Lieve protrusione discale C6-C7 posteriore ad ampio raggio e attività motoria
Buongiorno Dottore,
circa due mesi fa ho iniziato ad avvertire delle parestesie al braccio destro accompagnate da un lieve tremore posturale della mano omolaterale, in assenza di deficit di forza o destrezza. Mi sono immediatamente sottoposto a visita neurologica completa, risultata del tutto negativa, e dietro indicazione dello specialista ho svolto RMN encefalo e rachide cervicale: la prima è risultata anch'essa negativa, tuttavia la seconda ha evidenziato una lieve protrusione ad ampio raggio a livello del disco intersomatico C6-C7, a detta del medico compatibile con la mia sintomatologia.
Indico il testo del referto della RMN cervicale: "Sono presenti iniziali segni di cervico-unco-artrosi. Il disco intersomatico C6-C7 è ipointenso in T2 in relazione a fenomeni degenerativi di natura disidratativa. In tale livello si rileva lieve protrusione discale posteriore ad ampio raggio che riduce la rappresentazione degli spazi perimidollari anteriori. Il diametro sagittale del canale vertebrale appare conservato. " Sempre per parestesie all'emisoma destro avevo già effettuato sia un'altra RMN encefalo che rachide cervicale esattamente due anni fa, entrambe negative.
Nell'arco di questi due mesi la sintomatologia è migliorata: le parestesie sono pressoché scomparse, il tremore si è notevolmente ridotto e in ogni caso non ho mai provato il benché minimo dolore ne cervicale ne brachiale.
Il mio timore (o forse dovrei dire terrore... ) è il seguente: svolgo assiduamente attività fisica, indispensabile per il mio benessere psicologico ancor prima di quello fisico, ovvero corsa su sentieri con percorrenze chilometriche abbastanza elevate, esercizi a corpo libero come flessioni e addominali e qualche blando sollevamento con manubri leggeri (6, 7 kg al massimo).
Sono in attesa di sottopormi a visita fisiatrica, tuttavia sono estremamente preoccupato in merito all'eventualità di dover ridurre o ancor peggio interrompere l'attività motoria, attività che mi ha permesso di conseguire un forte calo ponderale e abbandonare completamente alcool e fumo.
Dato che tale protrusione per quanto ad ampio raggio è stata definita lieve, potrebbe ridursi con un'adeguata fisioterapia oppure sono verosimilmente condannato a rivolgermi alla chirurgia per evitare che degeneri in un'erniazione vera e propria?
La ringrazio.
circa due mesi fa ho iniziato ad avvertire delle parestesie al braccio destro accompagnate da un lieve tremore posturale della mano omolaterale, in assenza di deficit di forza o destrezza. Mi sono immediatamente sottoposto a visita neurologica completa, risultata del tutto negativa, e dietro indicazione dello specialista ho svolto RMN encefalo e rachide cervicale: la prima è risultata anch'essa negativa, tuttavia la seconda ha evidenziato una lieve protrusione ad ampio raggio a livello del disco intersomatico C6-C7, a detta del medico compatibile con la mia sintomatologia.
Indico il testo del referto della RMN cervicale: "Sono presenti iniziali segni di cervico-unco-artrosi. Il disco intersomatico C6-C7 è ipointenso in T2 in relazione a fenomeni degenerativi di natura disidratativa. In tale livello si rileva lieve protrusione discale posteriore ad ampio raggio che riduce la rappresentazione degli spazi perimidollari anteriori. Il diametro sagittale del canale vertebrale appare conservato. " Sempre per parestesie all'emisoma destro avevo già effettuato sia un'altra RMN encefalo che rachide cervicale esattamente due anni fa, entrambe negative.
Nell'arco di questi due mesi la sintomatologia è migliorata: le parestesie sono pressoché scomparse, il tremore si è notevolmente ridotto e in ogni caso non ho mai provato il benché minimo dolore ne cervicale ne brachiale.
