Ernia l4 l5 operata 2 volte in 2 mesi
Buongiorno a tutti sono una ragazza di 25 anni alta 1:78 peso 67 kg a febbraio sono stata operata di ernia lombare l4 l5 che comprimeva la radice sn di l5 causandomi molti problemi alla gamba, l'emg mostrò segni di danno neurogeno e denervazione in atto da radicolopatia a acuta. Il neurochirurgo ha effettuato microdiscectomia e decompressione radicolare. I primi 15 gg li passai senza fare nulla...dopo di che i successivi 15 gg camminai solamente (niente sforzi, ne macchina, ne nient'altro). Ricomincia camminando ad avere dolore e mi inviarono a fare un'altra rmn che che compariva cosi: A livello l4-l5 si rileva voluminosa ernia discale posteriore mediana paramediana sinistra migrata inferiormente che che comprime il sacco durale e il nervo all'emergenza; tale alterazione riduce l'ampiezza del canale centrale. A livello l5-s1 si rivela protrusione discale posteriore che oblitera parzialmente l'atmosfera adiposa dello spazio epidurale anteriore. Alla lettura del referto il neurochirurgo mi ricovera di nuovo una settima fà, la visita riporta quanto segue: Stazione eretta e deambulazione possibili senza appoggio, andatura claudicante a sn Lasègue positivo a 25° a sn, Anti-lasègue positivo a sn. Pregresso deficit della flessione dorsale del piede a sn. ROT: assente achilleo e planare a sn. Lunedi mi rioperano facendo una MICROREVISIONE L4L5 E DECOMPRESSIONE RADICOLARE. Volevo sapere cos'è la microrevisione? poi il mio neurochirurgo mi ha detto che esiste la possibilità che io abbia bisogno di sostituire il disco con una protesi perchè molto degenerato e perchè c'è stata una recidiva in così poco tempo, dice che le probabilità che non riesca in poco tempo sono molto poche e che se succede cambierà il disco. Volevo un parere su per giù sulle probabilità di riuscita disco, sul perchè una recidiva in un solo mese e mezzo, e che vuol dire malattia del disco? Vi ringrazio infinitamente ma sono molto impaurita dopo aver sentito che se dovesse riuscire un ernia la sostituzione del disco avviene dall'addome. Grazie mille.
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gentile Signorina,
le cosiddette recidive dell'ernia discale soprattutto in sede lombare sono possibili pur se l'intervento è stato condotto a regola d'arte.
Ciò è dovuto al fatto che residui di disco possono rimanere sequestrati nello spazio discale, senza che l'operatore possa accorgersene.
In tali casi, al momento della riassunzione della stazione eretta e della deambulazione, quei frammenti possono essere espulsi, quindi anche il giorno dopo l'intervento.
Per microrevisione credo che si voglia intendere il re-intervento con tecnica microchirurgica, ovvero con l'utilizzo del microscopio operatorio.
Non posso esprimermi su una indicazione all'innesto di una protesi, non avendo a disposizione le immagini di risonanza magnetica, ma se il collega lo ritiene necessario non vedo perché non debba provvedervi contestualmente all'intervento programmato per lunedì.
Anche per quanto riguarda la tecnica che utilizza la via anteriore di accesso alla colonna lombare, quindi attraverso la cavità addominale, personalmente ho molte perplessità poiché una protesi può facilmente essere innestata per via posteriore senza i rischi della via anteriore.
In ogni caso di questo deve parlare con il neurochirurgo che le ha proposto tale procedura chirurgica.
Disponibile per eventuali ulteriori chiarimenti La saluto con cordialità
le cosiddette recidive dell'ernia discale soprattutto in sede lombare sono possibili pur se l'intervento è stato condotto a regola d'arte.
Ciò è dovuto al fatto che residui di disco possono rimanere sequestrati nello spazio discale, senza che l'operatore possa accorgersene.
In tali casi, al momento della riassunzione della stazione eretta e della deambulazione, quei frammenti possono essere espulsi, quindi anche il giorno dopo l'intervento.
Per microrevisione credo che si voglia intendere il re-intervento con tecnica microchirurgica, ovvero con l'utilizzo del microscopio operatorio.
