Neoformazione cerebellare
Salve, gradirei, possibilmente, un parere circa la situazione di mio padre.
Ricoverato al Papardo di Messina, il 07/10/2013, al reparto di neurologia, per ischemie cerebrali (sembra tutto causato da una fibrillazione atriale,ormai cronica) , riabilitato e dimesso dallo stesso, nel mese di dicembre del 2013. Dopo alcuni giorni, trascorsi a casa, un nuovo crollo;
Perdita di equilibrio, difficoltà a deambulare da solo, perdita dell’autosufficienza,comparsa della febbre. Ricoverato nuovamente al Papardo di Messina, il 24/12/2013, nello stesso reparto; Inizialmente la causa del crollo, era stata imputata, alla febbre, causata da un germe presunto. Ma dopo una serie di accertamenti ( es. urino coltura ), si e’ pensato ad altro; Dopo altre tac, risultate sovrapponibili alle precedenti, si e’ deciso, su imput del neurochirurgo, di eseguire una tac con m.c. ;
L’esito : riscontrata neoformazione a contorni irregolari in fossa cranica posteriore a ridosso del verme cerebellare di circa 4 cm. – ischemia cerebrale cronica. Ci hanno spiegato che la situazione attuale ( mio padre e’ allettato , bloccato nei movimenti, periodicamente assente, ma non sempre, per adesso sta facendo del cortisone, in attesa dell’intervento.. ecc. ) e’ dovuta ad un fatto ostruttivo, relativo al passaggio del liquor. I ventricoli cerebrali, risultano essere più larghi del normale, risulta esserci una pressione endocranica.
Insomma, credono che sia un tumore, primitivo, in quanto le tac eseguite su altri organi ( addome, polmone ) sono risultati negative, così come i markes tumorali. Ci consigliano di asportare la lesione, al fine di poter tentare di migliorare la qualità della vita di mio padre. L’alternativa sarebbe eseguire una derivazione, per far scaricare il liquor da un’altra parte, ma questo secondo loro risolverebbe poco.
Vi domando, consapevole che a distanza non e’ facile ( senza poter visionare la tac ) esprimere un giudizio,cosa pensate. Mio padre utilizza il sintrom, soffre di fibrillazione atriale;
Sembra che pur esistendo il rischio dell’intervento, la lesione possa essere trattabile, non sarebbe sufficiente la sola radio terapia ( la cyber knife, al policlinico, non può essere applicata in quanto lesione superiore ai 3 cm. )
Potete esprimere un parere sulla neurochirurgia di Messina ( primario il prof. Francesco Salpietro ). Ritenete corretta la diagnosi e la necessità dell’intervento ? Eliminando la lesione, mio padre potrà acquisire un minimo di autosufficienza ? O sarebbe meglio, considerando le patologie di mio padre, eseguire la sola derivazione ? Difficoltà dell’intervento?
Cordiali saluti, nell’attesa della risposta.
Ricoverato al Papardo di Messina, il 07/10/2013, al reparto di neurologia, per ischemie cerebrali (sembra tutto causato da una fibrillazione atriale,ormai cronica) , riabilitato e dimesso dallo stesso, nel mese di dicembre del 2013. Dopo alcuni giorni, trascorsi a casa, un nuovo crollo;
Perdita di equilibrio, difficoltà a deambulare da solo, perdita dell’autosufficienza,comparsa della febbre. Ricoverato nuovamente al Papardo di Messina, il 24/12/2013, nello stesso reparto; Inizialmente la causa del crollo, era stata imputata, alla febbre, causata da un germe presunto. Ma dopo una serie di accertamenti ( es. urino coltura ), si e’ pensato ad altro; Dopo altre tac, risultate sovrapponibili alle precedenti, si e’ deciso, su imput del neurochirurgo, di eseguire una tac con m.c. ;
L’esito : riscontrata neoformazione a contorni irregolari in fossa cranica posteriore a ridosso del verme cerebellare di circa 4 cm. – ischemia cerebrale cronica. Ci hanno spiegato che la situazione attuale ( mio padre e’ allettato , bloccato nei movimenti, periodicamente assente, ma non sempre, per adesso sta facendo del cortisone, in attesa dell’intervento.. ecc. ) e’ dovuta ad un fatto ostruttivo, relativo al passaggio del liquor. I ventricoli cerebrali, risultano essere più larghi del normale, risulta esserci una pressione endocranica.
Insomma, credono che sia un tumore, primitivo, in quanto le tac eseguite su altri organi ( addome, polmone ) sono risultati negative, così come i markes tumorali. Ci consigliano di asportare la lesione, al fine di poter tentare di migliorare la qualità della vita di mio padre. L’alternativa sarebbe eseguire una derivazione, per far scaricare il liquor da un’altra parte, ma questo secondo loro risolverebbe poco.
Vi domando, consapevole che a distanza non e’ facile ( senza poter visionare la tac ) esprimere un giudizio,cosa pensate. Mio padre utilizza il sintrom, soffre di fibrillazione atriale;
Sembra che pur esistendo il rischio dell’intervento, la lesione possa essere trattabile, non sarebbe sufficiente la sola radio terapia ( la cyber knife, al policlinico, non può essere applicata in quanto lesione superiore ai 3 cm. )
Potete esprimere un parere sulla neurochirurgia di Messina ( primario il prof. Francesco Salpietro ). Ritenete corretta la diagnosi e la necessità dell’intervento ? Eliminando la lesione, mio padre potrà acquisire un minimo di autosufficienza ? O sarebbe meglio, considerando le patologie di mio padre, eseguire la sola derivazione ? Difficoltà dell’intervento?
