Ernia del disco, ragazzo giovane. Come procedere?

Gent.mi dottori,

Mi scuso nel caso avessi sbagliato sezione, spero vivamente di no.

Per essere più chiaro, cercherò di essere schematico.
Ho tre ernie. L5-S1 è quella che mi attanaglia, le altre ("ernietta" e "prutusione possiamo dire", per citare le opinioni ricevute).
Ormai è un'anno e mezzo che ho smesso l'attività agonistica che praticavo.
Ho provato ozono (prima in studio "paravertebrale" poi sulla piastra interventistica), svolto molta fisioterapia e in periodi diversi 4 peridurali per alleviare il dolore.
Pecco, in questo periodo, di aver camminato e nuotato relativamente poco.

Un pò più discorsivo, tengo a precisarvi di aver avuto la fortuna di farmi visitare da un paio di specialisti veramente titolati (uso questo termine per non rischiare di mancare di rispetto a qualcuno, non vorrei mai) e sostanzialmente mi è stato detto questo: nulla impone di operarmi, ho ancora forza negli arti, riflessi lucidi e discreta mobilità; la scelta starebbe solo da fare in base allo stile di vita che intendo avere.

Dal canto mio, svolgo una vita sedentaria nella quale mi concedo pochi esercizi a corpo libero per mantenermi (o credere di) in forma, e non mi sento più la stessa persona di quando ancora ero sportivo. Per essere più tecnico, innegabilmente sto molto meglio, ma certi giorni ho dolori che ancora si irradiano lungo la gamba, altrimenti sento sempre l'ernia premere e farmi dolere. Per rendere l'idea, mi è impossibile portare "le gambe a 90° col busto" (scusate il linguaggio ignorante!), quando mi piego vedo che non lo faccio in modo "equilibrato" ecc...

Inutile dire quanto mi piaccia il sogno di, una volta operato, poter ricominciare l'attività sportiva, ma prima di questo vorrei un modo per togliere questo impedimento che sotto tanti aspetti mi porta insicurezza e, appunto, impedimenti di ogni genere!

La mia richiesta è duplice perchè da un lato Vi chiedo un'opinione circa l'operazione, dall'altro invece cosa potrebbe essere la mia vita dopo quest'ultima? Quali impedimenti, quali accorgimenti da tenere, quali vantaggi?

Io mi scuso se ho scritto troppo, ho cercato di essere essenziale e soprattutto vi ringrazio anticipatamente per il consulto!

Cordialmente
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 7.1k 247
Premesso che per dare un giudizio completo bisognerebbe aver visionato le immagini rmn/tac lombari ed averLa anche visitata, ritengo che, considerato la lunga storia clinica di sofferenza, potrebbe essere indicato un trattamento chirurgico mininvasivo in anestesia locale e blanda sedazione che, rispettando i tessuti muscolari e ligamentosi, Le permetterebbe un giorno di riprendere una graduale attività fisica cui, come mi sembra di capire, Lei agogna.
Per i particolari di tale trattamento chirurgico, legga gli articoli che ho pubblicato sull'argomento nella mia pagina blog.
Dia pure ulteriori notizie.
Cordialmente

Dr. Della Corte: vincenzodellacortemi@libero.it
Case di Cura: "La Madonnina Milano-02/58395555
"Villa Mafalda" ROMA-06/86094294

[#2]
Attivo dal 2014 al 2014
Ex utente
Gent.mo Dott. Della Corte,
La ringrazio per la risposta, sembra davvero aver capito la mia situazione.
Non essendo fortunatamente il tipico "esaltato", pongo come obbiettivi primi quello di "poter ricominciare" l'attività senza necessariamente farlo! Spero di rendere l'idea: quantomeno mi auguro di riuscire a evitare il dolore, riprendere una generale sicurezza e tornare mobile. Per sempre? Per poco? Questo, sperando nella sua pazienza, torno a chiederLe.
Cosa potrebbe essere la mia vita dopo questo "regalo" che mi farei dell'operazione?
Ho tanti dubbi anche visti i numerevoli aspetti negativi che l'operazione (come tutte, siamo d'accordo) ha, specialmente quello della recidiva che forse ignorantemente mi spaventa più di tutto!

Cordialmente
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 7.1k 247
Per sempre, tendenzialmente (sicuramente neanche confrontabile la situazioni di pre col post- intervento).

Una vita regolare nei limiti di norma, praticando anche degli sports, purchè senza sollecitazioni sulla colonna vertebrale.

La recidiva è una frequenza abbastanza rara (molto spesso non si tratta neppure di vere recidive, ma di ulteriore materiale che tende ad occupare lo spazio liberato dal precedente intervento in seguito al progredire della degenerazione del materiale discale; d'altra parte non si può, temporeggiando, aspettare che la protrusione diventi gigantesca, perchè giganteschi diventerebbero i disturbi e, questa volta, meno tendenti alla reversibilità, solo per fare un unico "viaggio" chirurgico).
E' da dire che, con l'approccio mininvasivo, proprio perchè la fenestrazione sull'anulus è minima, comunque sicuramente minore di altre tecniche, la possibilità che passi una seconda ernia è di gran lunga minore.
Quando, e se, Lei si opererà per la compressione radicolare con la tecnica che Le ho illustrato, si renderà conto della banalità, per il paz., dell'intervento per cui, anche un'eventuale cosiddetta recidiva, non potrà turbarLa o allarmarLa più di tanto (ma, come Le ho detto, si tratta di un'evenienza abbastanza remota e del tutto non temibile).
Ritenendo di essere stato esaustivo, La saluto cordialmente.
[#4]
Attivo dal 2014 al 2014
Ex utente
Mi scuso, non avevo notato la notifica!

La ringrazio davvero molto, ritengo sia stato molto esaustivo.

Ora continuerò a valutare l'ipotesi e sono sempre più propenso ad andare sotto i ferri, anche se in momenti come quello in cui scrivo sono seduto rilassato senza alcun dolore (ma magari dovrò raccogliere qualcosa e non riuscirò a farlo in modo rilassato!) e per questo mentirei se dicessi che sono convinto ad operarmi.

Nuovamente, sentiti ringraziamenti!
[#5]
Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 7.1k 247
Faccia pure sapere l'ulteriore evoluzione.
Cordialità