Possibile recidiva dopo 3 mesi di intervento in l4l5? o intervento

Buongiorno, come da vecchio consulto Vi avevo anticipato dei miei problemi alla schiena.
Nel 2016 il primo intervento di ernia.
Da 1 anno e mezzo ho perennemente forte dolore, si evidenza una grossa ernia in l4 e l5.
Cerchiamo di trattarla in tutti i modi: terapia per bocca, iniezioni, infiltrazioni, fisioterapia, ginnastica posturale ma tutto invano.
Ultima spiaggia la chirurgia.
Mi sono operata e fatto anche stabilizzazione lombare interspinosa a settembre e prima dell'intervento la rmn è: Abolizione totale della lordosi fisiologica.
Sacro orizzontale.
Il disco l4/l5 presenta evidente degenerazione.
Voluminosa ernia espulsa migrata caudalmente in sede paramediana destra con obliterazione del recesso midollare e importante compressione sul sacco durale.
A tale livello si associano diffuse manifestazioni osteocondrosche modic 1 in corrispondenza delle spongiose subcondrali.

Ho fatto l'intervento.
Sono stata subito bene e magicamente il dolore lombare, sacrale e alla gamba sono scomparsi.
Da 10 giorni all'improvviso mi blocco nuovamente.
Dolori molto forti.
Il medico mi fa rifare una rmn di controllo e l'esito è: esiti di chirurgia con stabilizzazione.
il disco l4 / l5 presenta una voluminosa ernia espulsa mediana posteriore che determina vistosa impronta sul sacco durale e vistosa compressione, deformazione e restringimento dei forami di coniugazione.

È normale una recidiva così presto?
(Quasi 3 mesi).
C'è la possibilità che l'intervento non si sia svolto correttamente e il medico non abbia tolto bene l'ernia?

Ora sto facendo bentelan per 2 settimane.

Grazie mille
Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 7.3k 249
Come Le avevo suggerito nello scorso consulto, la metodica più opportuna nel Suo caso sarebbe stata la tecnica MININVASIVA (da non confondere dalla MICROCHIRURGICA, per le varie dimensioni adottate sia per l'accesso al campo chirurgico, sia per il trattamento operatorio una volta nel campo chirurgico e sia per l'anestesia che nella mininvasiva è locale con blanda sedazione). In parole semplici la mininvasiva è l'ulteriore e massima riduzione della microchirurgica. Minima è il superlativo assoluto di piccola.
L'essere ricorso, comunque, al trattamento chirurgico a cielo aperto ha comportato quegli effetti collaterali tipici del tipo d'intervento ed ancor più evidenti in caso di recidiva specie per le "cicatrici interne" che si sono formate dopo il primo intervento e che, nei fatti, impediscono nel corso del secondo intervento di portare a termine tutte quelle manovre che sono necessarie per decomprimere le varie radici nervose senza particolari rischi per i nervi medesimi.

A questo punto cosa potrebbe essere conveniente fare? Anche se la situazione mi appare abbastanza compromessa, ancora proverei con un ciclo infiltrativo con farmaco antireattivo (personalmente uso cortisone, non certo ozono che non risulta essere neppure un farmaco) direttamente e selettivamente sulla radice nervosa interessata. Tale trattamento viene eseguito ambulatorialmente e NON è assolutamente doloroso. Se si riesce nell'intento rimaniamo tutti soddisfatti e non si fa altro, almeno allo stato delle cose. Se, viceversa, il trattamento riesce insufficiente, rimane l'intervento mininvasivo pur tenendo presente un quadro clinico "compromesso".
Se ha piacere, fornisca pure ulteriori elementi al riguardo.
Cordialità.

Dr. Della Corte: vincenzodellacortemi@libero.it
Case di Cura: La Madonnina Milano-02/50030013
Le Betulle Appiano Gentile (Co) 031/973311

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Buona sera, scusi nella tardiva risposta ma sono stata poco bene. Ho fatto come indicato da lei ciclo infiltrazioni con cortisone. Subito ho avuto un poco di miglioramento. Passate 3 settimane, ero punto a capo con i dolori ormai noti. Inutile dire come mi sento anche psicologicamente.

