che darLe una consiglio, con la storia clinica riportata, non è assolutamente semplice, tanto più in via telematica, non avendo la possibilità materiale dell'obiettività clinica, ciò premesso e visto il parere non univoco dei neurochirurghi da Lei interpellati, mi sento di consigliarLe di proseguire nella ricerca di un trattamento conservativo basato sull'effettuazione giornaliera di esercizi decontratturanti e rilassanti la muscolatura del rachide, correzione ed eliminazione di quelle posture che incidono sull'aumento della sintomatologia algica, stretching degli ischio crurali ed effettuare un lavoro muscolare attivo con impegno graduale, per il mantenimento di un idoneo trofismo muscolare.
Tale programma và "vestito" su di Lei da uno Specialista in Medicina Fisica e Riabilitazione ed effettuato con l'aiuto e supervisione di un Fisioterapista da ricercare nella Sua città.
Cordialità. Giulio Pio Urbano
premetto che darLe una consiglio, con la storia clinica riportata, non è assolutamente semplice, tanto più in via telematica, non avendo la possibilità materiale dell'obiettività clinica, ciò premesso e visto il parere non univoco dei neurochirurghi da Lei interpellati, mi sento di consigliarLe di proseguire nella ricerca di un trattamento conservativo basato sull'effettuazione giornaliera di esercizi decontratturanti e rilassanti la muscolatura del rachide, correzione ed eliminazione di quelle posture che incidono sull'aumento della sintomatologia algica, stretching degli ischio crurali ed effettuare un lavoro muscolare attivo con impegno graduale, per il mantenimento di un idoneo trofismo muscolare.
Tale programma và "vestito" su di Lei da uno Specialista in Medicina Fisica e Riabilitazione ed effettuato con l'aiuto e supervisione di un Fisioterapista da ricercare nella Sua città.
Cordialità. Giulio Pio Urbano
Urbano Giulio Pio MD
Specialista Medicina Fisica Riabilitazione
e Psicoterapia
3398917774(h16-20)
NB: il consulto NON sostituisce la visita reale
[#2]
Ex utente
Gentilissimo Dott. Urbano,
innanzitutto desidero ringraziarla per la cortese ed articolata risposta.
Abusando della sua disponibilità, sono a chiederle alcuni ulteriori ragguagli.
Una premessa è d'obbligo: pur non essendo forse riuscito ad evindenziarlo nel mio intervento iniziale, è mia ferma intenzione effettuare un ultimo, ma corposo, tentativo di affrontare il mio problema in chiave conservativa e quindi rivolgendomi ad uno specialista del settore.
Tanto premesso, e precisando che un eventuale intervento chirurgico rappresenta per me l'extrema ratio (come attestato dal fatto che oggi, a distanza di tanti anni, per un motivo o per l'altro non l'ho ancora effettuato), vorrei delucidanzioni in merito a qualche punto che mi rimane di ardua comprensione.
Può una terapia conservativa, almeno in teoria, risolvere un problema come quello che risulta dall'ultima RMN riportata?
Una terapia correttamente impostata e seguita, può consentirmi lo svolgimento di regolare e magari intensa attività sportiva?
Può ovviare a quella degenerazione discale che mi sembra rappresenti, in prospettiva, un elemento di particolare allarme?
E soprattutto: non intervenire oggi, potrebbe rendere più complesso intervenire domani, soprattutto nella prospettiva che nel tempo si possano determinare danni maggiori di quelli attualmente in essere (calcificazioni, danneggiamento del disco, lesioni ecc.)?
La ringrazio moltissimo
innanzitutto desidero ringraziarla per la cortese ed articolata risposta.
Abusando della sua disponibilità, sono a chiederle alcuni ulteriori ragguagli.
Una premessa è d'obbligo: pur non essendo forse riuscito ad evindenziarlo nel mio intervento iniziale, è mia ferma intenzione effettuare un ultimo, ma corposo, tentativo di affrontare il mio problema in chiave conservativa e quindi rivolgendomi ad uno specialista del settore.
