Sospetto idrocefalo normoteso
Buonasera, scrivo per mio padre che ha 54 anni e che da circa 1 anno riferisce un disturbo nella deambulazione. Ha eseguito una prima RM del cranio, a Novembre 2011, che ha evidenziato una minuta area di alterato segnale ipointensa in T1 e iperintensa in T2, localizzata nel contesto del bulbo in sede paramediana posteriore destra, riferibile a piccola zona di sofferenza tissutale, esito di una pregressa lesione di natura ischemica. Presenta inoltre una piccola area di alterato segnale in sede frontale di verosimile significato gliotico aspecifico. E' anche presente una dilatazione di discreta entità del sistema ventricolare sovratentoriale, che appare in asse, quarto ventricolo in sede, di dimensione e morfologia nei limiti della norma, ectasia della cisterna magna. Come richiesto dal medico abbiamo eseguito una ulteriore RM in febbraio, che non ha evidenziato modifiche rispetto al precedente esame, le sequenze DWI non mostrano aree di restrizione alla diffusione e non ci sono aree di potenziamento patologico del segnale dopo mezzo di contrasto. Nel sospetto di un idrocefalo normoteso, abbiamo anche eseguito una valutazione neuropsicologica, che ha documentato difficoltà selettive in prove di memoria a lungo termine su materiale verbale e visivo, indicativo di una sofferenza isolata delle funzioni mnesiche compatibile con l'ipotesi diagnostica di idrocefalo normoteso. Inoltre per risalire alla causa delle ischemie, abbiamo anche eseguito un ecocolordoppler dei vasi epiaortici, che ha evidenziato assi carotidei normali per calibro e decorso, con spessore medio intimale di 1,1 mm a sinistra, assenza di anomalie di flusso e assi vertebrali e succlavi normalmente pervi. Mio padre non presenta fattori di rischio ( ipertensione, fumo di sigaretta, diabete, colesterolo 207 ). Eseguiremo anche una ecocardiografia transtoracica, per valutare eventualmente la presenza di un forame ovale pervio. Relativamente al sospetto di idrocefalo normoteso, vi chiedo, quale sia l'iter diagnostico più corretto da seguire, dal momento che sappiamo che una diagnosi di certezza può risultare comunque complessa ed inoltre mio padre ha il timore di sottoporsi ad un monitoraggio pressorio data l'invasività dell'esame. Sappiamo che esiste anche la possibilità di eseguire un test perfusionale, ma ci chiediamo se con questo esame si possa arrivare ad una diagnosi certa in vista del successivo intervento chirurgico. Vi ringrazio anticipatamente per ogni eventuale risposta. Cordiali saluti.
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Gentile signora,
la diagnosi di idrocefalo normoteso dell'adulto si fa su base clinica,ovvero ricercando e valutando i sintomi tipici di tale affezione.
Essi sono: alterazioni cognitive, deambulazione precauzionale e a base larga, incontinenza urinaria (triade di Hakim).
La conferma la si ha con lo studio del flusso liquorale, mediante la RM dinamica che è un esame non invasivo.
Se tale diagnosi è confermata, la terapia è chirugica, ovvero effettuando una derivazione liquorale dal ventricolo cerebrale (di solito il frontale) con scarico in peritoneo o in atrio destro.
Tale intervento è risolutivo con buon recupero dei disturbi accusati.
Consulti quindi un neurochirurgo.
Cordialità ed auguri
la diagnosi di idrocefalo normoteso dell'adulto si fa su base clinica,ovvero ricercando e valutando i sintomi tipici di tale affezione.
Essi sono: alterazioni cognitive, deambulazione precauzionale e a base larga, incontinenza urinaria (triade di Hakim).
La conferma la si ha con lo studio del flusso liquorale, mediante la RM dinamica che è un esame non invasivo.
Se tale diagnosi è confermata, la terapia è chirugica, ovvero effettuando una derivazione liquorale dal ventricolo cerebrale (di solito il frontale) con scarico in peritoneo o in atrio destro.
Tale intervento è risolutivo con buon recupero dei disturbi accusati.
Consulti quindi un neurochirurgo.
Cordialità ed auguri
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 4.3k visite dal 15/03/2012.
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