Discopatia degenerativa avanzata

Buongiorno,
sono una donna di 48 anni e lavoro come impiegata. Ho avuto due figli.
Sono ormai parecchi anni che il dolore alla schiena mi perseguita con limitazioni anche nella vita quotidiana.
L'ultima risonanza magnetica riporta la seguente diagnosi:
a L5 S1 discopatia degenerativa avanzata con disco in gran parte collassato con associate alterazioni osteo condrosiche dei piatti epifisari corrispondenti con osteofitosi marginale. Il disco presenta inoltre ampia debordanza circoferenziale da sfiancamento dell'anello fibroso condizionante una modesta impronta a largo raggio sulla superficie ventrale del sacco durale ed un parziale impegno foraminale e dei recessi con conflitto disco radicolare periferico su entrambe le radici L5. Normali gli altri spazi discali. Canale vertebrale ampio con profili regolari. Normale l'immagine del cono midollare, in sede, e nelle radici della cauda.
Nei tempi ho fatto di tutto, massaggi con terapista, osteopata, terapie fisiche, nuoto, infiltrazioni di cortisone, a cicli iniezioni di voltaren, muscorsil e cortisone. Purtroppo sempre con scarsi risultati nel tempo.
Esiste la possibilità di un intervento che risolva in modo definitivo il mio dolore. E' ormai un compagno quotidiano che mi crea non pochi problemi.
Ringrazio per la cortese risposta
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Dr. Diego Garbossa Neurochirurgo, Microchirurgo 57 1
Cara signora,
la discopatia anche avanzata ha come prima tappa cutativa un giusto percorso conservativo (calo ponderale, ginnastica, farmaci etc...). Se il tentativo conservativo fallisce allora la chirurgia può offrire una soluzione. esiste la possibilità di curare il problema con un intervento certo impegnativo e non del tutto privo di rischi che però crea le condizioni per ritornare ad una vita attiva.
Di solito l'intervento consiste nel rimuovere il disco malato per via posteriore, posizionare delle gabbie tra lo spazio vertebrale e dell'osso per favorire l'ossificazione e posizionare delle viti sulle due vertebre contigue. Questo intervento libera le radici compresse, ripristina l'atezza del disco ma blocca il livello operato. Prima di proporre l'intervento ovviamente si dovrebbero visionare le lastre e visitarla accuratamente...
resto a disposizione per dettagli.
Spero di essere stato utile.

Dr. D. Garbossa,Specialista in Neurochirurgia A.O. Città della Salute e della Scienza,"Molinette", Torino
Università di Torino

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Utente
Utente
Ringrazio per la cortese risposta, certamente utile.
Come le dicevo sono ormai anni che tento il percorso conservativo (lei parlava anche di calo ponderale, un peso di 58 kg su 1.60 ritiene possa rappresentare un motivo di ulteriore aggravamento della situazione?).
Risolvere definitivamente il mio problema è il mio obiettivo considerato che la situazione sta condizionando in modo importante la vita di tutti i giorni.
Devo dirle però che mi ha spaventata la sintesi delle modalità di intervento soprattutto nel punto in cui mi dice che "blocca il livello operato". Cosa si intende? A fronte di una riduzione del dolore ci si ritrova con una mobilità ridotta?
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Dr. Diego Garbossa Neurochirurgo, Microchirurgo 57 1
Cara signora,
se il blocco è ad un livello solo la perdita funzionale è modesta.. se adesso ha molto male certo la limitazione funzionale sarà maggiore... Comunque questi sono interventi che vanno fatti in situazioni di dolori invalidanti e dopo il percorso conservativo.. Se sono necessari e l'indicazione è corretta danno buoni esiti, salvo complicazioni.
Saluti.

D. Garbossa