Ernia discale l1-l2 l5-s1
Gentili dottori,
ho 36 anni e da circa 2 anni sono affetto da saltuari mal di schiena nella zona lombare: 3, 4 volte l'anno specialmente a seguito di sollevamento di pesi abbastanza consistenti. Svolgo un lavoro che purtroppo mi tiene legato alla sedia per circa 8 ore al giorno. Vi espongo il mio questito. Circa un mese fa ho iniziato ad avere dolore alla schiena (come al solito) che ho cercato di tamponare con l'assunzione di antinfiammatori (ibuprofene) per qualche giorno. Il dolore stavolta non è passato e, a distanza di 15 giorni dai primi sintomi, mi sono ritrovato a letto con dolori fortissimi alla schiena e bruciore al quadricipite della coscia sinistra. Il mio medico di base mi ha fatto seguire una terapia a base di diclofenac sodico e tiocolchicoside intramuscolo per 4 giorni e, vista l'assenza di benefici, successivamente betametasone disodio fosfato + acetilcarnitina intramuscolo per 7 giorni e, a seguire, acetilcarnitina compresse per 1 mese (ancora in fase di assunzione) + un gastroprotettore da assumere per 1 mese.
Il 31 maggio scorso, a seguito dell'aggravarsi dei sintomi (oltre al dolore che continuava a persistere ho avuto un'improvvisa perdita di forza nell'arto inf. sinistro e l'insensibilizzazione della parte anteriore ed interna della coscia accompagnato a sporadici spasmi del quadricipite a ridosso del ginocchio) ho eseguito una visita ortopedica che ha evidenziato la seguente situazione che le riporto testualmente:
"clinicamente dolore in zona lombare; disestesia alla coscia sx sulla faccia antero-mediale fino al ginocchio; riduzione del riflesso rotuleo. Lasegue Wasserman negative".
Questa mattina, su indicazione dell'ortopedico che mi ha visitato ho eseguito una RMN al rachide lombo-sacrale che ha dato il seguente esito:
"Non si rilevano alterazioni a carico dei metameri ossei. A L1-L2 si rileva un'ernia discale postero-mediana e laterale destra espulsa e migrata verso l'alto. Comprime il sacco durale e la radice. A L5-S1 si rileva un'ernia discale postero-mediana e laterale sinistra. Comprime il sacco durale e impronta la tasca radicolare. I rimanenti dischi intersomatici sono di normale morfologia e intensità. I principali diametri del canale sono nella norma. Il midollo terminale è di normale morfologia e intensità".
Attualmente il dolore lombare è quasi del tutto sparito ma è presente un dolore al gluteo e alla parte posteriore della coscia sinistra che, però, riesco a controllare, all'occorrenza, con l'assunione di ibuprofene. Resta l'insensibilità e la mancanza di forza alla gamba sinistra.
Alla luce di quanto sopra quale sarebbe l'approccio terapeutico consigliato tenendo conto soprattutto del fatto che la mancanza di forza alla coscia sinistra mi impedisce la normale deambulazione e mi limita considerevolmente nello svolgimento delle normali cose quotidiane (usare la macchina, salire e scendere le scale, abbassarmi per raccogliere qualcosa a terra ecc...)?
Grazie.
ho 36 anni e da circa 2 anni sono affetto da saltuari mal di schiena nella zona lombare: 3, 4 volte l'anno specialmente a seguito di sollevamento di pesi abbastanza consistenti. Svolgo un lavoro che purtroppo mi tiene legato alla sedia per circa 8 ore al giorno. Vi espongo il mio questito. Circa un mese fa ho iniziato ad avere dolore alla schiena (come al solito) che ho cercato di tamponare con l'assunzione di antinfiammatori (ibuprofene) per qualche giorno. Il dolore stavolta non è passato e, a distanza di 15 giorni dai primi sintomi, mi sono ritrovato a letto con dolori fortissimi alla schiena e bruciore al quadricipite della coscia sinistra. Il mio medico di base mi ha fatto seguire una terapia a base di diclofenac sodico e tiocolchicoside intramuscolo per 4 giorni e, vista l'assenza di benefici, successivamente betametasone disodio fosfato + acetilcarnitina intramuscolo per 7 giorni e, a seguire, acetilcarnitina compresse per 1 mese (ancora in fase di assunzione) + un gastroprotettore da assumere per 1 mese.
