Dolore ai testicoli dopo intervento per ernia espulsa
Premetto che in data 27/12/2006, a seguito di forti dolori alla schiena e sciatalgia dx, sono stato sottoposto, presso il Besta di Milano, ad intervento chirurgico di asportazione per via interlaminare destra, in microscopia, di ernia espulsa e migrata in basso del V disco.
Il decorso è andato tutto ok (anche se tutt’ora ho imparato a convivere con un leggerissimo formicolio al piede destro e dolore alla schiena) e, dopo circa un anno, ho ripreso a fare dello sport (corsa su strada).
A circa due anni dall’intervento, a causa di un forte dolore alla schiena, ho fatto una tac dove si è evidenziato che l’ernia operata risultava essere ritornata, però dopo un po’ di riposo è ritornato tutto alla normalità.
Ora nei primi giorni di gennaio di quest’anno, ho iniziato ad avere un dolore (e/o bruciore) al testicolo dx con la presenza di “fitte”. Consultato il medico di famiglia, il quale mi ha prescritto il “Rifadin” e “Flaminase”, ma senza avere nessun giovamento neanche prendendo antinfiammatori e/o antidolorifici.
Successivamente mi porto da un chirurgo per controllare se vi era la presenza di un’ernia inguinale, ma dopo la visita, dove ho anche prospettato i problemi lombari di cui sopra, il chirurgo non evidenziava nessun problema di ernia, ma riferiva che poteva trattarsi di una “neuropatia” consigliandomi di prendere per un po’ di tempo la “Lyrica” (!?) e di fare una visita neurochirurgica.
In attesa del neurochirurgo faccio gli esami delle urine e del PSA: tutto nella norma.
Poi, su consiglio del medico curante, faccio una visita urologia: lo specialista confermava la diagnosi del chirurgo e di fare la visita neurochirurgica.
Per problemi di tempo e di distanza (per poter andare a Milano) contatto un neurochirurgo nella provincia di Reggio Calabria il quale dopo avermi visitato riferiva che i dolori ai testicoli non erano dovuti per i problemi della schiena e mi consigliava di fare una RM lombare ed inguinale e di ritornare dall’urologo.
Nel frattempo i dolori al testicolo dx rimaneva ed in più doleva anche il sx e i dolori erano saliti anche al basso addome.
In attesa della RM faccio anche una ecografia addominale e testicolare (una ai testicoli l’avevo già fatta con la comparsa dei primi sintomi senza riscontrare nulla) ed ecco il referto:
“Fegato nella norma per dimensioni e morfologia ad eco struttura steatosica. Non lesioni focali.
Non dilatate le vie biliari. Colecisti alitiasica.
Pancreas e milza nella norma.
Reni nella norma per dimensioni, morfologia ed ecopstruttura.
Si segnala qualche placca di Randall bilateralmente.
Non segni di stasi e/o litiasi.
Vescica ben distesa, esente da patologia.
Qualche rilievo occasionale si segnala ispessimento del funicolo spermatico dx con accentuata vascolarizzazione come da processo flogistico.”
Poi riesco a fare anche la Rm lombare ed addominale ed ecco il risultato:
“Esiti di discectomia L5-S1 cin approccio mediante emilaminectomia e flavectomia destra.
Rettilineizzazzione della fisiologica lordosi del tratto lombare della colonna.
Il soma dei metameri esplorati è sufficientemente preservato in altezza.
Ernie di Schmorl dei somi L3, L5 e S1.
Riduzione di spessore con attenuazione della normale intensità di segnale, nelle scansioni a TR-lungo, dei dischi intersomatici L4-L5 e L5-S1 per disidratazione del nucleo polposo.
Fenomeni degenerativi di tipo Modic II dei somi contrapposti L5 e S1.
