Ernie bilaterali, spondilo-disco-artrosi e artrosi iperapofisaria
Salve sono una nuova iscritta, ho 34 anni e da circa un mese sono costretta a letto perchè non riesco a stare in piedi per più di qualche minuto a causa di forti dolori alla gamba destra e in maniera minore alla schiena. Premetto che gia sei anni fa ero rimasta bloccata e una risonanza aveva confermato la presenza di due ernie a livello lombare, ma la situazione era migliorata dopo l'assunzione di cortisonici;gli acciacchi erano rimasti tant'è che ad agosto dello scorso anno mi sono sottoposta ad un altro ciclo di cortisonici e nei mesi successivi ho fatto quattro infiltrazioni, ma la situazione è andata peggiorando. Circa tre settimane fa, dopo un consulto, l'ortopedico mi ha consigliato di rivolgermi a un neurochirurgo il quale ha potuto constatare una lombosciatalgia destra in fase iperalgica, Lasègue a 40° a destra, achilleo destro fiacco, ipoestesia in L5 a destra e mi ha richiesto una RMN lombosacrale che ha evidenziato quanto segue: assenza di alterazioni di segnale nel contesto del cono midollare e della cauda equina.
Nella norma l'allineamento metamerico. Lo speco vertebrale appare lievemente ridotto di calibro nel tratto L4-S1 su base sia congenita sia acquisita per fenomeni di spondilo-disco-artrosi e di artrosi iperapofisaria.
Rettilineizzazione della lordosi lombare in condizioni di scarico funzionale. A livello di D12-L1 il disco intersomatico interposto appare ridotto di spessore ed ipointeso in T2 per disidratazione con ernia paramediana sinistra che impronta la superficie ventrale del sacco durale e presenta minima migrazione craniale.
A livello di L4-L5 ernia mediana-paramediana bilaterale con prevalenza paramediana sinistra impronta la superficie ventrale del sacco durale e determina conflitto meccanico con la radice emergente omolaterale di L5.
A livello di L5-S1 il disco intersomatico interposto appare ridotto di spessore ipointeso in T2 per disidratazione con associati fenomeni degenerativo-sclerotici del tipo II di Modic, con grossolana ernia mediana-paramediana bilaterale con netta prevalenza paramediana destra che impronta la superficie ventrale del sacco durale , determina dislocazione dorsale della radice emergente di S1 di destra. assenza di ulteriori protrusioni o ernie discali. Segni di spondilo-disco-artrosi.
In attesa che il neurochirurgo visioni la RMN volevo capire se secondo voi si rende necessario l'intervento chirurgico e in caso di risposta affermativa, sarà possibile ricorrere alla microchirurgia? Si dovrà provvedere a stabilizzare la colonna con l'ausilio di qualche protesi o basterà rimuovere le ernie? Le ernie andranno rimosse tutte? Vi ringrazio anticipatamente
Nella norma l'allineamento metamerico. Lo speco vertebrale appare lievemente ridotto di calibro nel tratto L4-S1 su base sia congenita sia acquisita per fenomeni di spondilo-disco-artrosi e di artrosi iperapofisaria.
Rettilineizzazione della lordosi lombare in condizioni di scarico funzionale. A livello di D12-L1 il disco intersomatico interposto appare ridotto di spessore ed ipointeso in T2 per disidratazione con ernia paramediana sinistra che impronta la superficie ventrale del sacco durale e presenta minima migrazione craniale.
A livello di L4-L5 ernia mediana-paramediana bilaterale con prevalenza paramediana sinistra impronta la superficie ventrale del sacco durale e determina conflitto meccanico con la radice emergente omolaterale di L5.
A livello di L5-S1 il disco intersomatico interposto appare ridotto di spessore ipointeso in T2 per disidratazione con associati fenomeni degenerativo-sclerotici del tipo II di Modic, con grossolana ernia mediana-paramediana bilaterale con netta prevalenza paramediana destra che impronta la superficie ventrale del sacco durale , determina dislocazione dorsale della radice emergente di S1 di destra. assenza di ulteriori protrusioni o ernie discali. Segni di spondilo-disco-artrosi.
In attesa che il neurochirurgo visioni la RMN volevo capire se secondo voi si rende necessario l'intervento chirurgico e in caso di risposta affermativa, sarà possibile ricorrere alla microchirurgia? Si dovrà provvedere a stabilizzare la colonna con l'ausilio di qualche protesi o basterà rimuovere le ernie? Le ernie andranno rimosse tutte? Vi ringrazio anticipatamente
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Gentile signora,
per porre indicazione a un intervento chirurgico è necessario lo studio del paziente e dei suoi sintomi che si evidenziano con l'esame clinico diretto.
Stando alla descrizione del referto e di quanto Lei riferisce posso solo intuire che sia verosimile intervenire chirurgicamente con varie metodiche, la cui scelta va ponderata avendo a disposizione tutti i dati appunto clinici.
A seconda della patologia da trattare tra le tecniche chirurgiche vi sono quelle microchirurgiche o quelle di accesso percutaneo, ovvero la possibilità, nel caso specifico, di stabilizzare la colonna o parte di colonna vertebrale senza alcuna incisione cutanea,se non quella di praticare da due a quattro incisioni della lungezza di 0.5-1.0 cm.
Cordialmente
per porre indicazione a un intervento chirurgico è necessario lo studio del paziente e dei suoi sintomi che si evidenziano con l'esame clinico diretto.
Stando alla descrizione del referto e di quanto Lei riferisce posso solo intuire che sia verosimile intervenire chirurgicamente con varie metodiche, la cui scelta va ponderata avendo a disposizione tutti i dati appunto clinici.
A seconda della patologia da trattare tra le tecniche chirurgiche vi sono quelle microchirurgiche o quelle di accesso percutaneo, ovvero la possibilità, nel caso specifico, di stabilizzare la colonna o parte di colonna vertebrale senza alcuna incisione cutanea,se non quella di praticare da due a quattro incisioni della lungezza di 0.5-1.0 cm.
Cordialmente
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 3.2k visite dal 31/05/2013.
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