Ernia l5-s1, provocante sindrome cauda equina operata, recidiva.

Salve!
sono una ragazza di 24 anni.
Esattamente un anno fa, fui colpita dalla sindrome della cauda equina: mi portò totale addormentamento della zona genitale, fino a tutti e due i glutei e coscie. Di conseguenza non potendo più espletare le normali funzioni diuretiche e fecali fui portata al pronto soccorso.
Scrivo di seguito il referto della cartella clinica di quando sono stata ricoverata, e purtroppo/ per fortuna, operata.
" Ricoverata in data X- X - X ed operata lo stesso giorno per EDL L5-S1 espulsa con sindrome della cauda equina e intervento di microdiscectomia L5-S1,inserimento di dispositivo interspinoso ( Viking )."

Questo è il risultato dell'intervento. In seguito ho purtroppo avuto un decorso molto lungo, in quanto si è verificata la Vescica Neurologica e ho dovuto portare il catetere per un mese e mezzo. Ma ringraziando il cielo, sono riuscita a riprendere le mie funzioni urinarie e delle feci.
Lentamente poi ho ripreso le mie funzioni motorie e fisiologiche, lamentando però sempre, una leggera anestesia perineale più o meno accentuata da vari fattori (fra gli altri, se non riesco ad andare al bagno per più di tot giorni, ho un addormentamento molto accentuato, a tutt’oggi).
Verso Dicembre questo addormentamento sembrava del tutto sparito.
Ma verso i primi di gennaio, ho ri-accusato forti dolori al nervo sciatico di sx.
Di lì a poco ritorna il dramma: riaddormentamento del perineo, e subito dopo addormentamento di tutta la natica dx.
Risentito il neurochirurgo che mi operò, mi diede una cura con punture di Bentelan ( che già aveva fatto precedentemente a novembre per un attacco di sciatalgia), ma non mi diede grande giovamento, oltre a tutti gli effetti collaterali del cortisone, tanto che è stato interrotto (visti gli effetti collaterali superiori a quelli di giovamento), ed è stata fatta una nuova RMN, fatta nei primi giorni di febbraio 2008, che ha decretato quest'altro verdetto:
" Esame eseguito con sequenze T1 e T2 pesate in sagittale ed assiale anche dopo somministrazione MDC. Esiti di intervento protesico L5- S1 dove si documenta ernia discale focale mediana paramediana sinistra estrusa ed occupante il recesso laterale sinistro.
Protusione discale mediana a livello L4-L5."

In merito a quest'ultima ernia era già presente al primo attacco che ebbi di cauda equina.

A questo punto con tutta la risonanza siamo ritornati dal neurochirurgo che mi operò esattamente un anno fa, il quale analizzando la risonanza, oltre al suddetto referto ha evidenziato una fibrosi nella zona cicatriziale post intervento, che comprime ulteriormente l’ernia recidiva.
In merito a tutto questo,mi ha consigliato di dimagrire ( visto che sono alta 1.70 e pesavo 116 kg), e poi inevitabilmente sottoporsi a nuovo intervento. In questo lasso di tempo, dal 14 febbraio ho iniziato una dieta sotto controllo medico. Ad oggi lei peso 107 kg.
Nonostante questo dimagrimento, assai ai limiti della norma come alimentazione ( priva di ogni sorta di zuccheri e carboidrati, e non solo),ho continuamente problemi ad alzarmi la mattina dal letto, vivere la mia giornata tranquillamente, e avere una normale vita quotidiana, come dovrebbe avere ogni 24enne della mia età e che mi avevano promesso di tornare a vivere.
Mi alzo ogni mattina 2 ore prima dell'ora in cui dovrei, perché ho totalmente la schiena bloccata; per non parlare dei problemi a livello di sciatalgie e crampi che attanagliano ogni giorno schiena e gambe. Quando la notte mi corico, la mattina dopo ho dolori in ogni posizione io mi metta: di fianco, supina…etc..
In più con questa dieta ho problemi di altro tipo che creano ulteriori scompensi...Ma in questo proposito cambierò medico.
Sarebbe di gran lunga ottimo se si potesse evitare l'intervento, visto che in teoria sarebbe a breve, e visto che da quanto so ci sono tecniche assai innovative..
Mi rendo conto che la patologia che ha scatenato il precedente intervento era un caso estremo, ma spero davvero di poter evitare un secondo trauma.