Ultima rmn fatta: Si segnala incremento volumetrico della nota ernia trans-legamentosa mediana paramediana destra ivello di L4-L5,
L'ernia occupa oltre la metà anteriore dello speco vertebrale con evidente conflitto durale e
radicolare destro.
Note di condropatia delle limitanti intersomatiche giustapposte a tipo Modic 2.
Si osservano gli esiti il pregresso intervento di stabilizzazione della colonna con posizionamento di distanziatore interspinoso in questa sede. I restanti dischi intervertebrali sono regolarmente ritenuti.
Reperto collaterale di angioma intraspongioso18 mm a livello D11
Conservata curva lordosi del tratto lombare con accentuazione dell'angolo sacrale

RM BACINO

Normali rapporti delle articolazioni coxo- femorali senza deformazione o alterazione de
seanale delle teste dei femori.
Non focolai al
osteocondrosi a carico degli acetaboli.


Non distensione delle borse sierose trocanteriche mentre si segnala
un iniziale ispessimento di tipo edematoso dei tendini della fascia lata, bilateralmente.
Regolari le sincondrosi sacro-iliache.
Normale trofismo dei muscoli costitutivi cingoli pelvici.

Cosa ne pensa? Sono ancora in malattia dal lavoro. Faccio la parrucchiera e stando 10 ore ferma in piedi mi ammazza letteralmente..ma sono anche molto stufa di non porre una una fine a questa situazione.
Grazie mille per il consulto
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 7.3k 249
Probabilmente bisognerà togliere, se la rmn recente la mostra ancora in situ, l'ernia "voluminosa" che offende la radice nervosa di competenza.
Bignerà vedere le immagini dell'ultima RMN e valutarLa clinicamente.
Senta il Neurochirurgo che La ha già operata e, magari, un altro Collega della Sua cerchia.
Se è il caso di rimetterci le mani, bisognerà valutare se non sia troppo demolitivo un intervento, tipo quello già fatto (e con che aspettative?), o se non sia più che opportuno eseguire un trattamento mininvasivo.
Cordialità.

Dr. Della Corte: vincenzodellacortemi@libero.it
Case di Cura: La Madonnina Milano-02/50030013
Le Betulle Appiano Gentile (Co) 031/973311

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Buonasera, ho seguito il Suo consiglio e mi sono fatta vedere da un altro Collega neurochirurgo.
Conclusione:
"Quadro di instabilità segmentazione documentata da ennesima recidiva e con disco totalmente degenerativo, apertura delle faccette e sclerosi dei piatti. A seguito del quadro si richiede artodesi intersomatica e ricostruzione spazio discale e contestuale artodesi circonferenziale". In parole povere mi ha spiegato che l'intervento fatto è stato troppo demolitivo e andava considerata prima la ricostruzione del disco in quanto è compromesso del tutto. Ora io mi ritrovo punto a capo a dover scegliere con la paura di sbagliare nuovamente.
Cosa ne pensa di questa opzione?
Grazie infinitamente per tutte le risposte.
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 7.3k 249
Resto sempre dell'idea che un intervento così "massivo" come suggerisce il Collega sia oltremodo rischioso per eventuali peggioramenti del quadro clinico.
Farei la discectomia dell'ernia (4-5, ricordo bene?) con tecnica MININVASIVA (meno di un centimetro di incisione sulla cute, immissione sotto controllo scopico intraoperatorio degli strumenti chirurgici per asportare la parte malacica del disco ed artrodesi intersomatica con immissione di materiale osteo-stimolante e RIASSORBIBILE in modo da non creare problemi neanche in futuro all'ammalato, ma che garantisca una più che soddisfacente tenuta dei due corpi vertebrali,4 e 5 lombari). Intervento in anestesia locale con blanda sedazione (sedo-analgesia).
Il tutto in 48 ore di ricovero. Bustino nel post-operatorio con stile di vita nei limiti di norma (tendenzialmente sedentario: ma può fare la parrucchiera).
Cordialità.

Dr. Della Corte: vincenzodellacortemi@libero.it
Case di Cura: La Madonnina Milano-02/50030013
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