Emorragia cerebrale
Buonasera, mi chiamo Elvira e scrivo dalla provincia de Cosenza. Il 04-03-2014, giocando a carte, mio padre di 55 anni, ha incominciato a sentirsi male. Le carte gli cadevano dalle mani, farfugliava le parole, alla domanda se si sentiva bene lui rispondeva di si. Ad un certo punto gli è caduto il braccio destro e stava cadendo dalla sedia, ma ciò per fortuna non è accaduto perchè lo abbiamo afferrato in tempo. Ho chiamato subito i primi soccorsi che sono arrivati subito e gli hanno prestato i primi soccorsi trasportandolo d'urgenza in ospedale. Papà era lucido e rispondeva alle domande dei medici del 118. Arrivato in ospedale è stato sottoposto subito ad una TAC ed è entrato in coma. I medici ci hanno detto che si trattava di emorragia cerebrale ed è stato operato subito al lato sinistro del cervello. L'intervento è riuscito bene e lo hanno messo in sala rianimazione, ma il quadro clinico, nonostante l'ematoma era stato asportato, si è presentato subito gravissimo, tanto è vero che i medici non ci avevano dato speranza. Dopo 72 ore è stato tolto dal coma farmacologico, ma lui non si è svegliato. Dopo alcuni giorni gli è stato asportato un pezzo dell'osso del cranio perchè comprimeva sul cervello. L'8 aprile 2014 è stato trasferito in una clinica riabilitativa perchè respirava da solo ed i valori erano tutti nella norma, nonostante le sue condizioni erano sempre gravissime. Oggi, a distanza di quasi 9 mesi, lui è ancora ricoverato in questa struttura, ma non si è ripreso. Apre gli occhi, si muove, se lo accarezzo lui mi stringe la mano, ma non risponde ai comandi. Se gli diciamo di fare qualcosa lui non risponde. Da 3 settimane a questa parte lo stanno alzando dal letto sulla sedia a rotelle per portarlo in palestra a fare riabilitazione. 2 giorni fa ci hanno chiamato e siamo dovuti andare d'urgenza in clinica perchè papà vomitava, non urinava e la pressione era bassissima. Con i medicinali però sono riusciti a ristabilirlo. Ora la mia domanda. Appena è successo tutto questo, cioè il 4 marzo 2014 i medici non ci avevano dato speranza. A distanza di 9 mesi papà è ancora in vita. Cosa dobbiamo aspettarci e sopratutto quali speranze ci sono che lui potrà ritornare, anche se solo parzialmente, alla vita.
Nell'attesa di una Vostra risposta saluto cordialmente. Elvira
Nell'attesa di una Vostra risposta saluto cordialmente. Elvira
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Gentile signora Elvira,
mi sembra di capire che la condizione clinica di Suo padre consista in una afasia completa (cioè non riesce a comprendere ciò che gli si dice e non riesce a rispondere) e a una paralisi degli arti di destra.
Sicuramente dovrà essere sottoposto a riabilitazione continua, ma la prognosi su ciò che Lei chiede non è purtroppo determinabile con certezza.
Se per ritorno alla vita Lei intende un ritorno alle condizioni antecedenti all'emorragia cerebrale, credo che sia del tutto improbabile, ma Suo padre è in vita e seppur con gravi limitazioni, è ancora fra di voi e, accettando la nuova condizione, standogli vicino, dimostrandogli il vostro amore, anch'egli la accetterà con minore sofferenza.
Con i miei più sinceri auguri
mi sembra di capire che la condizione clinica di Suo padre consista in una afasia completa (cioè non riesce a comprendere ciò che gli si dice e non riesce a rispondere) e a una paralisi degli arti di destra.
Sicuramente dovrà essere sottoposto a riabilitazione continua, ma la prognosi su ciò che Lei chiede non è purtroppo determinabile con certezza.
Se per ritorno alla vita Lei intende un ritorno alle condizioni antecedenti all'emorragia cerebrale, credo che sia del tutto improbabile, ma Suo padre è in vita e seppur con gravi limitazioni, è ancora fra di voi e, accettando la nuova condizione, standogli vicino, dimostrandogli il vostro amore, anch'egli la accetterà con minore sofferenza.
Con i miei più sinceri auguri
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