Ernia recidiva l5s1
buongiorno,
vorrei avere un parere sulla mia situazione. Da un anno soffro di dolori acuti alla gamba destra. Il dolore inizialmente era riferito per lo piu alla zona sopra la testa del femore, e nella zona del gluteo destro. Da alcuni mesi il dolore si é diffuso anche nella parte posteriore della coscia e si irradia fino al piede. Ho sentito alcuni pareri ortopedici e neurochirurghi.
La diagnosi ortopedica ha evidenziato: sospetto sovraccarico anca dx in soggetto con blocco in rotazione di bacino - accorciamento catena muscolare posteriore - non simmetrico bilanciamento catena posturale anteriore - iniziale sindrome del medio gluteoe della fascia lata.
Ho eseguito RX bacino per anche in piedi, rx assiale per anche dx e sx con risultati nella norma.
L'esito della risonanza è stato invece il seguente: tratto lombare in asse, conservata la fisiologica lordosi. non si rilevano alterazioni dell'intensità del segnale a provenienza dal midollo osseo endo-spugnoso ai metameri esplorati. al passaggio L3-L4, non alterazioni del disco intra-vertebrale. Al passaggio L4-L5, non alterazioni del disco intra-vertebrale. Al passaggio L5-S1 ridotto lo spessore, l'intensità del segnale del disco intravertrabale con ernia discale parzialmente espulsa e migrata caudalmente lungo il muro posteriore di S1 responsabile di discreta impronta sul bordo del ventro laterale del sacco durale con coinvolgimento radicolare omolaterale. Nei limiti il diametro sagittale del canale spinale. normale rappresentazione del cono midollare e delle radici della cauda.
Sulla stessa vertebra sono stata operata 12 anni fa, nel 1999, sempre per un'ernia su L5-S1 dx; fino a gennaio dell'anno scorso non ho avuto alcun problema, curando sia l'attività sportiva sia lo stretching.
Ora dopo un anno di fisioterapia, di anti infiammatori, non sono in più in grado di mantenere posizioni statiche anche per poco tempo (anche per 15 minuti) per via dei dolori; non riesco più a effettuare sedute di stretching, o ginnastica posturale; in determinate posizioni, come ad esempio allungando la punta del piede ho crampi. Questa manifestazione, a volta interessa non solo la gamba destra, ma anche la gamba sinistra. Ho notato tuttavia, che il dolore si attenua, quando sono in posizione sdraiata.
Cosa mi potete consigliare di fare? un intervento in discectomia è l'ultima soluzione a mia disposizione o si può ovviare risolvendo il problema diversamente?
Ho alcune perplessità circa l'intervento, e sul post intervento. Dopo l'intervento la stabilità vertebrale come sarà? nel caso in cui questa risulti diminuita, c'è qualche modo per stabilizzarla? In caso di intervento mi è stato inoltre preventivato, un secondo intervento a distanza di qualche mese di neurolisi endoscopica, e un trattamento post intervento di 3 sedute di "trattamento episacrale". cosa ne pensate?
Grazie per l'attenzione
vorrei avere un parere sulla mia situazione. Da un anno soffro di dolori acuti alla gamba destra. Il dolore inizialmente era riferito per lo piu alla zona sopra la testa del femore, e nella zona del gluteo destro. Da alcuni mesi il dolore si é diffuso anche nella parte posteriore della coscia e si irradia fino al piede. Ho sentito alcuni pareri ortopedici e neurochirurghi.
La diagnosi ortopedica ha evidenziato: sospetto sovraccarico anca dx in soggetto con blocco in rotazione di bacino - accorciamento catena muscolare posteriore - non simmetrico bilanciamento catena posturale anteriore - iniziale sindrome del medio gluteoe della fascia lata.
Ho eseguito RX bacino per anche in piedi, rx assiale per anche dx e sx con risultati nella norma.
