Intervento di stimolazione cerebrale profonda in malata di parkinson

Mia madre, 63 anni, malata di parkinson da circa 13 anni, assume farmaci antiparkinson e grazie ed essi riesce a contenere parzialmente i sintomi, riuscendo a camminare (con qualche difficoltà) e ad essere relativamente autonoma (anche se ha tremori e spesso bisogno di aiuto). Le è stata prospettata, da un medico, la possibilità di effettuare un intervento per stimolazione cerebrale profonda inserendo un elettrodo nel cervello. Le è stato detto che se ha intenzione di sottoporsi a tale intervento, è meglio farlo presto, perchè se si è troppo avanti con l'età, l'intervento non è più fattibile.
Io sinceramente sono preoccupato perchè mi sembra un intervento molto invasivo.
Mi chiedo:
- E' davvero consigliabile che si sottoponga a tale intervento nella situazione sopra descritta?
- L'intevento comporta dei rischi gravi? In che probabilità?
- Ci sono possibilità che l'intervento non porti a miglioramenti? In che percentuale?
- E' vero che se rinuncia oggi all'intervento, un domani, magari quando sarà più anziana e competamente non autosufficiente, non potrà più sottoporsi a tale intervento?
- Se decide di operarsi, quanto dura la degenza? (Dovremmo spostarci in una città lontana per l'eventuale intervento)

Grazie, mi scuso per le troppe domande.

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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.7k 398
Egr. signore,
non ho esperienza diretta di neurochirurgia funzionale (così è definito quel tipo di trattamento).
Qualche altro collega qui iscritto probabilmente Le risponderà, in caso diverso Lei deve contattare direttamente un neurochirurgo che si occupa di neurochirurgia funzionale. Può informarsi presso la Neurochirurgia del Policlinico di Bari.
Cordialmente
Parkinson

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