Non posso esprimermi su una indicazione all'innesto di una protesi, non avendo a disposizione le immagini di risonanza magnetica, ma se il collega lo ritiene necessario non vedo perché non debba provvedervi contestualmente all'intervento programmato per lunedì.
Anche per quanto riguarda la tecnica che utilizza la via anteriore di accesso alla colonna lombare, quindi attraverso la cavità addominale, personalmente ho molte perplessità poiché una protesi può facilmente essere innestata per via posteriore senza i rischi della via anteriore.
In ogni caso di questo deve parlare con il neurochirurgo che le ha proposto tale procedura chirurgica.
Disponibile per eventuali ulteriori chiarimenti La saluto con cordialità
[#2]
Utente
Salve gentilissimo dottore la RMN non parlava di frammenti ma di nuova ernia voluminosa come riportavo, in realtà credo di essermi espressa male il secondo intervento l'ho già fatto lunedi uscendo oggi dall'ospedale. La ringrazio delle sue chiarificazioni il mio spavento è stato perchè il neurochirurgo dopo l'operazione mi ha parlato del disco dicendomi che ci sono veramente poche probabilità che non riesca fuori in questo mese e quindi per diciamo prepararmi anche al peggio spiegandomi già in che consisteva la sostituzione del disco ha parlato di un enorme debolezza del disco che essendo anche stato raschiato per la seconda volta rischia di fuori uscire di nuovo. Però se lei mi dice che una protesi sostitutiva può essere inserita anche dalla schiena vorrei informarmi di più perchè sono completamente terrorizzata di questa tecnica addominale. La ringrazio infinitamente.
[#3]
gentile Signorina,
anche frammenti di disco o meglio più frammenti possono visualizzarsi alla risonanza magnetica come un'unica voluminosa ernia del disco.
Quello che non mi è chiaro è quanto Le prospetta il collega, ovvero la possibilità di ulteriore recidiva nonostante il secondo svuotamento dello spazio intersomatico, cioè lo spazio tra un corpo vertebrale e l'altro dove normalmente e contenuto il disco.
L'applicazione di una gabbietta o protesi ha,in sintesi, la funzione di correggere un eventuale microinstabilità che potrebbe essere fonte di dolore.
Sempre disponibile per ulteriori chiarimenti eventuali,La saluto con cordialità
anche frammenti di disco o meglio più frammenti possono visualizzarsi alla risonanza magnetica come un'unica voluminosa ernia del disco.
Quello che non mi è chiaro è quanto Le prospetta il collega, ovvero la possibilità di ulteriore recidiva nonostante il secondo svuotamento dello spazio intersomatico, cioè lo spazio tra un corpo vertebrale e l'altro dove normalmente e contenuto il disco.
L'applicazione di una gabbietta o protesi ha,in sintesi, la funzione di correggere un eventuale microinstabilità che potrebbe essere fonte di dolore.
Sempre disponibile per ulteriori chiarimenti eventuali,La saluto con cordialità
[#4]
Neurochirurgo, Ortopedico
Gentile signora,
Perdoni una piccola premessa chiarificante.
L'ernia del disco intervertebrale si verifica quando quest'ultimo degenera a causa di una patologia artrosica che coinvolge tutta l'unità funzionale spinale, in particolare l'articolazione vertebrale. Tale patologia è progressiva e presenta varie fasi "a cascata". Durante queste fasi il disco può degenerare , si disidrata e perde la sua elasticità e compattezza e, sotto il carico dovuto alla stazione eretta o a particolari sforzi in torsione o in flessione, esso può lacerare la sua capsula e fuoriuscire in parte dalla sua sede intervertebrale (cosiddetta ernia del disco) ed occupare il canale neurale, venendo a contatto con una o più radici nervose che innervano gli arti inferiori. Quindi tale disco è da considerare patologico, cioè non più competente a svolgere le proprie funzioni, soprattutto ammortizzanti, nell'ambito dell'unità funzionale spinale, al di là del sintomo sciatalgico provocato dall'ernia espulsa che confligge con la radice. Se viene rimossa solo la parte di disco erniata (come è avvenuto nel suo caso con la cosiddetta microdiscectomia), si ovvia soltanto al sintomo dolore sciatico e non si affronta la patologia d'insieme dell'unità funzionale spinale. Se infatti non viene rimosso TUTTO il disco, si può andare incontro in primo luogo ad una vera e propria recidiva d'ernia, cioè alla presenza altri frammenti di disco degenerato provenienti dallo spazio intervertebrale. Tali frammenti, come è successo nel suo caso, possono essere anche più voluminosi del primo, poichè sono facilitati nel passaggio attraverso la lacerazione della capsula avvenuta la volta prededente. Quindi, almeno durante il secondo intervento, il chirurgo dovrebbe avere cura di svuotare completamente lo spazio intervertebrale, asportando accuratamente quanto più materiale discale possibile, passando proprio attraverso la lacerazione della capsula su descritta. Se ciò è avvenuto, lei non ha più possibilità di andare incontro a recidiva di ernia discale.
