Lesione intramidollare
Buongiorno, lo scorso 5 febbraio mio marito che si trovava in brasile per lavoro è caduto a testa in giu' su uno scoglio. Premetto che prima dell'incidente lamentava spesso tremolii alle gambe, sensazione di mancanza di forza alle gambe, aveva intrapreso alcuni controlli neurologici ma nessuno aveva pensato di controllare la colonna vertebrale! Dopo questo incidente rovinoso è stato ricovera 4 giorni all'Ospedale San Raffaele di Salvador dove volevano operarlo. Siamo riusciti a ottenere il rimpatrio (con collare rigido e protetto) dopodichè è stato ricoverato nel reparto neurologia di un ospedale milanese dove hanno refertato: ipostenia ai quattro arti e riscontro di osteofitosi, stenosi del canale cervicale, ernia discale C4-C5 e lesione intramidollare a livello C3-C4. Probabilmente l'ernia discale è cioò che aveva prima e che gli creava disturbi, poi si aggiunta la lesione intramidollare. Dopo una terapia con cortisone è stato dimesso, a mio avviso troppo presto ed o ra ha intrapreso da due settimane fisioterapia al CTO di MIlano. Vengo al dunque. Perchè nell'ospedale brasialiano volevano operarlo ed invece a MIlano/Policlinico preferiscono attendere due mesi e rifare TAC e risonanze per poi decidere se intervenire o meno? E' un calvario, terminato il cortisone il corpo ha avuto una sorta di afflosciamento. Le mani e le braccia hanno poca funzionalità, poca sensibilità, molta debolezza, formicolii e fastidio ad essere sfiorato e toccato. Cammina male e necessita di stampelle o sedia a rotelle. Che senso ha questo calvario? COme può una fisioterapia cambiare questa situazione? VOrrei andare da un neurochirurgo di Milano, o chi mi consigliate voi, per un consulto, per verificare se ciò che stiamo facendo è corretto. E' chiuso in casa, lo trasportiamo per le terapie ma non può guidare, non puo' camminare liberamente, che senso ha aspettare? Aiuto. Grazie
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Gentile signora, il caso di suo marito non è infrequente. Se i neurochirurghi di Salvador lo avessero operato subito non avrebbero fatto la cosa giusta.
La letteratura internazionale sostiene che nelle mielopatie cervicali "scompensate" da un trauma (con segnale midollare") la prima cosa da fare è la terapia steroidea. Dunque si attende per capire se vi può essere un miglioramento spontaneo con la sola terapia medica. Solo successivamente si può pensare ad un trattamento chirurgico se esistono le condizioni per ritenre che un ulteriore migloramento clinico possa essere ottenuto dalla decompressione chirurgica. Se non si ha un miglioramento dalla sola terapia è difficile prevedere n miglioramneto clinico con l'intervento.
Non vi è nessuna evidenza scientifica che un trattamento decompressivo eseguito in urgenza migliori la prognosi.
E' comunque un discorso tecnicamente troppo complesso per essere affrontato in questa sede.
Cordiamente
La letteratura internazionale sostiene che nelle mielopatie cervicali "scompensate" da un trauma (con segnale midollare") la prima cosa da fare è la terapia steroidea. Dunque si attende per capire se vi può essere un miglioramento spontaneo con la sola terapia medica. Solo successivamente si può pensare ad un trattamento chirurgico se esistono le condizioni per ritenre che un ulteriore migloramento clinico possa essere ottenuto dalla decompressione chirurgica. Se non si ha un miglioramento dalla sola terapia è difficile prevedere n miglioramneto clinico con l'intervento.
Non vi è nessuna evidenza scientifica che un trattamento decompressivo eseguito in urgenza migliori la prognosi.
E' comunque un discorso tecnicamente troppo complesso per essere affrontato in questa sede.