Il mio timore (o forse dovrei dire terrore... ) è il seguente: svolgo assiduamente attività fisica, indispensabile per il mio benessere psicologico ancor prima di quello fisico, ovvero corsa su sentieri con percorrenze chilometriche abbastanza elevate, esercizi a corpo libero come flessioni e addominali e qualche blando sollevamento con manubri leggeri (6, 7 kg al massimo).
Sono in attesa di sottopormi a visita fisiatrica, tuttavia sono estremamente preoccupato in merito all'eventualità di dover ridurre o ancor peggio interrompere l'attività motoria, attività che mi ha permesso di conseguire un forte calo ponderale e abbandonare completamente alcool e fumo.
Dato che tale protrusione per quanto ad ampio raggio è stata definita lieve, potrebbe ridursi con un'adeguata fisioterapia oppure sono verosimilmente condannato a rivolgermi alla chirurgia per evitare che degeneri in un'erniazione vera e propria?
La ringrazio.
[#1]
Non riterrei rilevante le immagini a C6-C7 e continuerei gli esercizi fisici in atto (solo consiglierei, durante la corsa, di non "battere" forte i piedi sul terreno in quanto una forte spinta del corpo sul terreno produrrebbe, come reazione, una controspinta di forza dal basso verso l'altro lungo tutta la colonna vertebrale con consequenziale interessamento verso la malacia ulteriore del disco intervertebrale in parola).
Faccia pure fkt, se lo desidera, ma non si faccia toccare il collo in quanto una manovra sbagliata a tale livello potrebbe comportare un'aggravamento della situazione.
Cordialità.
Faccia pure fkt, se lo desidera, ma non si faccia toccare il collo in quanto una manovra sbagliata a tale livello potrebbe comportare un'aggravamento della situazione.
Cordialità.
Dr. Della Corte: vincenzodellacortemi@libero.it
Case di Cura: La Madonnina Milano-02/50030013
Le Betulle Appiano Gentile (Co) 031/973311
[#2]
Utente
Buonasera Dott. Della Corte,
la ringrazio vivamente per la sua esauriente risposta.
Seguo già il prezioso consiglio tecnico che mi ha fornito da anni: durante la corsa tendo consapevolmente a rendere il più possibile morbidi gli impatti con il terreno anche per evitare l'insorgenza di dolori agli arti inferiori derivanti da sindrome pronatoria e lieve valgismo delle ginocchia bilaterale, dolori completamente scomparsi dopo avere adottato una corretta tecnica di corsa che permette di minimizzare l'escursione verticale e sfruttare la spinta propulsiva orizzontale per ottenere appoggi morbidi e privi di contraccolpi eccessivi.
Corro poi esclusivamente su sentieri o sterrato, mai su asfalto o cemento, e con calzature sportive debitamente ammortizzate.
Condivido il suo scetticismo verso un'eventuale fisioterapia mirata in un distretto anatomico così delicato.
La ringrazio nuovamente.
la ringrazio vivamente per la sua esauriente risposta.
Seguo già il prezioso consiglio tecnico che mi ha fornito da anni: durante la corsa tendo consapevolmente a rendere il più possibile morbidi gli impatti con il terreno anche per evitare l'insorgenza di dolori agli arti inferiori derivanti da sindrome pronatoria e lieve valgismo delle ginocchia bilaterale, dolori completamente scomparsi dopo avere adottato una corretta tecnica di corsa che permette di minimizzare l'escursione verticale e sfruttare la spinta propulsiva orizzontale per ottenere appoggi morbidi e privi di contraccolpi eccessivi.
Corro poi esclusivamente su sentieri o sterrato, mai su asfalto o cemento, e con calzature sportive debitamente ammortizzate.
Condivido il suo scetticismo verso un'eventuale fisioterapia mirata in un distretto anatomico così delicato.
La ringrazio nuovamente.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 392 visite dal 11/08/2024.
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