Intervento alla cervicale per stenosi.. e' necessario?

Salve,

mio padre a giorni verra` sottoposto ad un intervento chirurgico alla cervicale per correggere una stenosi congenita che col tempo e l artrosi e` degenerata al punto di compromettere il normale uso delle mani, che risultano ad oggi prive di sensibilita`. Purtroppo l intervento arriva dopo un lungo periodo di problemi di salute. Premetto che mio padre ha 50 anni e ha lavorato tutta una vita come meccanico. E` diabetico e iperteso e ha il fegato in cattivo stato. A fine estate 2009 mio padre ha iniziato a soffrire di dolori cervicali . A dicembre 2009 e` esplosa improvvisamente una brutta meningite da Haemophilus influenzae, diagnosticata mediante puntura lombare. Fortunatamente ne e` uscito ma gli si e` sviluppata una spondilodiscite a livello lombare, proprio dove i medici avevano eseguito la puntura lombare. Tutto questo accompagnato dalla perdita della sensibilita` agli arti superiori e inferiori. Dopo piu` di 3 mesi di cura con antibiotici a largo spettro,false rassicurazioni e speranze da parte dei medici, risonanze e controlli che non hanno mai evidenziato miglioramenti seri, la palla e` stata lanciata nuovamente al neurochirurgo, che ha consigliato al piu` presto un intervento per la decompressione delle vertebre a livello cervicale. In questo modo si vuol provare a far recuperare a mio padre l uso delle mani. In contemporanea, verra` eseguita una biopsia alle ossa per individuare il batterio che ad oggi non e` stato ancora sconfitto.
Mi rendo conto che la situazione e` davvero complessa e forse chiedere un parere su internet puo` sembrare una cosa assurda, ma sono una figlia disperata.
Non conosco medici e non siamo una famiglia facoltosa che si possa permettere trasferte in altri paesi e cure a pagamento. Ci siamo affidati ai medici di Catania, in particolare alla neurochirurgia del Policlinico. Forse chiedo troppo, ma con un quadro clinico del genere, e` lecito operare?
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 7.1k 247
Gent.le Sig.a,
se le condizioni generali del paz., attualmente, sono soddisfacenti, è presumibile che sì.
Tuttavia, non ho capito come si possa fare un prelievo in sede lombare, una volta che si è deciso di fare una (laminectomia?) cervicale.
Cerchi di spiegare (e farsi spiegare) meglio.
Cordialmente

Dr. Della Corte: vincenzodellacortemi@libero.it
Case di Cura: "La Madonnina Milano-02/58395555
"Villa Mafalda" ROMA-06/86094294

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Utente
Utente
Gentile dottore,

i medici hanno intenzione di eseguire, oltre alla laminectomia, un taglio a livello lombare in sede di intervento, per provvedere alla biopsia ossea.
Le condizioni di mio padre ad oggi sono di affaticamento, dolori alla schiena ad ogni minimo sforzo ed inoltre e` molto provato da questi mesi di lunga malattia. I medici hanno comunque detto che prima di eseguire l intervento ci daranno tutte le delucidazioni che ci occorrono.
Capira` comunque che la paura ce`, e soprattutto si spera che non si peggiori la situazione!
Se non le chiedo troppo, a suo parere, l intervento potrebbe risolvergli qualche problema? Quali sono i rischi a cui si va incontro?

Grazie infinite per la sua attenzione
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 7.1k 247
Gent.le Sig.a,
se le cose stanno come dice Lei, farei prima un prelievo della spondilodiscite lombare per via percutanea (per limitare al massimo la possibilità di estensione dell'infezione) ed una volta ottenuto l'antibiogramma procederei a "sterilizzare" la zona. Solo una volta ottenuto il risultato contro l'infezione penserei al settore cervicale .
Ma io non ho visitato Suo padre nè ho visto gli esami, per cui il mio è un ragionamento teorico che merita una riflessione.
Mi tenga informato e cordialità