Cordiamente
Dr. Marco Mannino
Neurochirurgo
http://www.studiomannino.com
[#2]
Ex utente
gentile Dr. Mannino, la ringrazio per la Sua puntuale risposta. Peccato che Lei non è nella nostra zona. Per l'intervento chirurgico ho capito che affrettarsi non è la cosa migliore e la ringrazio per avermene spiegato i motivi. Ciò che vorrei però approfondire per capire cosa meglio fare è questo: dopo la terapia con cortisone che ora ha terminato, sta facendo fisioterapia. Prima era una persona che camminava, correva e faceva tutto ciò che le persone sane fanno. Ora, a 41 anni, si trova a casa, non stà lavorando, fà fatica a camminare, sicuramente non puo' andare a piedi a fare la spesa o prendersi il giornale perchè ha bisogno di supporti (sedia a rotelle o stampelle), certo qualche passo per andare in bagno, scendere dalla carrozzella per salire in maccina lo fa. Non riesce a stringere gli oggetti con le mani come faceva prima, la sensibilità al tatto è scarsa. Insomma a 41 è precipitato in uno stato fisico di un 90enne. Dottore dobbiamo rassegnarci al fatto che a 41 anni resterà così per sempre? L'ernia discale in C5-C5 e la lesione al midollo in C3 C4 sono le cause di questo suo stato, perchè non si possono eliminare con un intervento? Io dubito che la fisioterapia potrà eliminare i problemi perchè l'ernia rimarrà, e forse anche la lesione. Quindi continuiamo a vita con la fisioterapia senza intervenire e accettiamo che a 41 è semi immobile? Perdoni le domande ma la vita è cambiata tanto dall'incidente e non vorrei rassegnarmi allo stato di cose ma fare tutto il possibile, chiaramente ciò he è giusto e nulla di avventato. Grazie dottore.
[#3]
Tutti gli ammalati midollari hanno un margine di miglioramento, ma la medicina migliore è la pazienza e il tempo.
L'intervento può anche rimuovere la causa (cioè verosimilmente l'ernia), ma il danno midollare è una cosa già compiuta il cui recupero è affidato esclusivamente alla natura.
Si dovrà prendere in considerazione l'intervento solo per evitare nuovi ipotetici danni quando suo marito sarà nuovamente esposto al rischio (cioè a dire quando sarà in condizioni di completa autonomia, guida, sport ecc.), ma le ripeto solo successivamente.
Continui ad esserecostante con la fisioterapia.
Auguri.
L'intervento può anche rimuovere la causa (cioè verosimilmente l'ernia), ma il danno midollare è una cosa già compiuta il cui recupero è affidato esclusivamente alla natura.
Si dovrà prendere in considerazione l'intervento solo per evitare nuovi ipotetici danni quando suo marito sarà nuovamente esposto al rischio (cioè a dire quando sarà in condizioni di completa autonomia, guida, sport ecc.), ma le ripeto solo successivamente.
Continui ad esserecostante con la fisioterapia.
Auguri.
[#4]
Gentile signora,
condivido ovviamente quanto il collega Mannino Le ha esposto, pur nei limiti della consulenza on-line.
Infatti bisognerebbe visionare le immagini e, fermo restando quanto deciso dai colleghi del Policlinico di Milano, personalmente ritengo che una decompressione del canale midollare cervicale possa essere presa in considerazione a prescindere dal miglioramento che Suo marito potrà avere con la terapia medico-riabilitativa (e che ovviamente tutti gli auguriamo)
L'intervento darebbe più spazio al midollo e ridurrebbe eventuali rischi derivanti dalla mobilità della colonna cervicale.
I tempi per decidere di operare possono essere comunque quelli indicati,ma nulla vieta o vieterebbe di anticiparlo, a meno di reali e oggettive controindicazioni di qualche natura.
Cordialmente
condivido ovviamente quanto il collega Mannino Le ha esposto, pur nei limiti della consulenza on-line.
Infatti bisognerebbe visionare le immagini e, fermo restando quanto deciso dai colleghi del Policlinico di Milano, personalmente ritengo che una decompressione del canale midollare cervicale possa essere presa in considerazione a prescindere dal miglioramento che Suo marito potrà avere con la terapia medico-riabilitativa (e che ovviamente tutti gli auguriamo)
L'intervento darebbe più spazio al midollo e ridurrebbe eventuali rischi derivanti dalla mobilità della colonna cervicale.
I tempi per decidere di operare possono essere comunque quelli indicati,ma nulla vieta o vieterebbe di anticiparlo, a meno di reali e oggettive controindicazioni di qualche natura.
Cordialmente
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 4.6k visite dal 02/03/2010.
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