Quali risultati nella cervicale con intervento anteriore o posteriore

Buongiorno riassumo la mia patologia: mielopatia spondilosica in C5-C6, stenosi del canale tra C3-C6 da importante cervicoartrosi con grossolane produzioni osteofitiche marginali posteriori e focalità erniarie in C3-C6 mediano paramediano sn ingombra recesso e neuroforame omolaterale. Insomma tra osteofiti ed ernie ho quasi perso l'uso della mano sn e sono mancina) con l'atrofia dei muscoli. Dopo le varie visite che ho fatto sono al bivio: intervento con accesso anteriore o posteriore .
Chiedo cortesemente di aiutarmi a capire intanto quando è opportuno scegliere una via o l'altra e soprattutto quali effetti ottengo? nello specifico con accesso anteriore mi rimarrà una limitazione nei movimenti e la rigidità di quelle vertebre scarica sulle adiacenti con quali conseguenze e con quale frequenza? nell'accesso posteriore si mantiene la mobilità del collo ma ho letto che nel tempo può provocare instabilità di che entità? Esiste una statistica sugli esiti dell'efficacia dei due protocolli nel tempo? Ho 55 anni e grazie alla Fornero almeno 13 ancora di lavoro, devo viaggiare, e per esempio con quello anteriore so che poi ci sono limitazioni nei movimenti di guida.
Ho perso la bussola fra discectomia e somatectomia così come fra laminoplastica e laminectomia "open door" sono molto disorientata perchè il mio obiettivo è decomprimere il midollo e le radici nervose ma quale via può dare il miglior risultato o meglio con il miglior risultato devo avere la consapevolezza di quelli che, nel tempo, sono gli effetti "negativi" ed i rischi che assumo. In realtà in base alla propria scuola ciascun professionista indica una unica soluzione motivando la scelta su osservazioni anche contrastanti come : le vertebre interessate non sono quelle più coinvolte nel movimento del collo e l'altro sono le vertebre più mobili del collo.Scusate il fiume di parole e domande, ma per me ignorante in materia, è difficile orientarmi e vorrei fare una scelta consapevole considerato che in ultima analisi sono io che devo decidere quale qualità di vita mi aspetta e quali rischi assumo. Non mi spaventa l'intervento, i dolori etc. ho messo tutto in conto compreso il rischio di un insuccesso e tutto ciò che un intervento chirurgico rappresenta ma confidando nell'esito positivo vorrei fare la scelta giusta per risolvere il mio problema evitando inutili conseguenze negative permanenti.
Grazie di cuore per la Vs attenzione e per voler provare a diradare la mia nebulosa.
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.7k 398
Gentile signora,
non Le so rispondere secondo le informazioni che vorrebbe ricevere, perchè la scelta di una tecnica operatoria la si fa valutando il paziente, le indagini radiologiche che non necessariamente sono limitate alla sola RM.
Nella maggioranza dei casi di mielopatia (ma che bisogna accertare clinicamente se essa sussiste, e a che livello) l'intervento si effettua per via anteriore.
Tale metodica non crea instabilità, diversamente da quello per via posteriore.
Leggo che Lei cita diverse metodologie chirurgiche, ma la Sua confusione aumenterà se vaga per il Web e se di queste non discute con lo specialista e limitatamente al Suo caso specifico.

Vi possono essere pareri contrastanti, ma solitamente quando il caso clinico è ben studiato essi coincidono.

Disponibile per eventuali ulteriori chiarimenti, invio cordiali saluti

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Dr. Pietro Brignardello Neurochirurgo 391 27
Gentile Sig.ra,
provo a fornirLe qualche chiarimento. In linea generale, in presenza di una stenosi del canale cervicale determinante una compressione midollare, vi e' indicazione all'intervento chirurgico di decompressione. La scelta se utilizzare un approccio anteriore o posteriore dipende dalla preponderanza della compressione.Se e' prevalente sul versante anteriore e limitata a pochi livelli si può utilizzare l'approccio anteriore mediante rimozione di uno o più dischi vertebrali ( discectomia) o mediante la rimozione di un intero corpo vertebrale ( somatectomia). Se invece è prevalente sul versante posteriore ed estesa a molti livelli, si utilizza l' approccio posteriore mediante rimozione della parte posteriore delle vertebre ( lamine). La rimozione può essere completa (laminectomia) oppure può essere utilizzata la tecnica della laminotomia open-door che consiste in una apertura a cerniera delle lamine senza la loro rimozione: questa tecnica presenta il vantaggio di non provocare instabilità. Infine, in rari casi, può essere necessario un approccio sia anteriore che posteriore. Comunque, per quello che riguarda il post-operatorio, una volta osservato un normale periodo di convalescenza, non vi sono particolari limitazioni per quello che riguarda le normali attività della propria vita. In definitiva quindi, la scelta dell'approccio chirurgico da utilizzare deve essere fatta dopo un attento esame degli esami radiologici eseguiti , dei sintomi e della obiettività neurologica. Disponibile per eventuali ulteriori chiarimenti,La saluto cordialmente

dr. Pietro Brignardello
pietrobrignardello@gmail.com
www.pietrobrignardello.it
www.pietrobrignardello.it

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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.7k 398
Apprezzo la disquisizione sulle varie metodiche da parte del collega Brignardello che ha dimostrato quindi di ben conoscere ed apprezzo con maggior soddisfazione le sue conclusioni che vedo coincidere con quelle già da me espresse.

Questo può essere rassicurante per Lei, gentile signora, a proposito di ciò che Le avevo anticipato, ovvero che i pareri di solito coincidono più di quanto si pensi.

A questo punto concludo: Entrambi disponibili per eventuali ulteriori chiarimenti, Le inviamo cordiali saluti

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Utente
Utente
Ringrazio vivamente entrambi per la Vs cortesia e chiarezza.

Preciso che la mielopatia spondilosica è evidenziata dalla RM a livello C5/C6 e confermata dall'elettromiografia oltre chiaramente il riscontro delle visite dei Vs colleghi che ho incontrato.
Considerato che le produzioni osteofitiche sono posteriori e le ernie mediano paramediano dedurrei che, nel mio caso, sarebbe preferibile affidarmi al neurochirurgo che ha suggerito la tecnica "open door" che consente di liberare il midollo, non avere "impalcature" estranee ed inoltre non dovrebbe dare nel tempo instabilità.
Ringrazio ancora Voi ed i Vs colleghi per le competenze e la pazienza con cui Vi dedicate ai pazienti.