Il 31 maggio scorso, a seguito dell'aggravarsi dei sintomi (oltre al dolore che continuava a persistere ho avuto un'improvvisa perdita di forza nell'arto inf. sinistro e l'insensibilizzazione della parte anteriore ed interna della coscia accompagnato a sporadici spasmi del quadricipite a ridosso del ginocchio) ho eseguito una visita ortopedica che ha evidenziato la seguente situazione che le riporto testualmente:
"clinicamente dolore in zona lombare; disestesia alla coscia sx sulla faccia antero-mediale fino al ginocchio; riduzione del riflesso rotuleo. Lasegue Wasserman negative".
Questa mattina, su indicazione dell'ortopedico che mi ha visitato ho eseguito una RMN al rachide lombo-sacrale che ha dato il seguente esito:
"Non si rilevano alterazioni a carico dei metameri ossei. A L1-L2 si rileva un'ernia discale postero-mediana e laterale destra espulsa e migrata verso l'alto. Comprime il sacco durale e la radice. A L5-S1 si rileva un'ernia discale postero-mediana e laterale sinistra. Comprime il sacco durale e impronta la tasca radicolare. I rimanenti dischi intersomatici sono di normale morfologia e intensità. I principali diametri del canale sono nella norma. Il midollo terminale è di normale morfologia e intensità".
Attualmente il dolore lombare è quasi del tutto sparito ma è presente un dolore al gluteo e alla parte posteriore della coscia sinistra che, però, riesco a controllare, all'occorrenza, con l'assunione di ibuprofene. Resta l'insensibilità e la mancanza di forza alla gamba sinistra.
Alla luce di quanto sopra quale sarebbe l'approccio terapeutico consigliato tenendo conto soprattutto del fatto che la mancanza di forza alla coscia sinistra mi impedisce la normale deambulazione e mi limita considerevolmente nello svolgimento delle normali cose quotidiane (usare la macchina, salire e scendere le scale, abbassarmi per raccogliere qualcosa a terra ecc...)?
Grazie.
[#1]
Può essere che il disturbo derivi dalla compressione 5-1 (per esserne certi bisognerebbe visitarLa) e che vi sia indicazione all'asportazione della compressione almeno a quel livello.
Visto l'evolversi della situazione, mi pare che sia rimasta questa come via percorribile.
Cordialità
Visto l'evolversi della situazione, mi pare che sia rimasta questa come via percorribile.
Cordialità
[#2]
Utente
Gentilissimo dott. Della Corte,
La ringrazio tantissimo per la rapidissima risposta al mio questito.
Nella mia prima esposizione ho dimenticato di riferire che il mio medico di base, al primo aggravarsi della sintomatologia, parlava di cruralgia.
Vorrei pertanto ossequiosamente chiederle se l'ernia in L1-L2 (postero-mediana e laterale destra) abbia potuto infiammare il nervo crurale della coscia sinistra (quella opposta al nervo compresso)?
Un'ultima cosa... l'eventuale rimozione chirurgica della/e compressione/i sarebbe risolutiva al mio problema?
Che percentuali di successo si hanno in questo tipo di intervento? E' vero che la rimozione di ernie discali alte (come quella mia in L1-L2) comportano maggiori rischi d'intervento ed, eventualmente, perchè?
Mi piacerebbe prenotare una visita presso di lei, in che modo è possibile?
Grazie.
La ringrazio tantissimo per la rapidissima risposta al mio questito.
Nella mia prima esposizione ho dimenticato di riferire che il mio medico di base, al primo aggravarsi della sintomatologia, parlava di cruralgia.
