Ernia discale l4 l5 espulsa e migrata

Gentile Dott.re/ssa,

Sono una ragazza di 34 anni.
Da circa tre anni, in seguito alla gravidanza, soffro di costante mal di schiena con ripetute contratture “risolte” con iniezioni di Muscoril e Voltaren.

Circa un mese fa, dopo l’ennesimo episodio, che questa volta però coinvolgeva anche la gamba sinistra, il medico di base mi ha prescritto, dapprima, di nuovo Voltaren e Muscoril e in seguito, non avendo ottenuto risultati, una cura cortisonica (Soldesam 8mg 1 iniezione per 3gg seguita da Soldesam 4mg 1 iniezione per 3gg) e degli antidolorifici (Kolibri 2 compresse al dì) che anche in questo caso, però, non hanno sortito alcun beneficio.

Infine, una RMN da cui è emerso il seguente esito:
“A L4-L5: ernia discale mediana e parameridiana sinistra, parzialmente espulsa e migrata caudalmente, che comprime il sacco durale e la tasca radicolare L5 di sinistra.
A L5-S1: piccola ernia discale mediana, con modesta impronta sul sacco durale.”
ed una visita neurologica.

Nel frattempo il dolore si è talmente intensificato da immobilizzarmi completamente.
Sono ricorsa al Pronto Soccorso dove si è cercato di tamponare la situazione con flebo di fisiologica, Lixidol e Miotens, dopodiché sono ritornata a casa con le seguenti indicazioni terapeutiche: iniezioni di Synachten Depot (per 3gg), Normast 600 mg (cp 2 al giorno per 30gg), Coefferalgan (3/4 compresse al giorno), protezione gastrica, e sono rimasta completamente immobile a letto per 2 settimane.

In seguito, la visita con la neurochirurgo ha evidenziato l’esigenza di un intervento chirurgico (la lista d’attesa all’ospedale è di circa 2 mesi e mezzo) e anche in seguito alla cura consigliatami dalla stessa (Soldesam 4mg 1 iniezione per 7gg e Contramal 20 gocce per 3/4 volte al dì) il dolore persiste rendendo molto difficoltoso qualsiasi mio movimento, fortunatamente ho riacquistato la posizione eretta e riesco a deambulare ma per pochissimo tempo e a fatica, a causa del lancinante dolore alla gamba e alla schiena e sempre con l’ausilio dei bastoni canadesi. Trascorro comunque ancora la maggior parte del tempo sdraiata a letto.

Mi chiedo e soprattutto le chiedo: un mese di dolore non responsivo alla terapia farmacologica è sufficiente per prendere in considerazione l’idea di un intervento chirurgico oppure occorre pazientare e tentare altre strade, sempre che il mio caso lo consenta? E quali potrebbero essere?
Cosa mi consiglia di fare per lenire un po’ questo dolore invalidante soprattutto considerando la lunga attesa prima dell’eventuale intervento ed i molti farmaci che ho assunto e sto tutt’ora assumendo?

La ringrazio anticipatamente per la preziosa risposta che vorrà darmi e per la sua cortese disponibilità.

Cordiali saluti
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 7.1k 247
Gent.le Sig.a,
non si tratta solo di qualche mese ma di tre anni di disturbi e, in più, l'immagine di una rmn che mostra, direi, una situazionr in chiave con i disturbi stessi da Lei lamentati.
Penso che l'indicazione all'intervento sia più che appropriata; presumibilmente, specie se non si aspetta molto altro tempo, potrebbe ancora essere possibile eseguire un intervento in mininvasiva (legga pure i miei articoli in minforma) con minimio trauma chirurgico e più veloce risoluzione del Suo problema.
Mi tenga pure informato e cordiali auguri.

Dr. Della Corte: vincenzodellacortemi@libero.it
Case di Cura: La Madonnina Milano-02/50030013
Le Betulle Appiano Gentile (Co) 031/973311

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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.7k 398
Gentile Signora,
se l'esito della RM è quello descritto e la terapia, pur cortisonica è inefficace, è indubbio che c'è indicazione all'intervento.
Altrre strade, a mio parere, non ve ne sono.
Per quanto riguarda l'ultima domanda, Le rispondo di cercare fra le varie Neurochirurgie, limiitrofe alla Sua città, dove La possano operare in tempi più brevi. E ce ne sono!

Cordialmente