Cervicobrachialgia refrattaria ai farmaci

Buongiorno, sono una ragazza di 32 anni a cui è stata diagnosticata un'ernia cervicale (C5-C6) che mi ha portata come sintomi un dolore che parte dalla colonna e si irradia sia dietro la scapola che lungo tutto il braccio destro (mi è stata diagnosticata appunto come cervicobrachialgia).
Come primo trattamento mi è sono state prescritte dal mio medico curante iniezioni di Cortisone + Nicetile (Bentelan prima da 3mg/2 volte al gg, poi 1, 5mg/2 volte al gg e infine 1, 5mg/1 volta al gg), visto che i sintomi non si alleviavano mi ha dato anche il Lyrica, il quale ho dovuto interrompere perché mi dava disturbi troppo forti (giramenti di testa, senso di rallentamento e malumore).
Visto che però il dolore persisteva in attesa della visita neurochirurgica mi è stato prescritto Dicloreum 150mg/1 al gg anche questo non ha dato effetti sul dolore.
Ho effettuato la scorsa settimana la visita neurochirurgica ed il medico mi ha prescritto 3 settimane di riposo (già erano 2 che stavo a casa facendo un lavoro di tipo fisico e dovendo guidare per un lungo tratto per raggiungerlo, quasi impossibile con questo dolore al braccio dx), Expose 100mg una compressa la sera prima di andare a dormire x 10gg e in più sommare un trattamento fisioterapico SOLO (ha specificato) decontratturante ovvero tecar terapia.
Ora sono alla 2 seduta di tecar e al 6gg di questo farmaco (Expose) capisco che forse è presto per parlare ma è possibile che dopo tutte queste cose non si veda un miglioramento dal punto di vista del dolore?
O è possibile che non c'è un farmaco che faccia effetto su questo?
Più che altro perché mi risulta anche difficile riposare bene la notte perché non so che posizione assumere proprio appunto per via del dolore.
So che non è la sede per prescrivere farmaci questa, più che altro per capire se è normale che ci voglia tutto questo tempo, ora sono 3 settimane che sento come un crampo fisso dietro la spalla che si irradia lungo il braccio è davvero frustrante.
Grazie a chi risponderà.
Dr. Pier Francesco Eugeni Neurochirurgo 187 9
Un disturbo radicolare irritativo che non tende a recedere giustifica considerazione chirurgica dopo 6-8 settimane, se non ci sono segni di deficit neurologico
Anche prima se invece ci sono deficit, soprattutto se tendono a peggiorare.
Se il quadro è caratterizzato anche da segni di sofferenza midollare, l'indicazione a considerare il paziente chirurgicamente è da subito.
Eviti di fare il cortisone ripetutamente.
Legga bene le controindicazioni e gli effetti collaterali della terapia con farmaci antinevralgici (che sono sempre antiepilettici)
Eviti i trattamenti fisici locali o globali che abbiano un effetto meccanico (rieducazione posturale, massoterapia, massaggio Tecar, ecc.).
Può essere utile assumere neurotrofici (acido alfa lipoico).
Se non migliora, è da valutare clinicamente.

Pier Francesco Eugeni, MD
Specialista in Neurochirurgia - Chirurgia Spinale
Segreteria: 3296122118 – Portatile: 3208219474 - email: eugeni@inwind

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