Fin qui la premessa. Ciò che preme dire è che in questo modo si è curato il sintomo e non la malattia. La patologia artrosica che ha provocato la degenerazione discale può continuare a provocare danni all'unità spinale, soprattutto a livello delle articolazioni intervertebrali, con peggioramento di una eventuale (e probabile) instabilità, che può (oltre che provocare dolori cronici lombari) anche provocare problemi alle unità funzionali adiacenti ed instaurare un meccanismo a catena sui dischi vicini. Onde evitare questa eventualità dobbiamo cercare di "sostituire" il disco ormai asportato sia con una protesi discale vera e propria, che abbia la stessa funzione articolante ed ammortizzante del disco, ma che va inserita per via anteriore addominale (e ciò comporta altri problemi non indifferenti), oppure inserire per via posteriore (la stessa che si segue per l'asportazione del disco) una o più "cages" in materiale compatibile, che contengano osso autologo ed inducano fusione tra i due corpi vertebrali e quindi stabilità. L'altra opzione è quella scelta dal suo chirurgo, cioè lasciare lo spazio vuoto "tout court", che nel tempo può anche sfociare in una fusione spontanea dei corpi vertebrali con risoluzione per così dire "naturale" del problema, ma che non rispecchia le più recenti vedute della chirurgia spinale.Occorre quindi effettuare periodiche visite di controllo presso lo specialista ed effettuare esami diagnostici opportuni.
Perdoni una piccola premessa chiarificante.
L'ernia del disco intervertebrale si verifica quando quest'ultimo degenera a causa di una patologia artrosica che coinvolge tutta l'unità funzionale spinale, in particolare l'articolazione vertebrale. Tale patologia è progressiva e presenta varie fasi "a cascata". Durante queste fasi il disco può degenerare , si disidrata e perde la sua elasticità e compattezza e, sotto il carico dovuto alla stazione eretta o a particolari sforzi in torsione o in flessione, esso può lacerare la sua capsula e fuoriuscire in parte dalla sua sede intervertebrale (cosiddetta ernia del disco) ed occupare il canale neurale, venendo a contatto con una o più radici nervose che innervano gli arti inferiori. Quindi tale disco è da considerare patologico, cioè non più competente a svolgere le proprie funzioni, soprattutto ammortizzanti, nell'ambito dell'unità funzionale spinale, al di là del sintomo sciatalgico provocato dall'ernia espulsa che confligge con la radice. Se viene rimossa solo la parte di disco erniata (come è avvenuto nel suo caso con la cosiddetta microdiscectomia), si ovvia soltanto al sintomo dolore sciatico e non si affronta la patologia d'insieme dell'unità funzionale spinale. Se infatti non viene rimosso TUTTO il disco, si può andare incontro in primo luogo ad una vera e propria recidiva d'ernia, cioè alla presenza altri frammenti di disco degenerato provenienti dallo spazio intervertebrale. Tali frammenti, come è successo nel suo caso, possono essere anche più voluminosi del primo, poichè sono facilitati nel passaggio attraverso la lacerazione della capsula avvenuta la volta prededente. Quindi, almeno durante il secondo intervento, il chirurgo dovrebbe avere cura di svuotare completamente lo spazio intervertebrale, asportando accuratamente quanto più materiale discale possibile, passando proprio attraverso la lacerazione della capsula su descritta. Se ciò è avvenuto, lei non ha più possibilità di andare incontro a recidiva di ernia discale.
