Un aneurisma cerebrale, ha una maggiorne probabilità
Buongiorno,
Vorrei sapere se mio marito, il cui nonno è morto a 55 anni per un aneurisma cerebrale, ha una maggiorne probabilità di essere portatore di aneurismi.
Lui non fuma più, non soffre di ipertensioni e non è in sovrappeso. Che rischio corre? Nel caso, potrebbe avere senso sottoporsi ad uno screening oppure è superfluo?
Grazie della vostra risposta
Vorrei sapere se mio marito, il cui nonno è morto a 55 anni per un aneurisma cerebrale, ha una maggiorne probabilità di essere portatore di aneurismi.
Lui non fuma più, non soffre di ipertensioni e non è in sovrappeso. Che rischio corre? Nel caso, potrebbe avere senso sottoporsi ad uno screening oppure è superfluo?
Grazie della vostra risposta
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Gentile signora,
non è provata la trasmissione genetica degli aneurismi, anche se una certa famigliarità, in alcuni casi, è riscontrabile.
Il problema però di sapere se ognuno di noi è portatore di un aneurisma cerebrale è diventato attuale con l'avvento della tecnologia diagnostica non invasiva.
Basta infatti sottoporsi a una angio-TAC o angio RM per escludere la presenza della malformazione vascolare.
Questo però, se da un lato offre la possibilità della prevenzione nei soggetti a rischio, dall'altro pone il dilemma se, scoperto l'aneurisma asintomatico, questo debba essere trattato.
La tecnologia non invasiva dà una ulteriore mano alla soluzione di tali problematiche.
Un aneurisma si può "operare" mediante introduzione con un "catetere" attraverso la arteria femorale di spire metalliche che vanno a chiudere la sacca della malformazione, ottenendo così la sua esclusione dalla circolazione arteriosa e impedendo che si rompa.
Anche sa tale tecnica è pressochè sicura, i rischi di insuccesso e di complicanze vi possono essere.
Bisogna, in sostanza, valutare quanto pesa il rischio del non fare nulla e quanto quello dell'intervento.
Questo ovviamente una volta che si scopre di avere un aneurisma che non ha dato alcun segno clinico.
E' una problematica che è all'attenzione della Comunità Scientifica.
Per concludere, la scelta se fare o non fare un esame diagnostico in tal senso, va valutato caso per caso.
Con molta cordialità
non è provata la trasmissione genetica degli aneurismi, anche se una certa famigliarità, in alcuni casi, è riscontrabile.
Il problema però di sapere se ognuno di noi è portatore di un aneurisma cerebrale è diventato attuale con l'avvento della tecnologia diagnostica non invasiva.
Basta infatti sottoporsi a una angio-TAC o angio RM per escludere la presenza della malformazione vascolare.
Questo però, se da un lato offre la possibilità della prevenzione nei soggetti a rischio, dall'altro pone il dilemma se, scoperto l'aneurisma asintomatico, questo debba essere trattato.
La tecnologia non invasiva dà una ulteriore mano alla soluzione di tali problematiche.
Un aneurisma si può "operare" mediante introduzione con un "catetere" attraverso la arteria femorale di spire metalliche che vanno a chiudere la sacca della malformazione, ottenendo così la sua esclusione dalla circolazione arteriosa e impedendo che si rompa.
Anche sa tale tecnica è pressochè sicura, i rischi di insuccesso e di complicanze vi possono essere.
Bisogna, in sostanza, valutare quanto pesa il rischio del non fare nulla e quanto quello dell'intervento.
Questo ovviamente una volta che si scopre di avere un aneurisma che non ha dato alcun segno clinico.
E' una problematica che è all'attenzione della Comunità Scientifica.
Per concludere, la scelta se fare o non fare un esame diagnostico in tal senso, va valutato caso per caso.
Con molta cordialità
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.2k visite dal 16/07/2010.
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