Le riporto può essere riferibile alla mia coccigodinia,
Egregio Dott. Migliaccio ho 42 anni e le scrivo da Napoli.
cercherò di riassumerle la mia storia clinica in poche righe:
Circa 20 anni fa, a seguito di una violenta caduta, mi provocai la frattura del coccige, sottostimando l’entità del danno non approfondì la cosa, per cui ho lasciato che la situazione cronicizzasse, accumulando nell’arco di questo tempo una serie variegata di sintomatologie dolorose e infiammatorie.
Ho comunque appurato attraverso un’elettromiografia l’integrità del pudendo,ma resta il dato oggettivo che la mia qualità della vita diventa sempre più scadente,visto che convivo in maniera continua con un dolore al sacro, frequenti vaginiti,soprattutto se mi espongo al sole, dolore agli arti inferiori, impossibilità di condurre una vita normale, anche dal punto di vista sessuale , visti i dolori lancinanti alla zona pelvica, che avverto dopo il rapporto.
Sinceramente non so se tutto quello che le riporto può essere riferibile alla mia coccigodinia, e su questo le chiedo lumi.
Inutile dire che in questi anni ho cercato di affrontare l’eventualità dell’intervento chirurgico, ma dai vari consulti che ho fatto con neurochirurghi e ortopedici, scaturiva sostanzialmente la scarsa disponibilità dei suddetti a operarmi, a causa delle numerose complicanze e invalidità che questo tipo di intervento poteva provocare ( incontinenza fecale ecc. ).
L’ultima esperienza negativa l’ho vissuta qualche settimana fa, allorchè rivoltami ad un centro specializzato in neurochirurgia ad Hannover ,rincuorata dall’ottimismo con cui avevano accolto il mio caso nella visita preliminare effettuata circa un’anno fa,mi sono decisa all’intervento.
Ebbene il ricovero è durato solo due giorni in cui mi hanno sottoposta esclusivamente ad una infiltrazione,oltretutto dolorosissima, di anestetico, e mi hanno liquidata ritenendo impraticabile l’intervento.
Gentilissimo Dt Migliaccio, a questo punto la mia necessità e trovare in Lei conforto scientifico su ciò che ho fatto e indicazioni su ciò che eventualmente resta da fare.
Qualora lei lo ritenesse necessario,per approfondire meglio il mio caso, sarei disponibile a sottopormi ad una visita presso la struttura dove Lei opera.
Grazie per l’attenzione che mi ha dedicato e anticipatamente la ringrazio.
cercherò di riassumerle la mia storia clinica in poche righe:
Circa 20 anni fa, a seguito di una violenta caduta, mi provocai la frattura del coccige, sottostimando l’entità del danno non approfondì la cosa, per cui ho lasciato che la situazione cronicizzasse, accumulando nell’arco di questo tempo una serie variegata di sintomatologie dolorose e infiammatorie.
Ho comunque appurato attraverso un’elettromiografia l’integrità del pudendo,ma resta il dato oggettivo che la mia qualità della vita diventa sempre più scadente,visto che convivo in maniera continua con un dolore al sacro, frequenti vaginiti,soprattutto se mi espongo al sole, dolore agli arti inferiori, impossibilità di condurre una vita normale, anche dal punto di vista sessuale , visti i dolori lancinanti alla zona pelvica, che avverto dopo il rapporto.
Sinceramente non so se tutto quello che le riporto può essere riferibile alla mia coccigodinia, e su questo le chiedo lumi.
Inutile dire che in questi anni ho cercato di affrontare l’eventualità dell’intervento chirurgico, ma dai vari consulti che ho fatto con neurochirurghi e ortopedici, scaturiva sostanzialmente la scarsa disponibilità dei suddetti a operarmi, a causa delle numerose complicanze e invalidità che questo tipo di intervento poteva provocare ( incontinenza fecale ecc. ).
L’ultima esperienza negativa l’ho vissuta qualche settimana fa, allorchè rivoltami ad un centro specializzato in neurochirurgia ad Hannover ,rincuorata dall’ottimismo con cui avevano accolto il mio caso nella visita preliminare effettuata circa un’anno fa,mi sono decisa all’intervento.
Ebbene il ricovero è durato solo due giorni in cui mi hanno sottoposta esclusivamente ad una infiltrazione,oltretutto dolorosissima, di anestetico, e mi hanno liquidata ritenendo impraticabile l’intervento.
Gentilissimo Dt Migliaccio, a questo punto la mia necessità e trovare in Lei conforto scientifico su ciò che ho fatto e indicazioni su ciò che eventualmente resta da fare.
Qualora lei lo ritenesse necessario,per approfondire meglio il mio caso, sarei disponibile a sottopormi ad una visita presso la struttura dove Lei opera.
Grazie per l’attenzione che mi ha dedicato e anticipatamente la ringrazio.
[#1]
Gentile signora,
dovrei appunto visitarLa per capire se si tratta di coccigodinia, visto che i disturbi che riferisce, forse, non dipendono dalla vecchia frattura o lussazione del coccige.
Se si tratta di vera coccigodinia, ovvero di dolori in sede sacro-coccigea che vengono esacerbati dalla posizione seduta, è possibile effettuare un intervento non demolitivo in anestesia locale e in Day Hospital.
I casi trattati finora hanno avuto un buon successo, ma ovviamente ogni caso è un caso a sè.
Disponibile per eventuali necessità e per quel che mi è possibile,La saluto con cordialità
dovrei appunto visitarLa per capire se si tratta di coccigodinia, visto che i disturbi che riferisce, forse, non dipendono dalla vecchia frattura o lussazione del coccige.
Se si tratta di vera coccigodinia, ovvero di dolori in sede sacro-coccigea che vengono esacerbati dalla posizione seduta, è possibile effettuare un intervento non demolitivo in anestesia locale e in Day Hospital.
I casi trattati finora hanno avuto un buon successo, ma ovviamente ogni caso è un caso a sè.
Disponibile per eventuali necessità e per quel che mi è possibile,La saluto con cordialità
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 5.2k visite dal 31/07/2010.
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