Fin qui la premessa. Ciò che preme dire è che in questo modo si è curato il sintomo e non la malattia. La patologia artrosica che ha provocato la degenerazione discale può continuare a provocare danni all'unità spinale, soprattutto a livello delle articolazioni intervertebrali, con peggioramento di una eventuale (e probabile) instabilità, che può (oltre che provocare dolori cronici lombari) anche provocare problemi alle unità funzionali adiacenti ed instaurare un meccanismo a catena sui dischi vicini. Onde evitare questa eventualità dobbiamo cercare di "sostituire" il disco ormai asportato sia con una protesi discale vera e propria, che abbia la stessa funzione articolante ed ammortizzante del disco, ma che va inserita per via anteriore addominale (e ciò comporta altri problemi non indifferenti), oppure inserire per via posteriore (la stessa che si segue per l'asportazione del disco) una o più "cages" in materiale compatibile, che contengano osso autologo ed inducano fusione tra i due corpi vertebrali e quindi stabilità. L'altra opzione è quella scelta dal suo chirurgo, cioè lasciare lo spazio vuoto "tout court", che nel tempo può anche sfociare in una fusione spontanea dei corpi vertebrali con risoluzione per così dire "naturale" del problema, ma che non rispecchia le più recenti vedute della chirurgia spinale.Occorre quindi effettuare periodiche visite di controllo presso lo specialista ed effettuare esami diagnostici opportuni.
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Utente
Salve riscrivo su questo post per non aprirne uno nuovo sopratutto perchè siete stati cosi chiari e esaustivi che vorrei di nuovo un vostro parere se è possibile. Due settimane fà ho avuto dei dolori forti ad entrambe le gambe accompagnati dal solito dolore alla schiena ho fatto 5 gg di riposo con cortisone e toradol e ho fatto una rmn. Sono diventata un pò ansiosa dopo aver subito due interventi ed ho molti dubbi sull'esito della rmn, premetto che ora non ho dolori ma sento le gambe stanche ogni tanto qualche scossa o bruciore alla sinistra e senso di pesantezza alla schiena, nel tratto operato. RMN: Esiti d'intervento chirurgico da laminectomia sinistra in corrispondenza dello spazio intersomatico l4-l5 e da irregolarità di segnale dei tessuti molli a sede retro e paravertebrale. I dischi intersomatici l4-l5-s1 presentano spessore e segnale ridotto in t2 per fenomeni di degenerazione e margine posteriore convesso.
Vorrei sapere cosa vuol dire? rileggendo anche le risposte ho paura di andare incontro all'ennesimo intervento quello della protesi o delle gabbie c'è questa possibilità? vi ringrazio in anticipo e chiedo scusa del disturbo.
Vorrei sapere cosa vuol dire? rileggendo anche le risposte ho paura di andare incontro all'ennesimo intervento quello della protesi o delle gabbie c'è questa possibilità? vi ringrazio in anticipo e chiedo scusa del disturbo.
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Neurochirurgo, Ortopedico
Gent. Sig.ra, come ho già affermato nel post precedente, l'ernia discale per la quale lei è già stata operata due volte, non è che una delle espressioni della sua malattia (la spondilodiscoartrosi), la quale continua per la sua strada degenerativa, che può essere più o meno lenta, ma che provoca ulteriori sintomi fastidiosi, come quelli che lei ha descritto. Ne è la testimonianza la degenerazione che presenta, secondo il referto da lei descritto, il disco L5-S1, che non è stato interessato dagli interventi eseguiti. Esiste la possibilità che anche tale disco possa andare incontro a peggioramento e darle fastidi simili a quelli provocati dalla discopatia a carico del disco superiore, ma tali riflessioni competono al suo specialista curante, così come i consigli tecnici per curare e/o prevenire tali evenienze. In assenza di riscontri clinici obiettivi e di visione delle immagini io non posso andare oltre. Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 31.9k visite dal 26/04/2012.
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