Ringrazio vivamente per l'attenzione che mi sarà riservata!

Cordiali Saluti.
[#1]
Prof. Giovanni Grasso Neurochirurgo, Microchirurgo 16 2
Gentile paziente,
non credo, da quanto esposto, ci siano altre possibilità oltre al trattamento chirurgico che, dopo attenta valutazione clinica-neurologica, potrebbe anche essere eseguito rapidamente.
Cordialità

Prof. Giovanni Grasso
ggrasso@unipa.it

[#2]
Utente
Utente
In primis, grazie, Prof. Grasso, per la celerità della risposta.
Speravo in qualche altra via d'uscita.
In ogni caso, se posso, vorrei approfittare ancora delle Vostre cortesi attenzioni, facendovi ulteriori domande in merito.
Innanzitutto, a breve dovrei sostenere una visita con un Primario di Unità Spinale, per provare comunque con "mano" altre vie e possibilità.
In secondo luogo, faccio la domanda che mi è sorta in merito alla fibrosi cicatriziale: il mio neurochirurgo, è rimasto particolarmente preoccupato, più per la fibrosi, che per l'ernia.
Vorrei sapere quali problematiche può portare la rimozione della stessa. E infin dei conti, una seconda cicatrice, non potrebbe riportare lo stesso problema?
A quel punto. Tolta anche la recidiva, non potrebbe tornare anch'essa?
Passo la vita sotto i ferri?

Grazie davvero, per la Vostra cortesia e disponibilità.

Cordiali Saluti,

Flavia.
[#3]
Prof. Giovanni Grasso Neurochirurgo, Microchirurgo 16 2
Gentile paziente,
la sua domanda è molto pertinente. Il punto nodale in caso di reintervento per ernia discale è appunto la presenza e l'entità della reazione cicatriziale. La cicatrice può avvolgere in maniera piu' o meno tenace le strutture neurali (radice e sacco) rendendone difficoltosa e rischiosa la liberazione.
Altrettanto possibile è, inoltre, una successiva cicatrizzazione post-chirurgica.
In tale circostanza fattori che modulano l'indicazione chirurgica sono: 1) presenza di materiale discale che comprime la radice nervosa (la RMN con contrasto consente di differenziare cicatrice da tessuto discale); 2) età del paziente; 3) entità dei disturbi neurologici.
Cordialità
[#4]
Utente
Utente
Grazie davvero tanto per la sua ulteriore, celere, risposta, Prof. Grasso. E' stato, ed è, davvero gentile.

Non le nascondo che ho timore dell'intervento.

Infatti la RMN con contrasto, ha decretato la fibrosi, non riscontrata dal radiologo, ma solo dal neurochirurgo che ha analizzato le immagini diagnostiche.

In tutta onestà, mi potrebbe dire, senza remore ( infin dei conti se dovrò fare l'intervento, non ho molte possibilità d'oppormi), a quali ipotetici rischi vado incontro con questo tipo di intervento?
E soprattutto per la rimozione della fibrosi?

Anche perchè così provo ad organizzarmi la vita e mi metto l'anima in pace.

Vista la mia dieta in concomitanza, mi consiglia di aspettare ancora prima di sottopormi ad intervento, per perdere almeno altri 10 kg,( visto che anche questo è un fattore scatenante la fibrosi, oltre che il resto), o rivalutando il tutto, prima è, meglio è?
Quindi, alla fine, se ho ben capito, nel corso degli anni posso avere più recidive sia cicatriziali che d'ernie...
In ultimo luogo, nei punti da lei indicati ho in pratica tutti i requisiti per un intervento, tralasciando l'età.
Scusi ancora se le pongo un ulteriore quesito: in caso la mia visita con il primario di Unità Spinale mi consigliasse altre vie, all'infuori dell'operazione, posso comunicarle gli ulteriori sviluppi del caso, sempre in questo "post", e avere ancora un suo parere?

