Ernia del disco l5-s1

Buonasera,
a causa di uno sforzo a fine luglio, mi sono procurato un'ernia del disco L5-S1, di seguito riporto il referto RMN, la sintomatologia comprende dolori alla gamba destra, sia all'interno del gluteo che alla caviglia e polpaccio destri
quando cammino, saltuariamente ho anche dolori lombari.
Dopo aver inizialmente trascurato la cosa, dal 27/8 sto facendo una teapia farmacologica con Bentelan punture e riposo, con dosaggi a scalare, e al momento ho ottenuto una riduzione dell'intensità dolorosa, tanto che riesco a evitare l'analgesico, ma comunque ho ancora difficoltà per camminare e per dormire, in particolare ho dolori alla caviglia e al polpaccio mi dicono causati dalla compressione.
Sulla base della vostra esperienza pensate che nel mio caso ci siano buone possibilità di risolvere il problema evitando l'intervento chirurgico?

Vi ringrazio

RMN
Esame effettuato mediante utilizzo di acquisizioni secondo piani sagittali ed assiali con tecnica SE-FSE, T1-T2 pesate.
Verticalizzazione antalgica del rachide, con perdita della fisiologica curvatura in lordosi.
Presenza di fenomeni degenerativi discali, con ipointensità strutturale a livello L5-S1,particolarmente evidente nella sequenza T2-pesata, compatibilmente con perdita del contenuto idrico del nucleo.
Si apprezzano manifestazioni spondilosiche con segni di natura artrosica a livello interapofisario.
A livello L5-S1 si apprezza un'evidente ernia discale mediana-paramediana destra, espulsa e migrata cranialmente con impronta sulla porzione anteriore del sacco durale e con impegno intraforaminale ove esercita effetti compressivi sull'emergenza radicolare corrispondente.
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Dr. Pietro Brignardello Neurochirurgo 391 27
Egr. Signore,
in linea di massima quando, dopo una terapia cortisonica come quella da Lei effettuata, si cominciano ad avvertire dei miglioramenti riguardo alla sintomatologia dolorosa, ci sono buone probabilità di una guarigione dell'ernia senza necessità di dovere ricorrere all'intervento. Pertanto, se non vi sono deficit neurologici, Le consiglio di attendere e vedere se il dolore continua progressivamente a diminuire. Ovviamente, ci sono anche casi in cui, dopo un iniziale miglioramento, si ha una ripresa del dolore o addirittura la comparsa di deficit neurologici: solo in questo caso andrà valutata l'opportunità di una soluzione chirurgica. Rimanendo a disposizione per eventuali ulteriori chiarimenti La saluto cordialmente

dr. Pietro Brignardello
pietrobrignardello@gmail.com
www.pietrobrignardello.it
www.pietrobrignardello.it

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Utente
Utente
La ringrazio dottore per la sua pronta risposta, al momento della visita ortopedica mi sono state fatte fare delle manovre, tra cui delle trazioni con le gambe, immagino proprio per verificare la presenza di deficit neurologici.
Mi sembra che l'esame per valutare questi aspetti sia l'elettromiografia, pensa sia il caso di effettuarla a titolo precauzionale o è meglio attendere eventuali segnali di deficit?
Anche in caso non mi accorgessi dell'insorgenza di eventuali deficit neurologici immagino ci siano comunque ampi margini temporali prima di un danno permanente, giusto?
La ringrazio e la saluto cordialmente
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Dr. Pietro Brignardello Neurochirurgo 391 27
Direi che nel suo caso non sia necessaria l'esecuzione di una elettromiografia; in realtà qualora dovesse verificarsi l'insorgenza di un deficit ( inteso come difficoltà al movimento del piede ) sarebbe Lei stesso ad accorgersene, per cui ci sarebbe sicuramente il tempo di farne valutare tempestivamente l'entità dallo specialista e decidere sull'eventuale necessità dell'intervento. Rimango sempre a disposizione per ulteriori chiarimenti. Cordiali saluti
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Utente
Utente
Buonasera dottore, ho fatto alcuni scalini utilizzando le punte dei piedi e ho notato che il piede destro lo sento è più debole, nel senso che faccio più fatica a sostenere il peso, avvertendo anche fastidio al polpaccio (riesco comunque a sollevare il corpo). Vorrei sapere se si tratta di fenomeni compatibili con il problema, senza carattere di allarme.

La ringrazio
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Dr. Pietro Brignardello Neurochirurgo 391 27
Si, la difficoltà a camminare sulla punta del piede dipende dalla compressione esercitata dall'ernia sulla radice nervosa. Le consiglio di farsi visitare da uno specialista per valutare l'entita' del deficit ( come Le accennavo in una precedente risposta se il deficit fosse importante bisogna prendere in considerazione la soluzione chirurgica) . Sempre a disposizione per ulteriori chiarimenti,La saluto cordialmente
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Utente
Utente
Buonasera dottore, farò una elettromiografia martedì prossimo, del cui esito la informerò, nel frattempo faccio esercizi che sembrano migliorare la situazione (es. camminare sulle punte, stretching del polpaccio).
La ringrazio molto per la sua disponibilità.
Saluti
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Utente
Utente
Buongiorno dottore,
di seguito riporto l'esito della elettromiografia, aggiungo l'informazione che con gli esercizi la forza sul piede sembra tornata normale, potrebbe essere stata una fase di evoluzione dell'ernia?

Cordiali saluti

Note:
Nella norma le conduzioni sensitive del nervo surale bilaterale.
Nella norma le conduzioni motorie dei nervi peroneo e tibiale bilaterale.
Minime anomalie delle risposte riflesse del nervo peroneo di destra, nella norma le restanti risposte riflesse.
PUM polifasici e di durata aumentata nel muscolo tibiale anteriore, tracciato volontario
massimale interferenziale. Non denervazione in atto.

Conclusione:
Esame indicativo di sofferenza pregangliare cronica di modesta entità della radice L5 di destra, senza evidenze di danno acuto.

NERVI MOTORI: Lat SD Amp SD VC SD Amp% SD F-M SD
[ms] [mV] [m/s] [%] [ms]
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Destro Tibialis 55.5
Cavigl. - AHB 6.3 6.6

Sinist Tibialis 55.5
Cavigl. - AHB 3.2 4.8
- Cavigl. 11.2 4.0 48.8 -16

Destro Peroneus 47.8
Cavigl. - EDB 2.8 2.8
- Cavigl. 12.0 2.8 44.6 -1

Sinist Peroneus 46.8
Cavigl. -EDB 4.5 8.9
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Dr. Pietro Brignardello Neurochirurgo 391 27
Egr.Signore,
l'esame elettromiografico mostra una lieve sofferenza della radice. Se tuttavia la forza del piede e' tornata normale ed anche la sintomatologia dolorosa sta migliorando, Le conviene continuare con la terapia conservativa che sta effettuando. Per il resto vale quanto detto nelle risposte precedenti, e cioè' che in caso di insorgenza di deficit o ricomparsa del dolore, andrà' presa in considerazione la soluzione chirurgica. Rimango sempre a disposizione per ulteriori chiarimenti. Cordiali saluti