Vorrei pertanto ossequiosamente chiederle se l'ernia in L1-L2 (postero-mediana e laterale destra) abbia potuto infiammare il nervo crurale della coscia sinistra (quella opposta al nervo compresso)?
Un'ultima cosa... l'eventuale rimozione chirurgica della/e compressione/i sarebbe risolutiva al mio problema?
Che percentuali di successo si hanno in questo tipo di intervento? E' vero che la rimozione di ernie discali alte (come quella mia in L1-L2) comportano maggiori rischi d'intervento ed, eventualmente, perchè?
Mi piacerebbe prenotare una visita presso di lei, in che modo è possibile?
Grazie.
[#3]
Per discernere il livello interessato bisogna visitarLa.
Il livello L1-L2 è più delicato perchè siamo vicini alla parte terminale del midollo, quindi è ancor più raccomandabile la tecnica mininvasiva anche perchè l'approccio è postero-laterale e, conseguentemente, lascia fuori dalla direzione di trattamento le strutture "nobili" della colonna.
Se vuole essere visto da me, basta che prenoti presso il mio ambulatorio alla Columbus di Milano, chiamando il numero telefonico sottosegnato.
Cordialmente
Il livello L1-L2 è più delicato perchè siamo vicini alla parte terminale del midollo, quindi è ancor più raccomandabile la tecnica mininvasiva anche perchè l'approccio è postero-laterale e, conseguentemente, lascia fuori dalla direzione di trattamento le strutture "nobili" della colonna.
Se vuole essere visto da me, basta che prenoti presso il mio ambulatorio alla Columbus di Milano, chiamando il numero telefonico sottosegnato.
Cordialmente
[#4]
Utente
Gentile dottore,
Il fatto che lei dice "più delicato" significa anche più rischioso?
Mi scusi se approfitto ancora della sua disponibilità.
Attualmente sono a riposo a letto in quanto non riesco a stare in piedi per più di una 10ima di minuti perché subito iniziano a riacutizzarsi i dolori alla chiena ed alle gambe. Tuttavia anche a letto ho difficoltà in quanto qualsiasi posizione assumo (a pancia in già non riesco a stare nemmeno 30 seconti), dopo un pò, inizia a darmi fastidio. Quale posizione mi consiglia di assumere al fine di evitare compressioni sulle parti infiammate?
Volevo ancora chiederle il persistere dei dolori agli arti inferiori e , nonostante la cura a base di antinfiammatori e cortisonici, è il sintomo che l'ernia non accenna minimamente a "regredire"?
Grazie.
Il fatto che lei dice "più delicato" significa anche più rischioso?
Mi scusi se approfitto ancora della sua disponibilità.
Attualmente sono a riposo a letto in quanto non riesco a stare in piedi per più di una 10ima di minuti perché subito iniziano a riacutizzarsi i dolori alla chiena ed alle gambe. Tuttavia anche a letto ho difficoltà in quanto qualsiasi posizione assumo (a pancia in già non riesco a stare nemmeno 30 seconti), dopo un pò, inizia a darmi fastidio. Quale posizione mi consiglia di assumere al fine di evitare compressioni sulle parti infiammate?
Volevo ancora chiederle il persistere dei dolori agli arti inferiori e , nonostante la cura a base di antinfiammatori e cortisonici, è il sintomo che l'ernia non accenna minimamente a "regredire"?
Grazie.
[#5]
Sì, per più delicato intendo a maggior rischio (soprattutto a lasciare le cose come sono).
Non c'è una posizione valida per ogni paz., ognuno trova la propria (che gli dia meno fastidio).
Non solo non accenna a regredire ma rischia di arrecare danni anche non completamenre regredibili.
Si decida sul da farsi.
Cordiali saluti.
Non c'è una posizione valida per ogni paz., ognuno trova la propria (che gli dia meno fastidio).
Non solo non accenna a regredire ma rischia di arrecare danni anche non completamenre regredibili.
Si decida sul da farsi.
Cordiali saluti.