Cordiali saluti, nell’attesa della risposta.
[#1]
Egregio signore,
non è proprio possibile rispondere alle Sue domande, a distanza.
Quanti hanni ha Suo padre? Forse in prima istanza è opportuno eseguire la derivazione liquorale e poi, con situazione clinica migliorata, valutare rischi e benefici di un intervento alquanto delicato.
Cordialità ed auguri
non è proprio possibile rispondere alle Sue domande, a distanza.
Quanti hanni ha Suo padre? Forse in prima istanza è opportuno eseguire la derivazione liquorale e poi, con situazione clinica migliorata, valutare rischi e benefici di un intervento alquanto delicato.
Cordialità ed auguri
[#2]
Utente
Mio padre compie 80 anni il 01/06/2014.
Ci dicono che la lesione, tende a crescere ( già' 4 cm. ), comprimendo ancor di più' uno spazio già' ristretto. Non si sa' ancora il nome e cognome della lesione ( maligno ?) e credono che la sola derivazione non sia sufficiente, per una ripresa dignitosa, in termini di vita, almeno per un po' di altri anni.
Grazie della risposta.
Ci dicono che la lesione, tende a crescere ( già' 4 cm. ), comprimendo ancor di più' uno spazio già' ristretto. Non si sa' ancora il nome e cognome della lesione ( maligno ?) e credono che la sola derivazione non sia sufficiente, per una ripresa dignitosa, in termini di vita, almeno per un po' di altri anni.
Grazie della risposta.
[#3]
La lesione è in una sede molto delicata e con qualche rischio di complicanze anche nelle mani migliori.
La derivazione dovrebbe facilitare la circolazione liquorale, ora responsabile della ipertensione endocranica, con miglioramento del quadro clinico.
Non ho elementi oggettivi per eventualmente dissentire da ciò che i colleghi Le hanno prospettato, per cui si affidi alle cure che loro hanno prospettato per Suo padre.
La derivazione dovrebbe facilitare la circolazione liquorale, ora responsabile della ipertensione endocranica, con miglioramento del quadro clinico.
Non ho elementi oggettivi per eventualmente dissentire da ciò che i colleghi Le hanno prospettato, per cui si affidi alle cure che loro hanno prospettato per Suo padre.
[#4]
Utente
Dottore la ringrazio per la tempestività' delle sue risposte.
Proprio oggi abbiamo preso conoscenza, del risultato relativo alla consulenza anestesiologica, eseguita negli scorsi giorni, su mio padre.
Il rischio in caso di intervento, sarebbe elevato ( grado 4 ).
Cosa significa cio' ? E se i neurochirurghi ne terranno conto, al fine della soluzione da seguire?
Un'ultima domanda; Si potrebbe oltre la derivazione, eseguire della radio terapia per bloccare un'eventuale crescita della lesione, al momento di cui non si conosce il nome e la natura ?
saluti
Proprio oggi abbiamo preso conoscenza, del risultato relativo alla consulenza anestesiologica, eseguita negli scorsi giorni, su mio padre.
Il rischio in caso di intervento, sarebbe elevato ( grado 4 ).
Cosa significa cio' ? E se i neurochirurghi ne terranno conto, al fine della soluzione da seguire?
Un'ultima domanda; Si potrebbe oltre la derivazione, eseguire della radio terapia per bloccare un'eventuale crescita della lesione, al momento di cui non si conosce il nome e la natura ?
saluti
[#6]
Utente
Dottore, dato che lei e' stato molto cordiale nel rispondere alle mie domande;
Oggi siamo stati dal Prof. che doveva operare mio padre, ma purtroppo non intende operarlo, in quanto l’esito della consulenza anestesiologica, purtroppo, parla di una classificazione, in termini di rischio operatorio, ASA 4 ( rischio concreto di morte, o durante l’intervento o successivamente ), quindi ne’ asportare la lesione, ne’ eseguire una derivazione liquorale…
Anche la biopsia, al fine di dare un nome alla lesione e’ di difficile attuazione, in quanto trattasi sempre di addormentarlo.
Cercheranno di studiare la documentazione per individuare una soluzione meno impegnativa ( radioterapia?)
Lui sostiene che trattasi, quasi sicuramente, di lesione con carattere di malignità.
Vediamo, noi abbiamo le mani legate.....
Cosa ne pensa..?
Saluti e grazie
Oggi siamo stati dal Prof. che doveva operare mio padre, ma purtroppo non intende operarlo, in quanto l’esito della consulenza anestesiologica, purtroppo, parla di una classificazione, in termini di rischio operatorio, ASA 4 ( rischio concreto di morte, o durante l’intervento o successivamente ), quindi ne’ asportare la lesione, ne’ eseguire una derivazione liquorale…
Anche la biopsia, al fine di dare un nome alla lesione e’ di difficile attuazione, in quanto trattasi sempre di addormentarlo.
Cercheranno di studiare la documentazione per individuare una soluzione meno impegnativa ( radioterapia?)
Lui sostiene che trattasi, quasi sicuramente, di lesione con carattere di malignità.
Vediamo, noi abbiamo le mani legate.....
Cosa ne pensa..?
Saluti e grazie
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 3k visite dal 26/01/2014.
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