Artrosi degenerativa con parestesia braccio: dubbi e consigli
Buongiorno,
vi scrivo per un consulto in modo da indirizzare meglio tutti gli accertamenti del caso.
Ho 39 anni, peso 78kg, sono uno sportivo da sempre. Negli ultimi anni pratico running, circa 50-60km a settimana. Ho fatto qualche maratona, faccio diverse mezze maratone. Lavoro in ufficio.
Non ho mai sofferto di cervicale anche se ho sempre avuto sintomi latenti a cui non ho dato importanza ("sabbia nel collo").
Vengo al problema: da 3 settimane soffro di forti dolori cervicali con interessamento del braccio, spalla, polso DX. Non sono scaturiti da traumi avuti recentemente, il dolore, inizialmente lieve, si è acutizzato ed infine mi ha bloccato.
Ho fatto un ciclo antiffiammatorio forte (bentalan 3GG, brufen 800 10GG). Adesso, va meglio, ma permane la parestesia al braccio ed un dolore di fondo sulla cervicale.
ll referto della risonanza:
Complessi degenerativi disco-osteofitari posteriori C5.C6 e C6-C7 a prevalente componente discale (specie aliente in sede paramediana-preforaminale dx in C6-C7) sono responsabili di impronta a barra sullo sazio subaracnoideo premidollare pure determinanti iniziali deformazioni del profilo ventrale del midollo spinale.
discreta riduzione di calibro del neuroforame C6-C7 dx.
Non alterazioni di segnale del midollo spinale, in particolare del carattere focale.
in D2-D3 piccola ernia discale contenuta paramediana Sx.
Sono in attesa di una visita neurochirugica.
Sto facendo fisioteripia con qualche giovamento
I miei dubbi:
Non so se questo malessere attuale è ancora legato ad uno stato infiammatorio e/o di sollecitazione del nervo che a tendere sparirà.
Se esiste una terapia conservativa che mi permetta di continuare a fare sport. Se è auspicabile una soluzione chirurgica o se, peggio, devo abituarmi a questa nuova “normalità”.
Mi chiedo che aspettative ho in riferimento alle mie 2 passioni: moto e corsa.
Ho bisogno di un protocollo riabilitativo ad hoc fatto da un fisiatra?.
Meglio un fisioterapista od osteopata per le pratiche riabilitative?
Cordialmente
vi scrivo per un consulto in modo da indirizzare meglio tutti gli accertamenti del caso.
Ho 39 anni, peso 78kg, sono uno sportivo da sempre. Negli ultimi anni pratico running, circa 50-60km a settimana. Ho fatto qualche maratona, faccio diverse mezze maratone. Lavoro in ufficio.
Non ho mai sofferto di cervicale anche se ho sempre avuto sintomi latenti a cui non ho dato importanza ("sabbia nel collo").
Vengo al problema: da 3 settimane soffro di forti dolori cervicali con interessamento del braccio, spalla, polso DX. Non sono scaturiti da traumi avuti recentemente, il dolore, inizialmente lieve, si è acutizzato ed infine mi ha bloccato.
Ho fatto un ciclo antiffiammatorio forte (bentalan 3GG, brufen 800 10GG). Adesso, va meglio, ma permane la parestesia al braccio ed un dolore di fondo sulla cervicale.
ll referto della risonanza:
Complessi degenerativi disco-osteofitari posteriori C5.C6 e C6-C7 a prevalente componente discale (specie aliente in sede paramediana-preforaminale dx in C6-C7) sono responsabili di impronta a barra sullo sazio subaracnoideo premidollare pure determinanti iniziali deformazioni del profilo ventrale del midollo spinale.
discreta riduzione di calibro del neuroforame C6-C7 dx.
Non alterazioni di segnale del midollo spinale, in particolare del carattere focale.
in D2-D3 piccola ernia discale contenuta paramediana Sx.
Sono in attesa di una visita neurochirugica.
Sto facendo fisioteripia con qualche giovamento
I miei dubbi:
Non so se questo malessere attuale è ancora legato ad uno stato infiammatorio e/o di sollecitazione del nervo che a tendere sparirà.
Se esiste una terapia conservativa che mi permetta di continuare a fare sport. Se è auspicabile una soluzione chirurgica o se, peggio, devo abituarmi a questa nuova “normalità”.
