Stenosi ed ernia cervicale

Gentile Dottore, soffro dal 20 agosto di cervicobrachialgia acuta a sx.+ parestesie, che sto ancora trattando con infiltrazioni di cortisone (dopo 20 giorni il dolore riprende, anche se non in forma acuta). Il referto della RM CERVICALE è il seguente: inversione della fisiologica lordosi cervicale con fulcro a livello C4-C5. Marcate alterazioni spondilo-disco-artrosiche nel tratto da C4 a C7 caratterizzate da netta riduzione in altezza dei dischi intersomatici e produzioni osteofitosiche margino-somatiche,con secondario restringimento del diametro sagittale del canale vertebrale. In particolare a livello C4-C5 si rileva grossolana barra disco-osteofitosica, con componente molle nel contesto, a tutta circonferenza, con marcato restringimento di entrambi i forami di coniugazione, con reperto più evidente a destra, ed impronta sul midollo. A livello C5-C6 altra voluminosa barra disco-osteofitosica circumferenziale, con ampia componente discale molle nel contesto, che determina marcato restringimento di entrambi i forami di coniugazione, con reperto più evidente a sinistra, ed impronta l’asse meningo-mielico. A livello C6-C7 ernia discale paramediana-preforaminale sinistra. Il midollo, pur improntato a più livelli, non presenta alterazioni focali di intensità di segnale. Mi hanno consigliato terapia conservativa per il momento e di eseguire EMG e potenziali evocati che non ho ancora eseguito. Cosa dovrei fare? La ringrazio. Distinti saluti.
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Neurochirurgo attivo dal 2012 al 2013
Neurochirurgo
Gent.le Sig.re

non so chi le abbia consigliato il trattamento conservativo, ma certo un videat neurochirurgico mi sembra necessario. Le infiltrazioni cortisoniche non le avrei eseguite sequenzialmente poichè se da un lato momentaneamente la sintomatologia ne ha beneficiato è evidente che la causa è rimasta immodificata e forse anche peggiorata. La EMG ed i potenziali evocati sono esami che non mi aggiungono nulla al quadro descritto che deve essere valutato dallo specialista.cordialmente
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Utente
Utente
Gent.le Dottore, la ringrazio per la sua risposta. Ho già consultato due Dottori specialisti in Neurochirurgia. Il primo ha suggerito di continuare le terapie conservative, visto il quadro di miglioramento clinico, solo se tali terapie non fossero efficaci, allora si proporrà l'intervento. Ha anche consigliato l'uso del collare e fisioterapia da supporto. il secondo mi ha consigliato di eseguire un EMG per verificare l'eventuale radicolopatia in atto. Il fisioterapista mi ha fatto due manipolazioni leggere, sospese quando il medico che mi ha fatto l'ultima infiltrazione (la quinta) me le ha sconsigliate tassativamente e invece mi ha consigliato i potenziali perchè dalla visione del dischetto della RM il midollo risulta molto stretto . Non so più cosa fare. La ringrazio. Distinti saluti
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Neurochirurgo attivo dal 2012 al 2013
Neurochirurgo
Gent.le Sig.ra

io sono del parere che sia il quadro clinico a determinare la scelta terapeutica. Assolutamente no le manipolazioni, le infiltrazioni sono fini a se stesse non risolvono il problema; gli esami strumentali EMG e PES/PEM a mio modo di vedere servono unicamente a chiarire le idee dell'entità del sofferenza del tessuto nervoso, che sappiamo sicuramente sofferente. In conclusione mi sembra che la RMN sia sicuramente indicativa di una potenziale patologia chirrurgica, ma è determinante che questa sia congrua con il quadro clinico: o lei è sofferente ed addirittura vi è una sindrome deficitaria.....quindi chirurgia o il dolore è sopportabile e trattabile farmacologicamente....trattamento conservativo. cordialmente
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.7k 398
Gentile signora,
dalla descrizione della RM e dei sintomi, credo che la soluzione sia soltanto chirurgica, quindi concordo con il collega che mi ha preceduto.
E' chiaro che è necessario capire a che livello intervenire e quale tecnica chirurgica adottare,ma questo può scaturire solo da una accurata visita medica.
L'EMG e i PEV, spesso non significativi, anche se negativi, non precludono l'indicazione chirurgica.
Per quanto riguarda il dolore, anche il suo trattamento farmacologico protratto a lungo, non è efficace, (e a volte dannoso) poichè tale terapia agisce sull'effetto e non sulla causa.

Quel che,personalmente, Le posso consigliare è di evitare sia le manipolazioni sia terapie palliative.

Cordiali saluti
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Utente
Utente
Grazie mille ad entrambi i dottori per avermi dato una risposta così sollecita quindi approfitto ancora della vostra gentilezza. Se ho ben capito l'intervento è subordinato ad un quadro clinico di dolore non più sopportabile. Se è sopportabile si può trattare farmacologicamente ma qual è il trattamento farmacologico consigliato se escludiamo le infiltrazioni? Infine se il dolore è sopportabile l'intervento può aspettare o la situazione peggiora in modo irreversibile? Grazie ancora e cordiali saluti.
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Neurochirurgo attivo dal 2012 al 2013
Neurochirurgo
No Gent.le Signora,
il dolore è uno dei parametri, peraltro è da sottolineare che non si può insistere con la terapia farmacologica per settimane o mesi, soprattutto quando la causa del dolore non viene modificata e quindi non vi è possibilità di recupero. Ma il parametro più importante è l'eventuale sindrome deficitaria che nel caso specifico si evidenzia con iniziale perdita di forza all'arto superiore o peggio con sensazione di pesantezza a quelli inferiori.
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Utente
Utente
La ringrazio ancora una volta per i suggerimenti e per avermi prestato attenzione. Distinti Saluti
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