Terapia migliore per ernia al disco l5-s1 e discopatia
Ad inizio ottobre 2024 ho iniziato a soffrire di dolori molto forti alla zona lombare destra che si estendono lungo il nervo sciatico fino alle dita dei piedi.
Oltre al dolore c'è una sensazione di "tirare" e un formicolio diffuso, e in generale una perdita di sensibilità di buona parte della gamba destra fino al piede compreso.
Premetto che ho praticato sport pesante (powerlifting) per un anno e mezzo e soffro di endometriosi cistica e ovarica del comparto posteriore.
In seguito ai primi dolori lombari mi sono recata al pronto soccorso dove mi è stata prescritta una cura con cortisone di 10/14gg.
Ho poi eseguito un RX lombare da cui è emerso che ho un'ernia voluminosa espulsa L5-S1 che schiaccia le terminazioni nervose, una protrusione L4-L5 e una degenerazione dischi inferiori.
Mi sono quindi recata da un neurochirurgo che mi ha prescritto palexia (100mg al gg) e mi ha detto di "aspettare e vedere in quanto c'è l'85/90% di probabilità che la situazione si risolva da sola".
Durante la cura farmacologica ho effettuato anche delle sedute di ozonoterapia guidata (3 sedute totali) che non mi hanno portato nessun beneficio
Ho continuato a prendere il palexia per oltre 2 mesi senza esito positivo (tolto un po' di dolore ma sensibilità sempre assente nella gamba dx).
Mi sono recata da un altro neurochirurgo a gennaio 2025 che mi ha prescritto una nuova cura farmacologica (lyrica) per circa 4 settimane al termine delle quali mi ha raccomandato di riflettere su una probabile soluzione chirurgica in quanto la mia situazione potrebbe aggravarsi ulteriormente.
Le operazioni proposte sono:
- rimozione dell'ernia esplusa (25% recidiva, vista la mia età potrei però provare e sperare in meglio);
- artrodesi (a detta sua più sensata per i miei problemi e più sicura nel lungo termine)
Le mie domande riguardano proprio queste soluzioni.
- L'operazione è davvero la mia unica possibilità?
- Dovessi rifiutarmi di fare l'operazione, rischierei di causare danni permanenti al nervo?
- Qualora decida invece di fare l'operazione, ha più senso orientarsi sull'artrodesi?
Penso sia un'operazione invasiva e mi preoccupa l'idea di avere viti in corpo, ma visto la mia discopatia comunque dovrò toccare di nuovo la schiena in futuro quindi forse ha più senso fare un'operazione completa ora piuttosto che tante piccole operazioni negli anni?
Oltre al dolore c'è una sensazione di "tirare" e un formicolio diffuso, e in generale una perdita di sensibilità di buona parte della gamba destra fino al piede compreso.
Premetto che ho praticato sport pesante (powerlifting) per un anno e mezzo e soffro di endometriosi cistica e ovarica del comparto posteriore.
In seguito ai primi dolori lombari mi sono recata al pronto soccorso dove mi è stata prescritta una cura con cortisone di 10/14gg.
Ho poi eseguito un RX lombare da cui è emerso che ho un'ernia voluminosa espulsa L5-S1 che schiaccia le terminazioni nervose, una protrusione L4-L5 e una degenerazione dischi inferiori.
Mi sono quindi recata da un neurochirurgo che mi ha prescritto palexia (100mg al gg) e mi ha detto di "aspettare e vedere in quanto c'è l'85/90% di probabilità che la situazione si risolva da sola".
Durante la cura farmacologica ho effettuato anche delle sedute di ozonoterapia guidata (3 sedute totali) che non mi hanno portato nessun beneficio
Ho continuato a prendere il palexia per oltre 2 mesi senza esito positivo (tolto un po' di dolore ma sensibilità sempre assente nella gamba dx).
Mi sono recata da un altro neurochirurgo a gennaio 2025 che mi ha prescritto una nuova cura farmacologica (lyrica) per circa 4 settimane al termine delle quali mi ha raccomandato di riflettere su una probabile soluzione chirurgica in quanto la mia situazione potrebbe aggravarsi ulteriormente.
Le operazioni proposte sono:
- rimozione dell'ernia esplusa (25% recidiva, vista la mia età potrei però provare e sperare in meglio);
- artrodesi (a detta sua più sensata per i miei problemi e più sicura nel lungo termine)
Le mie domande riguardano proprio queste soluzioni.
- L'operazione è davvero la mia unica possibilità?
- Dovessi rifiutarmi di fare l'operazione, rischierei di causare danni permanenti al nervo?
- Qualora decida invece di fare l'operazione, ha più senso orientarsi sull'artrodesi?
Penso sia un'operazione invasiva e mi preoccupa l'idea di avere viti in corpo, ma visto la mia discopatia comunque dovrò toccare di nuovo la schiena in futuro quindi forse ha più senso fare un'operazione completa ora piuttosto che tante piccole operazioni negli anni?
L'artrodesi non si fa solo con materiale metallico o comunque con materiale non riassorbibile.
Esiste sicuramente una tecnica che permette la discectomia e contemporaneamente l'artrodesi usando materiale di sintesi riassorbibile proprio per evitare quei disturbi "vita durante" che un corpo estraneo metallico/permanente comporta.
Se Lei dovesse trovarsi di fronte un aut...aut, propenda per la semplice discectomia SENZA immissione di materiale metallico NON riassorbibile.
Se ha piacere, dia pure altre notizie.
Cordialità.
Esiste sicuramente una tecnica che permette la discectomia e contemporaneamente l'artrodesi usando materiale di sintesi riassorbibile proprio per evitare quei disturbi "vita durante" che un corpo estraneo metallico/permanente comporta.
Se Lei dovesse trovarsi di fronte un aut...aut, propenda per la semplice discectomia SENZA immissione di materiale metallico NON riassorbibile.
Se ha piacere, dia pure altre notizie.
Cordialità.
Dr. Della Corte: vincenzodellacortemi@libero.it
Case di Cura: La Madonnina Milano-02/50030013
Le Betulle Appiano Gentile (Co) 031/973311
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 301 visite dal 08/01/2025.
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