Conflitto neurovascolare
Salve, dopo aver seguito il consiglio del mio ORL e della Dott.ssa Grillo qui nel sito , ho rifatto l'ABR il quale conferma l'alterazione a sx. Ho effettuato l'Angio RMN con la seguente diagnosi: situazione di conflitto iuxtapontine rinvenuto sulla partizione vestibolare dell’VIII nervo cranico proprio a livello della REZ, nella relazione si evidenzia l' arteria cerebellare sx particolarmente spessa.
La mia condizione di disequilbrio ( non vertigine) è quasi sempre presente, senza considerare il livello altissimo dell' acufene, entrambe parecchio invalidanti.
A questo punto mi chiedo, alla luce di una odierna e chiara diagnosi, quale terapia farmacologica diceva per gli acufeni e quale per instabilità e disequilibrio?
E...qual' ora non ottenessi nulla dalla terapia farmacologica, e optassi per l'intervento di decompressione del nervo, che percentuali di riuscita ci sono anche solo per mitigare le due cose?
Un eventuale centro di eccellenza su tale patologia anche se fuori Italia?
Grazie anticipatamente
La mia condizione di disequilbrio ( non vertigine) è quasi sempre presente, senza considerare il livello altissimo dell' acufene, entrambe parecchio invalidanti.
A questo punto mi chiedo, alla luce di una odierna e chiara diagnosi, quale terapia farmacologica diceva per gli acufeni e quale per instabilità e disequilibrio?
E...qual' ora non ottenessi nulla dalla terapia farmacologica, e optassi per l'intervento di decompressione del nervo, che percentuali di riuscita ci sono anche solo per mitigare le due cose?
Un eventuale centro di eccellenza su tale patologia anche se fuori Italia?
Grazie anticipatamente
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Gli interventi che influiscono sui conflitti neuro-vascolari è, ormai, sicuro che diano dei buoni (anche ottimi) risultati.
Il Suo caso, poi, sembra essere quasi di scuola per cui la separazione delle due strutture, ponendo, ad esempio, del teflon fra nervo ed arteria , dovrebbe riuscire estremamente positivo.
E' un po' lo stesso principio su cui si basa la terapia della nevralgia trigeminale cosiddetta essenziale.
Si procede prima con vari tipi di farmaci, la cui caratteristica è quella di "modulare" l'eccessivo trasmettere dell'impulso nervoso stimolato dalla continue pulsazioni arteriose, quindi, in caso d'insufficienza della terapia medica, si affronta il problema alla radice dividendo le due strutture (una danneggiante, l'altra danneggiata) con un classico intervento endocranico.
Per quanto concerne l'ulteriore domanda, non siamo usi consigliare Centri specialistici cui rivolgersi.
Se ha piacere, dia pure ulteriori informazioni sull'evolversi della situazione.
Cordialità
Il Suo caso, poi, sembra essere quasi di scuola per cui la separazione delle due strutture, ponendo, ad esempio, del teflon fra nervo ed arteria , dovrebbe riuscire estremamente positivo.
E' un po' lo stesso principio su cui si basa la terapia della nevralgia trigeminale cosiddetta essenziale.
Si procede prima con vari tipi di farmaci, la cui caratteristica è quella di "modulare" l'eccessivo trasmettere dell'impulso nervoso stimolato dalla continue pulsazioni arteriose, quindi, in caso d'insufficienza della terapia medica, si affronta il problema alla radice dividendo le due strutture (una danneggiante, l'altra danneggiata) con un classico intervento endocranico.
Per quanto concerne l'ulteriore domanda, non siamo usi consigliare Centri specialistici cui rivolgersi.
Se ha piacere, dia pure ulteriori informazioni sull'evolversi della situazione.
Cordialità
Dr. Della Corte: vincenzodellacortemi@libero.it
Case di Cura: La Madonnina Milano-02/50030013
Le Betulle Appiano Gentile (Co) 031/973311
[#2]
Utente
Gent.le Dott.re Della Corte, la ringrazio per l'esauriente risposta, anche se non capisco il motivo per il quale quasi tutti ( ORL e medici ) mi sconsigliano tale tipo di intervento. La portata dei miei problemi è parecchio invalidante, sia dal punto di vista dell'acufene ( 95 db a sx e 70 db a dx ) che vestibolari.
Asseriscono che i rischi sono troppo alti in quanto alla fine non trattasi di un tumore.
A questo punto mi chiedo : è vero ? Riferiscono che la via d'accesso interesserebbe il cervelletto.
La mia decisione è per l' intervento, ma vorrei almeno capire le percentuali di successo, parziale successo, o insuccesso.
Questo mi permetterebbe di affrontare meglio la questione.
Cordialmente
Asseriscono che i rischi sono troppo alti in quanto alla fine non trattasi di un tumore.
A questo punto mi chiedo : è vero ? Riferiscono che la via d'accesso interesserebbe il cervelletto.
La mia decisione è per l' intervento, ma vorrei almeno capire le percentuali di successo, parziale successo, o insuccesso.
Questo mi permetterebbe di affrontare meglio la questione.
Cordialmente
[#3]
Sostanzialmente gli stessi rischi che per la nevralgia trigeminale. Un tipo d'intervento che da svariati decenni viene eseguito, direi, di routine.
E' chiaro che non è un intervento paragonabile ad un trattamento ambulatoriale, ma un intervento endocranico extra-cerebrale ed in anestesia generale.
Tutto dipende dal rapporto costi/benefici: quanti disturbi ci sono e quanto rischio c'è soprattutto in relazione alle reali condizioni del singolo paz.
Cordialità.
E' chiaro che non è un intervento paragonabile ad un trattamento ambulatoriale, ma un intervento endocranico extra-cerebrale ed in anestesia generale.
Tutto dipende dal rapporto costi/benefici: quanti disturbi ci sono e quanto rischio c'è soprattutto in relazione alle reali condizioni del singolo paz.
Cordialità.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 9k visite dal 05/05/2013.
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