Mi chiedo che aspettative ho in riferimento alle mie 2 passioni: moto e corsa.
Ho bisogno di un protocollo riabilitativo ad hoc fatto da un fisiatra?.
Meglio un fisioterapista od osteopata per le pratiche riabilitative?
Cordialmente
[#1]
Egr. signore,
è probabile che i Suoi sintomi siano dovuti a quanto evidenziato in sede cervicale.
A distanza non è possibile porre una indicazione terapeutica, anche se, intuitivamente, si può pensare che debba essere chirurgica.
Solo con l'esame clinico diretto si può valutare se sono obiettivabili sintomi e segni che consentano di consigliare una terapia medica, chirurgica oppure un atteggiamento di attesa.
Cordialmente
è probabile che i Suoi sintomi siano dovuti a quanto evidenziato in sede cervicale.
A distanza non è possibile porre una indicazione terapeutica, anche se, intuitivamente, si può pensare che debba essere chirurgica.
Solo con l'esame clinico diretto si può valutare se sono obiettivabili sintomi e segni che consentano di consigliare una terapia medica, chirurgica oppure un atteggiamento di attesa.
Cordialmente
[#2]
Utente
Buonasera dott. Migliaccio,
La ringrazio per la pronta risposta.
Mi sono imbattuto in questa patologia solo 2 settimane fa e sto cercando referenze su centri di eccellenza e professionisti chirurghi del caso.
Vivo in Romagna, ma nn ho vincoli geografici.
Immagino che nn possa risponderei esplicitamente nel sito, ma se ha un consiglio da darmi troveremo il modo per confrontarci.
Ho una curiosità sull'intervento chirurgico, per il quale giustamente rimanda ad un esame clinico diretto.
Una eventuale atteggiamento di attesa, ammesso che c'è ne siano le condizioni, potrebbe aggravare il quadro clinico? Anche in considerazione del fatto che se riuscissi a curare i sintomi, tornerei alle mie abitudini sportive.
Mi è sembrato di capire che il mio problema origina dallo schiacciamento/protusione del disco e conseguente riduzione dello spazio perforaminale a danno del nervo ( da cui il problema al braccio).
In cosa consiste l'intervento? Si tratta dunque di un ripristino dello spazio intervertebrale con sostituzione del disco con protesi mobile? Fissa?
Quali sono i rischi connessi? Su web si legge di tutto.
Per specialisti della materia, si tratta di un intervento di routine, media complessitá, molto complesso?
Mi scuso per la sequenza di domande.
Cordialmente.
La ringrazio per la pronta risposta.
Mi sono imbattuto in questa patologia solo 2 settimane fa e sto cercando referenze su centri di eccellenza e professionisti chirurghi del caso.
Vivo in Romagna, ma nn ho vincoli geografici.
Immagino che nn possa risponderei esplicitamente nel sito, ma se ha un consiglio da darmi troveremo il modo per confrontarci.
Ho una curiosità sull'intervento chirurgico, per il quale giustamente rimanda ad un esame clinico diretto.
Una eventuale atteggiamento di attesa, ammesso che c'è ne siano le condizioni, potrebbe aggravare il quadro clinico? Anche in considerazione del fatto che se riuscissi a curare i sintomi, tornerei alle mie abitudini sportive.
Mi è sembrato di capire che il mio problema origina dallo schiacciamento/protusione del disco e conseguente riduzione dello spazio perforaminale a danno del nervo ( da cui il problema al braccio).
In cosa consiste l'intervento? Si tratta dunque di un ripristino dello spazio intervertebrale con sostituzione del disco con protesi mobile? Fissa?
Quali sono i rischi connessi? Su web si legge di tutto.
Per specialisti della materia, si tratta di un intervento di routine, media complessitá, molto complesso?
Mi scuso per la sequenza di domande.
Cordialmente.
[#3]
Le rispondo in generale, non potendo conoscere il caso particolare.
Se l'intervento è indicato, esso non è evitabile e consiste nell'asportare il disco e l'osteofita che lo accompagna, applicando una cage o una protesi, anche se sembra che a lungo termine la differenza è trascurabile.
Per atteggiamento di attesa, si intende la non urgenza chirurgica e quindi controlli periodici per cogliere segni più significativi che consigliano di intervenire. In questo periodo sono necessarie alcune precauzioni che comunque vanno valutate singolarmente.