Ancora grazie mille per la disponibilità offertami, e ringazio anche tutto lo Staff, che svolge un lavoro egregio.

Cordiali Saluti.

Flavia
[#5]
Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.7k 398
Gentile signora,
come Le ha già detto il collega prof. Grasso, il reintervento si impone,(e anche con sollecitudine) anche per scongiurare una nuova sindrome della cauda che mi sembra si sia risolta abbastanza soddisfacentemente.
Le reazioni cicatriziali sono un evento biologico normale: l'organismo reagisce agli insulti traumatici riparando il danno con il fenomeno della cicatrizzazione.
Negli interventi chirurgici in prossimità di strutture nervose, le aderenze o cicatrici possono procurare una sintomatologia dolorosa proprio perchè a contatto con strutture deputate alla conduzione delle sensazioni (tatto, dolore ecc.)
Non abbiamo a disposizione le immagini di RMN e quindi non possiamo dare un giudizio per distinguere quanta sia la componente erniaria recidiva e quanto quella cicatriziale.
Sul problema di eventuali nuove recidive che Le faranno passare la vita in sala operatoria, posso tranquillizzarLa.
Nessun organo o tessuto del nostro corpo, una volta asportato, si riforma (tranne purtroppo alcuni tumori).
Per quanto riguarda la cosiddeta recidiva di ernia del disco, essa non è una vera propria recidiva, ma semmai va considerata una complicanza della discectomia,spesso indipendente dalla validità tecnica del chirurgo.
In alcuni casi imprevedibilmente rimangono dei frustoli di tessuto discale che nella maggior parte dei casi non creano alcun fastidio , mentre talvolta fuoriescono nuovamente utilizzando il tramite chirurgico precedente e creando nuovamente la sintomatologia.
Nel Suo caso verosimilmente si è verificato questo, ma per fortuna senza i danni della "prima" ernia.
Infine, per quanto La riguarda,non vi sono tecniche nè alternative nè moderne al tradizionale intervento, poichè alcune diverse metodiche tecniche non vanno considerate come nuove, ma vanno considerate specifiche per una altrettanto specifica e precisa indicazione ad attuarle.
E qui, non è il Suo caso!
Un'ultima considerazione: il reintervento ovviamente produrrà di nuovo aderenze, ma non penso, da sole, tali da crearle una sintomatologia permanente.

Disponibile per eventuali ulteriori chiarimenti,
La saluto con cordialità
[#6]
Utente
Utente
La ringrazio, Dottor Migliaccio, per il suo ulteriore intervento e per la chiarezza che avete dato, assieme al Prof. Grasso, al mio caso specifico.

Da quel che posso vedere non mi rimane che chiamare il mio neurochirurgo e aspettare la chiamata per l'intervento.

A questo punto non prendo neanche in considerazione, l'ipotesi di farmi visitare dal Primario dell'Unità Spinale.
Al massimo lo farò per la seconda ernia in seguito.

Mi ha tranquillizzato moltissimo, visto che da due anni a questa parte, la mia vita è stata modificata e totalmente scombussolata da questo problema, che ha modificato le mie abitudini. Comprensive di studi all'università rallentati.

Visto il precedente decorso post-operatorio molto lungo, nel caso specifico quest'ernia, quanto dovrò attendere per riacquistare una completa mobilità?

Mentre per quanto riguarda la seconda ernia L4-L5 è possibile trattarla con altre terapie al di fuori dell'operazione?


Se possibile, Dottor Migliaccio, la disturberò per eventuali chiarimenti a riguardo, via mail.

E' stato gentilissimo, nel fornirmi questo ragguaglio specifico.
Ringrazio ancora Lei, il prof. Grasso, e tutto lo Staff.

Cordiali Saluti.