Tanto premesso, e precisando che un eventuale intervento chirurgico rappresenta per me l'extrema ratio (come attestato dal fatto che oggi, a distanza di tanti anni, per un motivo o per l'altro non l'ho ancora effettuato), vorrei delucidanzioni in merito a qualche punto che mi rimane di ardua comprensione.
Può una terapia conservativa, almeno in teoria, risolvere un problema come quello che risulta dall'ultima RMN riportata?
Una terapia correttamente impostata e seguita, può consentirmi lo svolgimento di regolare e magari intensa attività sportiva?
Può ovviare a quella degenerazione discale che mi sembra rappresenti, in prospettiva, un elemento di particolare allarme?
E soprattutto: non intervenire oggi, potrebbe rendere più complesso intervenire domani, soprattutto nella prospettiva che nel tempo si possano determinare danni maggiori di quelli attualmente in essere (calcificazioni, danneggiamento del disco, lesioni ecc.)?
La ringrazio moltissimo
[#3]
Gentil.mo Utente,
Le chiedo scusa se solo oggi riesco a risponderLe, ma, ahimè, questo è il tempo che riesco a trovare per rispondere ai Vs quesiti.
- Non avendo la capacità e possibilità di disporre di una sfera di cristallo che legge nel futuro, è per me molto difficile prevedere quale potrà essere l'evoluzione della Sua degenerazione discale, quindi va monitorata e seguita nel tempo, con il quadro clinico strumentale ed esame obiettivo, effettuato dagli Specialisti Fisiatra e Neurochirurgo.
- Io, al Suo posto, mi preoccuperei, in ordine, principalmente di:
1) NON avere più disturbi,
2) di riuscire a svolgere una regolare vita di relazione e
lavorativa,
3) di effettuare una buona attività fisica-sportiva, e solo se
tale attività è ben tollerata, con l'eventuale aiuto e
supervisione di un buon Team Medico-Sportivo-Riabilitativo,
penserei ad una "intensa attività sportiva".
Cordialità. Giulio Pio Urbano
Le chiedo scusa se solo oggi riesco a risponderLe, ma, ahimè, questo è il tempo che riesco a trovare per rispondere ai Vs quesiti.
- Non avendo la capacità e possibilità di disporre di una sfera di cristallo che legge nel futuro, è per me molto difficile prevedere quale potrà essere l'evoluzione della Sua degenerazione discale, quindi va monitorata e seguita nel tempo, con il quadro clinico strumentale ed esame obiettivo, effettuato dagli Specialisti Fisiatra e Neurochirurgo.
- Io, al Suo posto, mi preoccuperei, in ordine, principalmente di:
1) NON avere più disturbi,
2) di riuscire a svolgere una regolare vita di relazione e
lavorativa,
3) di effettuare una buona attività fisica-sportiva, e solo se
tale attività è ben tollerata, con l'eventuale aiuto e
supervisione di un buon Team Medico-Sportivo-Riabilitativo,
penserei ad una "intensa attività sportiva".
Cordialità. Giulio Pio Urbano
[#4]
Ex utente
La ringrazio molto della sua disponibilità e dell'ennesima cortese risposta.
Mi scuso se le mie preoccupazioni l'hanno indotta a dolersi di non disporre di una sfera di cristallo, ma comprenderà come per chi non è medico non sia semplice comprendere come lo sviluppo di una "degenerazione discale" non possa essere sia pur genericamente delineata nei suoi aspetti essenziali.
Cordialmente
Mi scuso se le mie preoccupazioni l'hanno indotta a dolersi di non disporre di una sfera di cristallo, ma comprenderà come per chi non è medico non sia semplice comprendere come lo sviluppo di una "degenerazione discale" non possa essere sia pur genericamente delineata nei suoi aspetti essenziali.
Cordialmente
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 4.5k visite dal 26/08/2008.
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