Neuochirurgia/neurologia/ortopedia

Egregi dottori,
mi ritrovo a richiedere un consulto perché, sinceramente, non so più dove sbattere la testa. Soffro da un paio di settimane di dolori/fitte/formicolii/senso di pesantezza a torace, mani, piedi, gambe e braccia, diversamente distribuiti nell’arco della giornata (oltre a lievi fascicolazioni, che avverto solo da ferma..suggestione?). Soffro di “cervicale” e di una leggera discopatia, accertata tramite rx e visita fisiatrica. Analisi del sangue, comprensive di ves e valori tiroidei, nella norma. Reumatest negativo. Ho effettuato ben 2 visite neurologiche, una privatamente ed una presso una struttura ospedaliera, con relativi test dell’equilibrio e coordinazione, ma nessuno ha voluto prescrivermi ulteriori accertamenti strumentali e mi hanno prescritto ansiolitici, attribuendo tutto all’ansia e alla postura. Sono disposta a credere a tale diagnosi, ma è possibile svegliarsi ogni mattina con un nuovo dolore? Ad esempio, stamattina ho avvertito un fortissimo dolore al polso destro, poi dolore alle gambe poi il braccio destro intorpidito, poi niente e ora di nuovo le gambe. Temo una grave malattia del sistema nervoso, ma i medici attribuiscono tutto allo stress e questa cosa mi provoca una grande frustrazione perché, per quanto sia un soggetto ansioso, i dolori ci sono davvero e, anche se sopportabili, mi stanno rovinando le giornate e l’umore. Devo fidarmi?
Vi ringrazio in anticipo.
Cordiali saluti.
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Dr. Pasquale Salvatore Neurochirurgo 7
Gentile Signora 56842,

la mia risposta è fortemente limitata dal mancato esame clinico completo.

Da quello che descrive la prima diagnosi che mi viene alla mente è quella di fibromialgia.

Consulterei anche un odonto-posturologo: a volte l'uso notturno di un "bite" basta a risolvere situazioni simili alle sue.

Io sono fermamente contrario ad una terapia protratta con ansiolitici.

Distinti saluti.

P. Salvatore

[#2]
Utente
Utente
Egr. Dott. Salvatore,
La ringrazio per il consulto.
Effettivamente avevo pensato anch'io alla fibromialgia (essendomi documentata a riguardo), ma nessuno dei medici a cui mi sono rivolta ha paventato questa ipotesi.
Proverò, qualora la sintomatologia non diminuisca, a rivolgermi ad un odonto-posturologo, augurandomi di risolvere in qualche modo questi problemi.
Posso chiederLe come mai è così contrario ad una terapia protratta con ansiolitici(e, a dire il vero, lo sono anch'io)?
La ringrazio ancora infinitamente e Le porgo cordiali saluti.
[#3]
Dr. Pasquale Salvatore Neurochirurgo 7
Gli ansiolitici sono farmaci molto utili a brevissimo termine, ad esempio in una crisi di panico oppure in situazioni di stress acuto, come ad esempio un lutto, una disgrazia; cioè in situazioni che vanno elaborate e, mi consenta il termine, "digerite".

In situazioni croniche gli ansiolitici, assunti per lungo periodo di tempo, danno assuefazione e dipendenza (allo stesso modo di droghe quali l'eroina....). In tali situazioni l'organismo ha bisogno di dosi sempre maggiori di ansiolitici per dominare il sintomo e molto spesso ci si riduce a dover "inseguire" la crisi dovuta alla breve durata di attività del farmaco. Assumere una dose inferiore a quella assunta precedentemente, non ottiene nessun effetto e così sono necessarie dosi sempre maggiori di farmaco.

Doversene dissuefare richiede una "disitossicazione" molto lenta e graduale: la sospensione acuta dell'ansiolitico determina violente crisi da sospensione del farmaco.

Conclusione: assunzione dell'ansiolitico, solo quando necessario (raramente, per fortuna!) e per un massimo di due tre giorni.

Cordialmente,

P. Salvatore
Fibromialgia

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