Flavia
[#7]
Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.7k 398
Gentile signora,
può interpellarmi quando crede.
Per quanto riguarda l'ernia L4-L5, senza vedere le immagini non Le so dire se è da operare o meno, anche perchè nel referto è definita protrusione.
Poi vista la necessità del reintervento ( ma sono solo opinioni non suffragate dall'avere a disposizione le immagini, nè l'esame clinico) può essere presa in considerazione anche la discectomia allo spazio superiore valutando se sia opportuno utilizzare poi dei mezzi di stabilizzazione o meno.
Queste scelte tecniche si possono fare però solo avendo a disposizione tutta la documentazione, compreso, ripeto, l'esame clinco del paziente.

Con cordialità
[#8]
Utente
Utente
Grazie ancora per la Sua celere risposta.
Mi permetterò a questo punto di disturbarLa privatamente.

Comunque, in generale, da quel che ho capito, avendo subito l'intervento l'anno scorso, l'ernia L4-L5 era già presente. Non essendo stata toccata e non essendo variato il referto, credo non sia necessaria operazione chirurgica. Spero almeno per questa in altre cure.

RingraziandoLa ancora per tutto.

Cordiali Saluti.

Flavia
[#9]
Utente
Utente
Eccomi qui di nuovo ad aggiornare la mia situazione.
Come suggerito dai miei Neurochirurghi, da voi, e dopo svariate email di "chiarimento" inviate al Dottor Migliaccio, mi sono Ri-Operata.

La situazione è migliorata sotto alcuni punti di vista, ma sotto altri...
Per dovere di cronaca, e se può servire ad altre persone continuo a riportare il mio iter ( o Calvario che dir si voglia..), e spero di ricevere qualche altro consiglio in merito.

Riporto direttamente il foglio di dimissione della mia cartella clinica:

"La Paziente XXX XXX, è giunta presso la nostra osservazione in data X/X/X per recidiva di ernia del disco L5-S1.
La RM lombosacrale mostrava recidiva ernia del disco L5-S1 espulsa e migrata in basso.
EON: Lasegue +++ a sn a 45°; Ipoelicitabilità dei riflessi achilleo e medioplantare a sx, ipoestesia perineale, difficoltà di svuotamento terminale della vescica.
Per tale motivo ha eseguito intervento di microdiscectomia con asportazione ernia calcifica, neurolisi della radice da sinechie fibrose e stabilizzazione interspinosa con sistema VIKING (16mm) a livello L5-S1 in data x/x/x. Il decorso post operatorio è risultato regolare e la pz viene dimessa in soddisfacenti condizioni neurologiche con miglioramento della sintomatologia neurologica."

Di seguito venivano elencati i vari consigli da seguire da qui ai 3 mesi successivi.

I 3 mesi sono belli che passati...

Purtroppo esattamente 3 settimane dopo l'intervento, i miei problemi di svuotamento vescicale (motivo Principale dell'operazione), sono tornati: non riuscivo di nuovo a svuotare dal vescica.
Da lì sono iniziati i controlli Uroginecologici.
Nelle varie Uroflussimetrie effettuate su 1Lt di acqua bevuta, riuscivo a farne solo 200ml e 700ml rimanevano al mio interno. Dopo vari tempi d'attesa (rientro edema post-operatorio etc, etc), facendo l'ennesima uroflussimetria, continuava a rimanere tale risultato, finchè non mi è stato dato di prova, un Alfalitico.
Per provare a vedere se riuscisse a rilassare la parete vescicale.
Premettendo che è un farmaco prettamente maschile, i primi tempi non mi dava grossi risultati.
Dopo un mesetto ho iniziato ad andar meglio.
All'ultima visita effettuata e conseguente Uroflussimetria, i parametri di ritenzione urinaria si sono invertiti.
Quindi in parte l'Alfalitico ha funzionato.
Dico in parte perchè, su un mese, due settimane riesco ad andare "discretamente" al bagno e poi iniziano 2settimane di ritenzione forte. Specialmente quando sono in procinto di avere il Ciclo, inizia la ritenzione urinaria che non mi permette totalmente di svuotare, ed inoltre si addormenta di nuovo la parte del Perineo e parte dell'inguine sx. Non so cosa possa entrarci quest'ultimo problema, ma accade spesso in concomitanza.
Farò altri controlli in merito ovviamente.
Tra cui Elettromiografia.