Si rileva, inoltre, accentuata protrusione circonferenziale del margine posteriore del disco L5-S1 con impronta sull’astuccio durale e parziale impegno intraforaminale bilaterale, prevalente a destra, cui si associa piccola focalità erniaria espulsa e migrata in basso.
Il rilievo potrebbe determinare conflitto radicolare S1.
Coesiste modesta convessità posteriore del disco L4-L5 ed in misura minore L3-L4.
Si documenta, peraltro, diffusa artrosi interapofisaria con ipertrofia degenerativa dei massicci articolari ed introflessione dei legamenti gialli.
Il canale spinale mostra diametri nei limiti della norma.
Non si apprezzano, infine, aree di alterata intensità di segnale a carico del cono e della cauda midollare.”
La rm addominale non riscontrava alcun problema.
Mi riporto dall’urologo con eco e rm il quale, dopo aver visto gli esami, mi riferisce di andare dal neurochirurgo.
Per accelerare i tempi di attesa per la visita, contatto telefonicamente un neurochirurgo presso un ospedale (diverso da quello che mi aveva visitato la prima volta), il quale dopo aver ascoltato i problemi di cui sopra con i relativi esami riferiva non era necessario che visitasse (neanche a pagamento !!!) perché i problemi alla schiena non comportano dolori anteriori.
Potete darmi una vostra opinione.
Grazie anticipatamente.
Il decorso è andato tutto ok (anche se tutt’ora ho imparato a convivere con un leggerissimo formicolio al piede destro e dolore alla schiena) e, dopo circa un anno, ho ripreso a fare dello sport (corsa su strada).
A circa due anni dall’intervento, a causa di un forte dolore alla schiena, ho fatto una tac dove si è evidenziato che l’ernia operata risultava essere ritornata, però dopo un po’ di riposo è ritornato tutto alla normalità.
Ora nei primi giorni di gennaio di quest’anno, ho iniziato ad avere un dolore (e/o bruciore) al testicolo dx con la presenza di “fitte”. Consultato il medico di famiglia, il quale mi ha prescritto il “Rifadin” e “Flaminase”, ma senza avere nessun giovamento neanche prendendo antinfiammatori e/o antidolorifici.
Successivamente mi porto da un chirurgo per controllare se vi era la presenza di un’ernia inguinale, ma dopo la visita, dove ho anche prospettato i problemi lombari di cui sopra, il chirurgo non evidenziava nessun problema di ernia, ma riferiva che poteva trattarsi di una “neuropatia” consigliandomi di prendere per un po’ di tempo la “Lyrica” (!?) e di fare una visita neurochirurgica.
In attesa del neurochirurgo faccio gli esami delle urine e del PSA: tutto nella norma.
Poi, su consiglio del medico curante, faccio una visita urologia: lo specialista confermava la diagnosi del chirurgo e di fare la visita neurochirurgica.
Per problemi di tempo e di distanza (per poter andare a Milano) contatto un neurochirurgo nella provincia di Reggio Calabria il quale dopo avermi visitato riferiva che i dolori ai testicoli non erano dovuti per i problemi della schiena e mi consigliava di fare una RM lombare ed inguinale e di ritornare dall’urologo.
Nel frattempo i dolori al testicolo dx rimaneva ed in più doleva anche il sx e i dolori erano saliti anche al basso addome.
In attesa della RM faccio anche una ecografia addominale e testicolare (una ai testicoli l’avevo già fatta con la comparsa dei primi sintomi senza riscontrare nulla) ed ecco il referto:
“Fegato nella norma per dimensioni e morfologia ad eco struttura steatosica. Non lesioni focali.
Non dilatate le vie biliari. Colecisti alitiasica.
Pancreas e milza nella norma.
Reni nella norma per dimensioni, morfologia ed ecopstruttura.
Si segnala qualche placca di Randall bilateralmente.
Non segni di stasi e/o litiasi.
Vescica ben distesa, esente da patologia.
