Glioma maligno - interruzione cortisone
Salve,
a mio padre (75 anni) al quale è stato dignosticato pochi mesi fa un glioma di alto grado, giudicato non operabile, è stato da subito sottoposto a terapia cortisonica con Soldesam.
Da circa 2 settiamane ha terminato un ciclo di 21gg (15 sedute) di radioterapia e contemporaneamente di chemioterapia con Temozolomide 140 .
Da circa 1 settimana è stato ricoverato in ospedale per una polmonite, per il quale è stato sottoposto a terapia antibiotica, che sembra aver dato risultati soddisfacenti (non sono più presenti focolai all'esame radiografico). All'entrata in ospedale è stata mantenuta la terapia cortisonica con Soldesam 8ml mattino + 8ml sera (dosi che sono state impostate dal radioterapista al termine ciclo radioterapico).
Quello che mi preoccupa è che da circa 2gg è stata completamente interrotta la terapia cortisonica, senza nessun consulto, oncologico, radioterapico o neurologico, da parte del medico di medicina generale che attualmente segue mio padre in seguito al ricovero per la polmonite.
Fin dal primo ricovero di mio padre, ci è stato raccomandato il rispetto delle dosi e delle ore di somministrazione della terapia con Soldesam, necessaria a contenere l'edema cerebrale, derivamente dalla massa tumorale e dall'ulteriore infiammazione dovuta alla recente radioterapia.
Oggi a mio padre la febbre è salita improvvisamente a 39,5 e la situazione clinica è rapidamente peggiorata (stato di quasi completa incoscenza, con leggere convulsioni), reazioni che credo siano legate alla repentina sospensione della terapia cortisonica.
Vorrei capire se l'interruzione della terapia cortisonica può in qualche modo essere giustificata da un punto di vista medico.
Vorrei inoltre sapere se questa interruzione può causare dei danni cerebrali permaneti oppure se la ripresa della terapia può ristabilire la precedente condizione.
Vi ringrazio per una Vs. celere risposta.
a mio padre (75 anni) al quale è stato dignosticato pochi mesi fa un glioma di alto grado, giudicato non operabile, è stato da subito sottoposto a terapia cortisonica con Soldesam.
Da circa 2 settiamane ha terminato un ciclo di 21gg (15 sedute) di radioterapia e contemporaneamente di chemioterapia con Temozolomide 140 .
Da circa 1 settimana è stato ricoverato in ospedale per una polmonite, per il quale è stato sottoposto a terapia antibiotica, che sembra aver dato risultati soddisfacenti (non sono più presenti focolai all'esame radiografico). All'entrata in ospedale è stata mantenuta la terapia cortisonica con Soldesam 8ml mattino + 8ml sera (dosi che sono state impostate dal radioterapista al termine ciclo radioterapico).
Quello che mi preoccupa è che da circa 2gg è stata completamente interrotta la terapia cortisonica, senza nessun consulto, oncologico, radioterapico o neurologico, da parte del medico di medicina generale che attualmente segue mio padre in seguito al ricovero per la polmonite.
Fin dal primo ricovero di mio padre, ci è stato raccomandato il rispetto delle dosi e delle ore di somministrazione della terapia con Soldesam, necessaria a contenere l'edema cerebrale, derivamente dalla massa tumorale e dall'ulteriore infiammazione dovuta alla recente radioterapia.
Oggi a mio padre la febbre è salita improvvisamente a 39,5 e la situazione clinica è rapidamente peggiorata (stato di quasi completa incoscenza, con leggere convulsioni), reazioni che credo siano legate alla repentina sospensione della terapia cortisonica.
Vorrei capire se l'interruzione della terapia cortisonica può in qualche modo essere giustificata da un punto di vista medico.
Vorrei inoltre sapere se questa interruzione può causare dei danni cerebrali permaneti oppure se la ripresa della terapia può ristabilire la precedente condizione.
Vi ringrazio per una Vs. celere risposta.
[#1]
Egr. signore,
purtroppo la condizione clinica di Suo padre è grave e la somministrazione o meno del cortisone è del tutto ininfluente sul drammatico decorso della malattia.
Mi spiace sinceramente dover dire questo, ma è bene che si accetti la realtà.
Un caro saluto
purtroppo la condizione clinica di Suo padre è grave e la somministrazione o meno del cortisone è del tutto ininfluente sul drammatico decorso della malattia.
Mi spiace sinceramente dover dire questo, ma è bene che si accetti la realtà.
Un caro saluto
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 5.6k visite dal 02/12/2014.
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