L'esito della risonanza è stato invece il seguente: tratto lombare in asse, conservata la fisiologica lordosi. non si rilevano alterazioni dell'intensità del segnale a provenienza dal midollo osseo endo-spugnoso ai metameri esplorati. al passaggio L3-L4, non alterazioni del disco intra-vertebrale. Al passaggio L4-L5, non alterazioni del disco intra-vertebrale. Al passaggio L5-S1 ridotto lo spessore, l'intensità del segnale del disco intravertrabale con ernia discale parzialmente espulsa e migrata caudalmente lungo il muro posteriore di S1 responsabile di discreta impronta sul bordo del ventro laterale del sacco durale con coinvolgimento radicolare omolaterale. Nei limiti il diametro sagittale del canale spinale. normale rappresentazione del cono midollare e delle radici della cauda.
Sulla stessa vertebra sono stata operata 12 anni fa, nel 1999, sempre per un'ernia su L5-S1 dx; fino a gennaio dell'anno scorso non ho avuto alcun problema, curando sia l'attività sportiva sia lo stretching.
Ora dopo un anno di fisioterapia, di anti infiammatori, non sono in più in grado di mantenere posizioni statiche anche per poco tempo (anche per 15 minuti) per via dei dolori; non riesco più a effettuare sedute di stretching, o ginnastica posturale; in determinate posizioni, come ad esempio allungando la punta del piede ho crampi. Questa manifestazione, a volta interessa non solo la gamba destra, ma anche la gamba sinistra. Ho notato tuttavia, che il dolore si attenua, quando sono in posizione sdraiata.
Cosa mi potete consigliare di fare? un intervento in discectomia è l'ultima soluzione a mia disposizione o si può ovviare risolvendo il problema diversamente?
Ho alcune perplessità circa l'intervento, e sul post intervento. Dopo l'intervento la stabilità vertebrale come sarà? nel caso in cui questa risulti diminuita, c'è qualche modo per stabilizzarla? In caso di intervento mi è stato inoltre preventivato, un secondo intervento a distanza di qualche mese di neurolisi endoscopica, e un trattamento post intervento di 3 sedute di "trattamento episacrale". cosa ne pensate?
Grazie per l'attenzione
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Egregio Signore,
direi che i Suoi disturbi sembrano sicuramente riferirsi alla compressione L5-S1 per cui, se la clinica e le immagini rmn collimano, resta indicato un trattamento chirurgico di aportazione.
Se l'intervento è possibile che avvenga in mininvasiva (legga i Minforma della ns.Specialità), si può,nel corso della stessa seduta, agire sulle fibrosi cicatriziali sicuramente presenti in sede di pregresso trattamento.
Ritengo che non dovrebbe esserci bisogno di stabilizzare la colonna eseguendo l'intervento con le caratteristiche che Le ho illustrato. Qualora ciò fosse, viceversa, necessario, è possibile anche stabilibbare la colonna colla mininvasiva nel corso della stessa seduta operatoria(se non vi è scivolamento di L5 su S1, operando con la tecnica descritta non vi è indebolimento della colonna). L'epiduro lisi,l'episacrale si possono rendere necessarie, insieme alla stabilizzazione, se si riopera a cielo aperto.
Ci tenga informati e cordiali saluti.
direi che i Suoi disturbi sembrano sicuramente riferirsi alla compressione L5-S1 per cui, se la clinica e le immagini rmn collimano, resta indicato un trattamento chirurgico di aportazione.
Se l'intervento è possibile che avvenga in mininvasiva (legga i Minforma della ns.Specialità), si può,nel corso della stessa seduta, agire sulle fibrosi cicatriziali sicuramente presenti in sede di pregresso trattamento.
Ritengo che non dovrebbe esserci bisogno di stabilizzare la colonna eseguendo l'intervento con le caratteristiche che Le ho illustrato. Qualora ciò fosse, viceversa, necessario, è possibile anche stabilibbare la colonna colla mininvasiva nel corso della stessa seduta operatoria(se non vi è scivolamento di L5 su S1, operando con la tecnica descritta non vi è indebolimento della colonna). L'epiduro lisi,l'episacrale si possono rendere necessarie, insieme alla stabilizzazione, se si riopera a cielo aperto.
Ci tenga informati e cordiali saluti.
Dr. Della Corte: vincenzodellacortemi@libero.it
Case di Cura: La Madonnina Milano-02/50030013
Le Betulle Appiano Gentile (Co) 031/973311
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2k visite dal 05/11/2009.
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