terza recidiva ernia del disco

Buonasera vi espongo il mio problema sperando di avere un parere in merito. Nel marzo 2010 vengo operato per ernia discale L5-S1. Sono stato bene sino a dicembre dello stesso anno quando una mattina resto letteralmente bloccato da dolori lancinanti che dai lombi si irradiano per tutta la gamba dx sino al piede. Mi reco in pronto soccorso e dopo una tac mi dicono che ci puo essere una verosimile recidiva. Faccio una RMN dalla quale risulta una voluminosa ernia discale lateralizzata a dx a livello di L5-S1 parzialmente espulsa. Mi reco nuovamente nell'ospedale dove sono stato operato la prima volta e considerato il fatto che non camminavo in quanto non riuscivo a poggiare neanche il piede a terra ed i dolori erano insopportabili e nessun farmaco mi faceva star meglio nel gennaio del 2011 mi sottopongono ad un secondo intervento di microdiscectomia. Gia a poche ore dall'intervento riesco a camminare con mia grande gioia ed anche i dolori pian piano diminuiscono. Sono stato relativamente bene sino a circa un mese fa quando a causa di un colpo di tosse ho avvertito un dolore lancinante ai lombi che subito s'irradia alla gamba dx sino al piede. Avendo in casa voltaren e muscoril provvedo subito a fare un'iniezione. Il dolore sembra attenuarsi ma il giorno dopo si ripresenta il dolore e stavolta dalla gamba dx passa anche alla sx acuttizzandosi. Il dolore si irradia sino al piede e perdo quasi del tutto la sensibilità. Il 1 marzo rifaccio la RMN dalla quale emerge un'accentuazione della residua ernia discale in sede laterale dx L5-S1 con grossolano frammento espulso che determina una marcata impronta sul sacco durale e del tutto verosimile sulla radice s1 di dx. Con questo referto mi reco a visita da un neurochirurgo il quale esaminando la RMN mi documenta la presenza di una voluminosa recidiva L5-S1 bilaterale subostruente verosimilmente prevalente a sinistra. Dalla visita emerge un lasegue positivo a sinistra ai minimi gradi a destra 40°, lieve deficit della flessione dorsale del piede sinistro, deambulazione gravemente cautelata bilateralmente deficitaria sui talloni. Ipoestesia tattile dolorifica in territorio di S1 a sinistra.Essendomi già operato 2 volte mi prescrive terapia cortisonica (soldesan 8mg 1 fl I.M ogni 8 ore per 4 gg, soldesan 4mg 1 fl I.M ogni 8 ore per 5 gg ed a scalare 32gtt di soldesan ogni 8 ore per 3 gg) + tachidol 1 bustina per due al giorno. Ho terminato la terapia cortisonica ed ammetto che il dolore è scemato anche se ancora presente ma la parestesia sembra permanere e soprattutto non riesco a deambulare correttamente. Inoltre faccio davvero fatica a stare in piedi e dopo poco sento il bisogno di distendermi.
Vorrei evitare l'intervento perciò chiedo se c'è la possibilità che questa situazione possa migliorare. Ho anche pensato di sottopormi all'ozonoterapia, potrebbe essere una soluzione soprattutto nella mia situazione?o qualche altra soluzione. Accetto ogni consiglio. Ringrazio anticipatamente
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.7k 398
Egr. signore,
senza entrare nei particolari delle cause di recidiva,esse sono possibili anche se ciò non è certo la regola.
Senza vedere le immagini sia dei pre- che dei post-interventi e senza valutare obiettivamente gli attuali sintomi, a distanza non è possibile esprimere un giudizio di certezza.
Da quanto scrive e descrive, si può intuire che il terzo intervento si renda necessario.
Una sola certezza mi sento di esprimere e cioè che l' ozonoterapia non è efficace e che è comunque controindicata nelle recidive.
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Disponibile per eventuali ulteriori chiarimenti,La saluto con cordialità
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Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Buonasera dottore la ringrazio per la cortese risposta. L'unico dubbio che mi sorge è questo. Un terzo intervento non potrebbe essere deleterio per la colonna, nel senso che la stessa non si potrebbe ulteriormente destabilizzare o indebolire favorendo quindi un'eventuale futura ernia? Mi rendo anche perfettamente conto che sicuramente gia dopo l'intervento la sensibilità si riaquisisce (come nel precedente intervento) ma l'unico mio dubbio resta il fatto che la colonna vada ad indebolirsi ulteriormente e magari tra un anno o due sono nuovamente punto e a capo...Naturalmente non essendo medico è un mio pensiero quindi magari l'intervento non crea problemi di questo genere. Ne approffitto per chiederLe se per caso, si può fare un particolare intervento che magari, anche con l'utilizzo di protesi o altro possa impedire al disco di erniare ancora. Capisco che in medicina le certezze non esistono ma mi creda, anche rifacendo un terzo intervento di certo non potrei accettarne un quarto... La ringrazio ancora e la saluto cordialmente
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.7k 398
Egr. signore,
se è necessario, gli interventi, non solo sulla colonna, posso essere anche di più, ma non discutiamo di casi eccezionali.
Come Le dicevo, le recidive di ernia discale non sono certo la regola, ma rare eccezioni.
Ogni caso è particolare e bisogna studiare bene la strategia e la tecnica chirurgica per una guarigione definitiva.
Nel Suo caso è probabile che, se si interviene, sarà necessario utilizzare mezzi di sintesi di stabilizzazione.
Una ulteriore recidiva allo stesso livello sarà del tutto improbabile poichè non è pensabile che un disco tolto si riproduca nel tempo, anche se vi sono rarissimi casi in cui una recidiva si è ripresentata allo stesso livello anche dopo vent'anni.
In sintesi, se un'ernia del disco viene rimossa per evitare il rischio di danni alle radici nervose, è chiaro che lo stesso rischio permane anche nella recidiva.

Con cordialità
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Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Buongiorno dottore, la ringrazio per la celere risposta. Oggi ho prenotato nuovamente una visita dal neurochirurgo cosi valuterò insieme a lui ogni cosa. La terrò informata se ci sono ulteriori sviluppi.
Cordialmente