L'intervento, eseguito da chirurgo esperto, è praticamente a rischio zero, anche se il paziente deve essere informato di rischi e benefici dell'intervento come dell'anestesia.
In chirurgia non esistono interventi di routine se a questo termine si vuol dare il significato di abitudini tecniche sovrapponibili e ripetitive, in quanto una situazione patologica è diversa da individuo a individuo e ogni individuo e diverso da ogni altro.
Non ho compreso bene cosa intende dire con eventuali consigli da darLe non avendo Lei vincoli geografici.
Spero di aver risposto alle Sue domande.
Con cordialità
Se l'intervento è indicato, esso non è evitabile e consiste nell'asportare il disco e l'osteofita che lo accompagna, applicando una cage o una protesi, anche se sembra che a lungo termine la differenza è trascurabile.
Per atteggiamento di attesa, si intende la non urgenza chirurgica e quindi controlli periodici per cogliere segni più significativi che consigliano di intervenire. In questo periodo sono necessarie alcune precauzioni che comunque vanno valutate singolarmente.
L'intervento, eseguito da chirurgo esperto, è praticamente a rischio zero, anche se il paziente deve essere informato di rischi e benefici dell'intervento come dell'anestesia.
In chirurgia non esistono interventi di routine se a questo termine si vuol dare il significato di abitudini tecniche sovrapponibili e ripetitive, in quanto una situazione patologica è diversa da individuo a individuo e ogni individuo e diverso da ogni altro.
Non ho compreso bene cosa intende dire con eventuali consigli da darLe non avendo Lei vincoli geografici.
Spero di aver risposto alle Sue domande.
Con cordialità
[#4]
Utente
La ringrazio. Molto chiaro.
A questo punto non mi resta che affidarmi a mane esperte ed è questo il tema per il quale le chiedevo referenze, in Romagna, in Italia, all'estero ( in questo senso non ho vincoli geografici).
Ho capito che la neurochirgia è una branca molto ampia e potrebbe essere non scontato che un luminare in neurochirurgia sia anche un esperto chirurgo di patologie vertebrali.
Approfitto di un ultimo quesito, la situazione è generalmente migliorata, ma permanente un problema di fondo al collo ed al braccio.
Tranne i giorni di dolore acuto, ho continuato a lavorare, il che significa 10-11 ore mai disteso, con una postura "da ufficio" che alla lunga stanca. La sera sono decisamente stanco.
Ritiene opportuno un periodo di riposo per agevolare un ulteriore recupero?
Posso "fare danni" abusando di questo lieve miglioramento?
Un cordiale saluto
A questo punto non mi resta che affidarmi a mane esperte ed è questo il tema per il quale le chiedevo referenze, in Romagna, in Italia, all'estero ( in questo senso non ho vincoli geografici).
Ho capito che la neurochirgia è una branca molto ampia e potrebbe essere non scontato che un luminare in neurochirurgia sia anche un esperto chirurgo di patologie vertebrali.
Approfitto di un ultimo quesito, la situazione è generalmente migliorata, ma permanente un problema di fondo al collo ed al braccio.
Tranne i giorni di dolore acuto, ho continuato a lavorare, il che significa 10-11 ore mai disteso, con una postura "da ufficio" che alla lunga stanca. La sera sono decisamente stanco.
Ritiene opportuno un periodo di riposo per agevolare un ulteriore recupero?
Posso "fare danni" abusando di questo lieve miglioramento?
Un cordiale saluto
[#5]
Egr, signore,
se Lei si rivolge a un neurochirurgo chiedendogli di consigliarLe uno esperto, quale risposta si aspetta?
Il neurochirurgo è lo specialista del sistema nervoso e della colonna vertebrale, visto che in essa sono contenute importanti strutture nervose, per cui esse sono di competenza di chi fa il neurochirurgo.
Per il resto mi sembra che Le abbia già risposto
Cordialmente
se Lei si rivolge a un neurochirurgo chiedendogli di consigliarLe uno esperto, quale risposta si aspetta?
Il neurochirurgo è lo specialista del sistema nervoso e della colonna vertebrale, visto che in essa sono contenute importanti strutture nervose, per cui esse sono di competenza di chi fa il neurochirurgo.
Per il resto mi sembra che Le abbia già risposto
Cordialmente
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 1.6k visite dal 19/04/2013.
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