Stretto toracico
Buonasera, ho 24 anni e ormai da 4, periodicamente, mi trovo ad affrontare medi e lunghi periodi con algodistrofia muscolare della mano destra in particolare dell'indice poi pollice, medio e parte dell'anulare. Non sono in grado di distendere o piegare le dita con assenza di sudorazione (si squama la pelle). Ho passato 8 mesi convivendo con i dolori, le scosse e i bruciori muscolari senza che fisioterapia o manipolazioni avessero successo. Una ventina di specialisti non sono riusciti a dirmi di cosa si trattasse e quando un neurologo mi ha detto che si trattava di una compressione del nervo mediano ho fatto l'elettromiografia e l'esame dei potenziali evocati risultati entrambi negativi. Dopo diverse visite specialistiche ed altri esami mi è stato detto che ho la radice nervosa in C8 molto irritata perchè non ha spazio e sfrega sulla prima costa, ho una porzione di muscolo scaleno accessorio e pare che anche la grandezza della vene sia anomala. Mi è stato consigliato di fare fisioterapia, respirazioni yoga e sono in cura da diversi mesi da un chiropratico che per 4 o 5 volte è riuscito ad attutire i sintomi permettendomi di riprendere l'utilizzo della mano. Ora dopo 3 sedute di fila non solo non miglioro ma i dolori mi sembrano aumentare. La mano mi sembra un peso morto che sta per esplodere mentre la sensibilità e decisamente compromessa, in corrispondenza dell'ascella sento bruciori e scosse che si irradiano lungo tutto il braccio e la spalla brucia e punge come avessi punteruoli che continuano a tartassarmi. La clavicola destra sembra molto più sporgente della sinistra e la spalla più scesa dell'altra. Premetto che ho sempre praticato nuoto e danza moderna (che non comporta l'uso delle braccia con carichi pesanti o altri gesti che possano creare danni) e i sintomi sono presenti da 4 anni e non sono continui ma molto frequenti.
Ora, non trovo un dottore che riesca a seguirmi e sono decisamente stanca ed avvilita psicologicamente. Non riesco a lavorare e anche le cose quotidiane più stupide diventano un'impresa. La costa accessoria è esclusa dai raggi. Il problema mi è stato diagnosticato con una risonanza senza contrasto e un'ecografia. Ci sono altri esami che devo fare? Una Tac? uno studio dei gangli? una RMN con contrasto? è consigliabile iniziare a pensare all'intervento? In questo caso sarebbe più prudente intervenire sulla prima costa o sul muscolo scaleno accessorio?
Grazie
Ora, non trovo un dottore che riesca a seguirmi e sono decisamente stanca ed avvilita psicologicamente. Non riesco a lavorare e anche le cose quotidiane più stupide diventano un'impresa. La costa accessoria è esclusa dai raggi. Il problema mi è stato diagnosticato con una risonanza senza contrasto e un'ecografia. Ci sono altri esami che devo fare? Una Tac? uno studio dei gangli? una RMN con contrasto? è consigliabile iniziare a pensare all'intervento? In questo caso sarebbe più prudente intervenire sulla prima costa o sul muscolo scaleno accessorio?
Grazie
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La diagnosi di sindrome dell'egresso toracico non è usuale ed in questo sta una certa difficoltà successiva del trattamento.
Andrebbe fatto un ecocolordoppler agli arti sup. in inspirio, espirio, col capo completamente ruotato a dx, quindi a sin e confrontato col capo in posizione intermedia. Le braccia possono/devone essere tenute penzoloni e/o sollevate ed estese fino ad essere parallele al pavimento.
Se c'è un disturbo di flusso, questo si evidenzia esaminando il fluire/defluire del sangue a seconda delle varie posizioni assunte.
E' indispensabile anche una rmn con mdc per obiettivare le eventuali asimmetrie dx/sin e variazioni del calibro dei vasi nelle varie posizioni.
Clinicamente, si osserva un diminuzione della pulsazione dell'a.radiale a seconda della situazione di compressione del "fascio vascolo-nervoso"
Non è sempre necessario che vi sia una costa accessoria (in ogni caso basta anche un tralcio fibroso/cartilagineo che svolge un'uguale funzione compressiva) od una ipertrofia del muscolo.
Spesso, sono suffiicienti aderenze compressive modeste che alterano un equilibrio instabile.
Va da sè che una visita specialistica è indispensabile per valutare sia gli esami eseguiti sia la zona interessata dalla compressione vascolo / nervosa.
La scelta sul trattamento da eseguire (ginnastica ed altre intuizioni servono più a niente che a poco una volta che la situazione comincia ad appalesarsi clinicamente) dipenderà essenzialmente dallo studio di tutti i fattori che ho enumerato.
Cordialmente.
Andrebbe fatto un ecocolordoppler agli arti sup. in inspirio, espirio, col capo completamente ruotato a dx, quindi a sin e confrontato col capo in posizione intermedia. Le braccia possono/devone essere tenute penzoloni e/o sollevate ed estese fino ad essere parallele al pavimento.
Se c'è un disturbo di flusso, questo si evidenzia esaminando il fluire/defluire del sangue a seconda delle varie posizioni assunte.
E' indispensabile anche una rmn con mdc per obiettivare le eventuali asimmetrie dx/sin e variazioni del calibro dei vasi nelle varie posizioni.
Clinicamente, si osserva un diminuzione della pulsazione dell'a.radiale a seconda della situazione di compressione del "fascio vascolo-nervoso"
Non è sempre necessario che vi sia una costa accessoria (in ogni caso basta anche un tralcio fibroso/cartilagineo che svolge un'uguale funzione compressiva) od una ipertrofia del muscolo.
Spesso, sono suffiicienti aderenze compressive modeste che alterano un equilibrio instabile.
Va da sè che una visita specialistica è indispensabile per valutare sia gli esami eseguiti sia la zona interessata dalla compressione vascolo / nervosa.
La scelta sul trattamento da eseguire (ginnastica ed altre intuizioni servono più a niente che a poco una volta che la situazione comincia ad appalesarsi clinicamente) dipenderà essenzialmente dallo studio di tutti i fattori che ho enumerato.
Cordialmente.
Dr. Della Corte: vincenzodellacortemi@libero.it
Case di Cura: La Madonnina Milano-02/50030013
Le Betulle Appiano Gentile (Co) 031/973311
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.6k visite dal 21/10/2013.
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