Ernia al disco recidiva l4 l5 sx
Buongiorno sono una signora molto sportiva di quasi 47 anni. Nel 2003 sono stata operata di ernia discale (con successo) L4 L5 sx. Da circa 2 anni ho iniziato a soffrire nuovamente di dolori alla schiena e al gluteo, comunque con alterne vicende. Ultimamente il dolore si e' fatto quasi insopportabile (e' passato alla gamba sx)e sono rimasta bloccata.Mi sono sbloccata solo dopo un ciclo di 6 flebo a base di cortisone - antinfiammatori - analgesici. Ho eseguito una risonanza magnetica e poi un consulto da un neurologo, il quale dopo aver visto le lastre mi ha detto che secondo lui dovrei essere operata. Vi leggo il referto:Rachide lombare in asse. Emisacralizzazione bilaterale di L5. Esito di intervento chirurgico per ernia discale L4-L5 con voluminosa recidiva erniaria paramediana sx. Irregolarita' delle limitanti somatiche contrapposte di L4-L5 con alterazione del segnale intraspongioso di aspetto degenerativo, tipo Modic II delle limitanti contrapposte.Accenno a disidratazione del disco intersomatico L3-L4, lievemente protruso posteriormente.Normali gli altri dischi inersomatici lombari.Lieve apofisite interpeduncolare dx L4-L5. Vi ringrazio per un vostro parere ed aiuto. Cordiali saluti
[#1]
Siamo in presenza di una recidiva, per cui mi pare che, stante i disturbi, sarebbe opportuno operare.
E' presumibile che vi siano anche degli importanti fatti cicatriziali, in zona di pregresso intervento, per cui consiglierei, anche per non farLa rischiare inutilmente, un intervento di tipo mininvasivo.
Cordialmente
E' presumibile che vi siano anche degli importanti fatti cicatriziali, in zona di pregresso intervento, per cui consiglierei, anche per non farLa rischiare inutilmente, un intervento di tipo mininvasivo.
Cordialmente
[#2]
Utente
Cortese Dr. Vincenzo Della Corte, La ringrazio per la sua sollecita risposta e consiglio. Le vorrei chiedere, se possibile, cosa intende per un intervento mininvasivo che non mi faccia rischiare inutilmente.Poi una ulteriore domanda che mi spaventa non poco:e' vero che operare una recidiva e' molto piu' pericoloso?? Dopo l'operazione quali saranno i tempi di recupero e dopo quanto potro' effettuare esercizi per la riabiltazione??
Cordiali saluti
Monica
Cordiali saluti
Monica
[#3]
Gent.le Sig.a,
Lei ponendo la 2^ domanda ha dato una risposta alla 1^.
Nel secondo intervento si avranno da affrontare anche i problemi legati alle "cicatrici interne" dovute ai fisiologici esiti della prima operazione. Diciamo che la maggiore difficoltà è data proprio dalla presenza, oltre che della ernia, anche di questa ulteriore problema che può rendere più indaginosa l'esecuzione dell'intervento.
L'effettuazione dell'intervento in mininvasiva, potrà documentarsi anche leggendo i miei articoli in MinForma sull'argomento, evita la "vecchia strada" dell'approccio classico e raggiunge il campo operatorio per una diversa via. In tal modo si lavora esclusivamente sulla radice nervosa riuscendo a decomprimerla sia da residui di ciò che è stato oggetto del precedente trattamento sia delle fibrosi cicatriziali che, in questi casi e molto spesso, più ancora del residuo erniario, sono causa di patologia.
Per quanto concerne il tempo di recupero possima dire che, dopo la dimissione dalla Clinica, il paz. osserverà, mediamente, un periodo di convalescenza non superiore alle due settimane ed, eventualmente, potrà riprendere, se necessari, gli esercizi per la riabilitazione. Ma tenga presente che, in ciò come in tantissime altre patologie, ogni persona fa storia a sè.
Sperando di aver risposto ai Suoi quesiti, colgo l'occasione per farLe fervidi auguri di pronto ristabilimento.
Lei ponendo la 2^ domanda ha dato una risposta alla 1^.
Nel secondo intervento si avranno da affrontare anche i problemi legati alle "cicatrici interne" dovute ai fisiologici esiti della prima operazione. Diciamo che la maggiore difficoltà è data proprio dalla presenza, oltre che della ernia, anche di questa ulteriore problema che può rendere più indaginosa l'esecuzione dell'intervento.
L'effettuazione dell'intervento in mininvasiva, potrà documentarsi anche leggendo i miei articoli in MinForma sull'argomento, evita la "vecchia strada" dell'approccio classico e raggiunge il campo operatorio per una diversa via. In tal modo si lavora esclusivamente sulla radice nervosa riuscendo a decomprimerla sia da residui di ciò che è stato oggetto del precedente trattamento sia delle fibrosi cicatriziali che, in questi casi e molto spesso, più ancora del residuo erniario, sono causa di patologia.
Per quanto concerne il tempo di recupero possima dire che, dopo la dimissione dalla Clinica, il paz. osserverà, mediamente, un periodo di convalescenza non superiore alle due settimane ed, eventualmente, potrà riprendere, se necessari, gli esercizi per la riabilitazione. Ma tenga presente che, in ciò come in tantissime altre patologie, ogni persona fa storia a sè.
Sperando di aver risposto ai Suoi quesiti, colgo l'occasione per farLe fervidi auguri di pronto ristabilimento.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.8k visite dal 20/02/2011.
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