Qualche rilievo occasionale si segnala ispessimento del funicolo spermatico dx con accentuata vascolarizzazione come da processo flogistico.”
Poi riesco a fare anche la Rm lombare ed addominale ed ecco il risultato:
“Esiti di discectomia L5-S1 cin approccio mediante emilaminectomia e flavectomia destra.
Rettilineizzazzione della fisiologica lordosi del tratto lombare della colonna.
Il soma dei metameri esplorati è sufficientemente preservato in altezza.
Ernie di Schmorl dei somi L3, L5 e S1.
Riduzione di spessore con attenuazione della normale intensità di segnale, nelle scansioni a TR-lungo, dei dischi intersomatici L4-L5 e L5-S1 per disidratazione del nucleo polposo.
Fenomeni degenerativi di tipo Modic II dei somi contrapposti L5 e S1.
Si rileva, inoltre, accentuata protrusione circonferenziale del margine posteriore del disco L5-S1 con impronta sull’astuccio durale e parziale impegno intraforaminale bilaterale, prevalente a destra, cui si associa piccola focalità erniaria espulsa e migrata in basso.
Il rilievo potrebbe determinare conflitto radicolare S1.
Coesiste modesta convessità posteriore del disco L4-L5 ed in misura minore L3-L4.
Si documenta, peraltro, diffusa artrosi interapofisaria con ipertrofia degenerativa dei massicci articolari ed introflessione dei legamenti gialli.
Il canale spinale mostra diametri nei limiti della norma.
Non si apprezzano, infine, aree di alterata intensità di segnale a carico del cono e della cauda midollare.”
La rm addominale non riscontrava alcun problema.
Mi riporto dall’urologo con eco e rm il quale, dopo aver visto gli esami, mi riferisce di andare dal neurochirurgo.
Per accelerare i tempi di attesa per la visita, contatto telefonicamente un neurochirurgo presso un ospedale (diverso da quello che mi aveva visitato la prima volta), il quale dopo aver ascoltato i problemi di cui sopra con i relativi esami riferiva non era necessario che visitasse (neanche a pagamento !!!) perché i problemi alla schiena non comportano dolori anteriori.
Potete darmi una vostra opinione.
Grazie anticipatamente.
[#1]
Neurochirurgo
Gentile Utente,
da quanto riferisce sembrerebbe che la sintomatologia sia davvero da ascrivere a quei segni di infiammazione del funicolo spermatico che sono stati riscontrati all'ecografia. Fermo restando che sarebbe necessaria una sua valutazione clinica diretta con una visita neurochirurgica e una visione diretta delle immagini della RM, mi sembra comunque alquanto difficile che un tale quadro si possa riferire a quanto riportato nella Risonanza. La invito quindi a consultare un altro Urologo sottoponendogli l'esito dell'ecografia, prima di pensare ad una nuova necessaria valutazione neurochirurgica per la patologia della colonna vertebrale. Infine le consiglio di eseguire comunque prima della visita urologica un esame chimico-fisico delle urine e degli esami di laboratorio (emocromo, VES, Proteina C reattiva).
Un saluto
da quanto riferisce sembrerebbe che la sintomatologia sia davvero da ascrivere a quei segni di infiammazione del funicolo spermatico che sono stati riscontrati all'ecografia. Fermo restando che sarebbe necessaria una sua valutazione clinica diretta con una visita neurochirurgica e una visione diretta delle immagini della RM, mi sembra comunque alquanto difficile che un tale quadro si possa riferire a quanto riportato nella Risonanza. La invito quindi a consultare un altro Urologo sottoponendogli l'esito dell'ecografia, prima di pensare ad una nuova necessaria valutazione neurochirurgica per la patologia della colonna vertebrale. Infine le consiglio di eseguire comunque prima della visita urologica un esame chimico-fisico delle urine e degli esami di laboratorio (emocromo, VES, Proteina C reattiva).
Un saluto
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 5k visite dal 03/06/2010.
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