Ernia discale l5-s1 postero-laterale destra significativa

Salve, ho 44 anni e nel 1998 sono stato operato per ernia in L5-S1 medio-laterale sx. Mai avuto problemi per i successivi 10 anni ma nel 2009, per lombo-sciatalgie persistenti, effettuo RM da cui si evince una discreta ernia posteriore centrale in L4-L5 ed ernia recidiva in L5-S1 posteriore-laterale sx. A Gennaio di quest’anno, una RM di controllo conferma l'esito precedente ma ora l'ernia in L5-S1 è piuttosto voluminosa in posteriore laterale dx con impronta sul sacco durale e sulla radice con estensione verso sx e appoggio sulla radice. Continuo ad avere sporadici disturbi lombo-sciatalgici, quasi sempre risolti in 5/7 giorni da quotidiane iniezioni intramuscolari di Voltaren e senza l'ausilio di antidolorifici se non in alcuni rari casi.
Circa un mese fa, data la mia obesità (120 chili), inizio a seguire un regime alimentare controllato, mi iscrivo ad una palestra per esercizi prevalentemente di aerobica e pesistica per rinforzare il supporto muscolare lombare. Contestualmente inizio una terapia dall’Osteopata per correggere la postura. In tutti i casi, le persone sono state preventivamente informate dello stato in cui verso.
Circa 7/8 giorni fa incomincio a sentire un dolore insistente all’interno coscia della gamba dx ma decido di non dargli molta importanza e come sempre procedo alle iniezioni di Voltaren. Dopo 4 giorni il dolore si irradia al gluteo, alla coscia e a tutta la gamba destra con concentrazione all’altezza dietro ginocchio. Il dolore diventa insopportabile e a niente valgono le iniezioni di Voltaren così come non sortisce effetto il Ketodol e l’Oki. Decido per una RM con referto d’urgenza, nel frattempo il dolore aumenta e persiste a tal punto che sono costretto immobile a letto, prendendo nel frattempo il Contramal da 100 mg (2 al giorno), il quale mi rende sopportabile il dolore ma non quanto basta per poter alzarmi dal letto.
L'esito della RM trova una nuova e voluminosa ernia L1-L2, verso il basso che verso l'alto e che impronta il sacco durale e che impegna parzialmente l'imbocco del
forame di coniugazione di destra, conferma l'ernia in L4-L5 e a L5-S1 la voluminosa ernia espulsa posterolaterale destra con marcata impronta sulla radice e occupazione parziale de! forame di coniugazione e del recesso laterale di destra.
Un primo consulto rileva, inoltre, Lasègue positivo a destra ai minimi gradi, senza deficit sensitivo-motorio. Mi viene sconsigliato di procedere subito ad un altro intervento chirurgico ma piuttosto di propendere una terapia per 2 settimane, composta da iniezioni di cortisone + Contramal + antiacido, considerando (data la mia obesità) eventuale profilassi antitrombotica. In caso di inefficacia della terapia, considerare eventuali infiltrazioni peridurali.
Sarei felice di avere un’altra opinione in merito e vorrei capire se l'acutizzarsi del dolore (dovuti probabilmente a movimenti/manipolazioni che non avrei dovuto fare) possono essere attribuiti ad una sottovalutazione del mio stato. Grazie
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.7k 398
Egr. signore,
non credo sia stata una buona idea fare degli esercizi di "pesisitica" con la diagnosi di ernia discale.
In ogni caso ora sembrerebbero essere due e anche voluminose.
I sintomi che riferisce sarebbero congrui con quanto evidenzia la RM.
Assunere ancora farmaci, tentare di far passare la sintomatologia dolorosa con la sola terapia sintomatica (ovvero che interviene sul dolore e non sulla causa del dolore), a mio parere non porterà a una remissione significativa.

In ogni caso consideri queste mie affermazioni del tutto generiche in quanto non scaturiscono da una valutazione oggettiva, necessaria per qualsiasi indicazione terapeutica.

Disponibile per ulteriori eventuali chiarimenti, La saluto con cordialità
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Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Egr. Dott. Migliaccio,

La ringrazio della risposta.

Mi rendo conto di aver dato troppa fiducia a persone che hanno sottovalutato la mia situazione, io stesso l'ho fatto e ne sto pagando le conseguenze.

Non posso che essere d'accordo con Lei sulla inefficacia della terapia sintomatica, intendendola come soluzione al problema ma è pur vero che ad oggi, almeno tre dottori (tra cui un neurochirurgo, suo esimio collega), mi sconsigliano vivamente l'intervento chirurgico, in quanto già operato (nella stessa sede in L5-S1). Anche la nucleoplastica è stata attualmente esclusa dai due dottori da meinterpellati.

Si ventila che la composizione dei farmaci (in larga parte anestetici) dell'epidurale, oltre alla nota azione analgesica, possa in alcuni casi far regredire l'ernia di quel poco che basta a togliere pressione sulla radice del nervo. Se così fosse, procederei ad un tentativo, saltando di fatto la terapia cortisonica.

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Il mio percorso clinico è ben sintetizzato nell'intervento precedente. Ringraziando anticipatamente tutti coloro che vorranno intervenire (qualsiasi consiglio è ben accetto), porgo i miei più cordiali saluti.

Walter S.

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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.7k 398
Egr. signor Walter,
quel che Le ha detto il mio collega è un rispettabilissimo parere che io però non condivido, perchè se un intervento è necessario, anche nella stessa sede precedentemente operata, esso va eseguito.

Dubito, inoltre,che stando a quanto Lei trascrive dal referto, le soluzioni che Le hanno proposto risolveranno gran che.

Con cordialità