[#6]
Utente
Sicuramente la risposta alla prima domanda mi mette un pò in agitazione però, purtroppo, non ci sono altre soluzioni all'intervento e quindi mi organizzerò al più presto per procedere anche perchè miglioramenti non ce ne sono e, come giustamente dice lei, più tempo passa più si rischiano danni permanenti.
Grazie 1000 per le informazioni.
Cordiali saluti.
Grazie 1000 per le informazioni.
Cordiali saluti.
[#7]
Utente
Gentile dott. Della Corte,
volevo aggiornarla sull'evolversi della mia situazione.
In data 18.06.2011, a seguito di un consulto con un neurochirurgo della mia zona, sono stato sottoposto ad intervento chirurgico d'urgenza per la rimozione dell'ernia tra L1 e L2.
La relazione clinica di dimissione riporta, tra le altre cose, le seguenti indicazioni:
"il paziente è stato sottoposto ad intervento di laminectomia L1 completa bilaterale e parziale di L2 e rimozione di voluminosa ernia discale espulsa in tecnica microchirurgica con approccio monolaterale destro. Il decorso post-operatorio è stato regolare, il paziente non avverte algie radicolari agli AAII, invariato il deficit stenico AI sinistro riscontrato all'ingresso, ha deambulato correttamente e senza problemi per il reparto, la diuresi è regolare, apiretico per tutta la durata della degenza. La ferita chirurgica è stata medicata e si presenta piana ed asciutta".
Oggi, a 4 giorni dall'intervento, non ho più dolore alle gambe (sparito subito dopo l'intervento). Avverto dolore di moderata entità nella zona trattata. Mi è comparsa una leggera disestesia nella parte anteriore esterna della coscia dx (che non avevo prima dell'intervento) senza rilevare nessun deficit funzionale e un "peggioramento" della disestesia alla coscia sx specialmente nella parte anteriore esterna. Noto tuttavia un lievissimo miglioramento del deficit stenico allagamba sx.
Mi può dare un suo graditissimo parere sull'approccio chirurgico adottato dall'equipe medica che mi ha operato e se è consigliabile iniziare subito un buon ciclo di riabilitazione?
Il fatto di non avere più le lamine in L1 e parte delle lamine in L2 quali deficit futuri può comportare?
Grazie.
volevo aggiornarla sull'evolversi della mia situazione.
In data 18.06.2011, a seguito di un consulto con un neurochirurgo della mia zona, sono stato sottoposto ad intervento chirurgico d'urgenza per la rimozione dell'ernia tra L1 e L2.
La relazione clinica di dimissione riporta, tra le altre cose, le seguenti indicazioni:
"il paziente è stato sottoposto ad intervento di laminectomia L1 completa bilaterale e parziale di L2 e rimozione di voluminosa ernia discale espulsa in tecnica microchirurgica con approccio monolaterale destro. Il decorso post-operatorio è stato regolare, il paziente non avverte algie radicolari agli AAII, invariato il deficit stenico AI sinistro riscontrato all'ingresso, ha deambulato correttamente e senza problemi per il reparto, la diuresi è regolare, apiretico per tutta la durata della degenza. La ferita chirurgica è stata medicata e si presenta piana ed asciutta".
Oggi, a 4 giorni dall'intervento, non ho più dolore alle gambe (sparito subito dopo l'intervento). Avverto dolore di moderata entità nella zona trattata. Mi è comparsa una leggera disestesia nella parte anteriore esterna della coscia dx (che non avevo prima dell'intervento) senza rilevare nessun deficit funzionale e un "peggioramento" della disestesia alla coscia sx specialmente nella parte anteriore esterna. Noto tuttavia un lievissimo miglioramento del deficit stenico allagamba sx.
Mi può dare un suo graditissimo parere sull'approccio chirurgico adottato dall'equipe medica che mi ha operato e se è consigliabile iniziare subito un buon ciclo di riabilitazione?
Il fatto di non avere più le lamine in L1 e parte delle lamine in L2 quali deficit futuri può comportare?
Grazie.
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 13.5k visite dal 09/06/2011.
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