COmunque i problemi non sono finiti qui.
Prendevo da Gennaio un BetaBloccante per la pressione. Evidentemente ha fatto reazione con l'Alfalitico, così da darmi forti giramenti di testa,nausea e un pò di insonnia. Onde evitare di togliermi "l'aiuto", il mio medico di base, mi ha tolto il BetaBloccante. Questi disturbi sono in parte diminuiti, o comunque attenuati, nonostante li abbia ancora latenti.
Spero non tornino forti, perchè il pensiero di togliere l'Alfalitico, e ritornare alla situazione che mi ha "invalidato" fino a pochi mesi fa ( non che ora vada tanto meglio, ma riesco a gestire la situazione in maniera migliore)... beh.. mi atterrisce.

Oltre a tutto questo, rimane un altro problema.
Post operazione speravo che i crampi al piede e polpaccio sx si attenuassero fino a sparire.
Pensavo alla conseguente sfiammarsi del nervo sciatico e via dicendo...
In realtà non sono mai passati.. e per giunta aumentati.
Con aggiunta del piede sinistro, e, ciliegina sulla torta, l'addormentamento perenne del 2 dito del piede sx e 3 dito del piede dx.
Inoltre la precedente ernia già presente nell'altro intervento, L4-L5 è rimasta, e post secondo intervento mi è stato detto che era nei appena nei "LIMITI"... Ovviamente non è stato possibile toglierla in virtù di una ulteriore sofferenza della schiena.

Al tutto, devo aggiungere che da agosto faccio periodicamente piscina e posturale.
Nonostante la "cattiva dieta" mi abbia fatto recuperare tutti e 15 i kg persi prima dell'intervento!
Ma in merito sto "valutando" una via specifica.

Questa è la situazione.
Sicuramente come suggerito da voi, e dai miei medici, non potevo sottrarmi all'intervento. Non avevo molte chances!
Mi chiedo quando finirà tutto questo..ma dovrà finire!
Pazientemente attendo e mi affido alle "vostre cure".

Vi ringrazio per l'attenzione che mi avete dedicato e continuate a dedicarmi.
E continuo a "BENEDIRE" chi ha ideato questo sito.

Cordialmente.
[#10]
Prof. Giovanni Grasso Neurochirurgo, Microchirurgo 16 2
Tanta forza di volontà, dieta, riabilitazione.
Vedrà che le cose andranno per il meglio.
Una RMN con mdc a distanza di concerto con uno studio EMG consentiranno di fare il punto della situazione a distanza.
Cordialità
Giovanni Grasso
[#11]
Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.7k 398
Gentile signora,
La ringrazio delle belle parole, estese anche allo staff di Medicitalia.it
Segua i consigli dati dal collega prof. Grasso, in modo da tenere "monitorizzata" la Sua situazione clinica.
I disturbi vescicali in concomitanza del ciclo, verosimilmente possono essere dati dall'aumento di volume dell'utero in quella fase, ma il ginecologo potrà essere più preciso di me.
Molti auguri, anche in prossimità delle imminenti Feste Natalizie
[#12]
Utente
Utente
Vi ringrazio di cuore, ancora una volta, per le immediate risposte e consigli, che seguirò sicuramente!
So che ci vorrà molta pazienza... Ma dopo tutto questo tempo, e questi "problemi", se ancora non l'ho persa, non intendo farlo proprio ora!
Sono convinta che questo "incubo" finirà.

Ovviamente vi aggiornerò in merito,della cure e degli esami che andrò via, via a fare.
Sperando anche di mettere una parola Fine al tutto.

Nel frattempo, anche io, Auguro a Voi e tutto lo Staff i miei più sinceri Auguri di Buon Natale!
Sperando di passarlo in serenità...

Vi rinnovo la mia stima e la mia gratitudine!

Cordialmente!
Dieta

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