Ernie discali e mal di schiena
Gent.mi dottori,
ho 59 anni e dall’età di quarant’anni, circa, soffro di occasionali “mal di schiena”, risolti con il semplice riposo o con l’ausilio di antidolorifici e miorilassanti. Sono alto 180 cm, peso 64 Kg e riconosco di condurre una vita sedentaria, di avere una muscolatura ipotonica, di fumare più di 20 sigarette al giorno e di aver vizi posturali.
Da circa un anno avverto sintomi nuovi che mi hanno indotto a richiedere una visita neurologica: episodi di improvviso torpore dei muscoli delle braccia, delle spalle e della zona dorsale, di breve durata, ma con sensazione paralizzante; episodi di rigidità e fastidio cervicale, con associati rossore e dolenzia oculare ed affaticamento della muscolare dorsale; aumentata frequenza delle lombalgie.
Il neurologo, sospettando una sofferenza mieloradicolare, mi ha prescritto una RMN al rachide cervicale, dorsale e lombare, eseguita nel dicembre 2006, di cui riporto gli esiti.
<<Segni di spondiloartrosi osteofitosica con piccole osteofiti posteriori spigolo-somatici a carico delle limitanti contrapposte dei somi compresi tra C3 e C6.
Appianata la fisiologica lordosi cervicale e lombare.
Lieve protrusione posteriore del disco di C3-C4, C4-C5 e in maggior misura di C5-C6 e C6-C7 con conseguente impronta sulla parete anteriore del sacco durale.
Non evidenti segni di ernie né protrusioni discali a carico del rachide dorsale.
Piccola ernia posteriore mediana paramediana destra del disco di L2-L3 protruso posteriormente.
Altra ernia nell’ambito del disco protruso posteriormente a livello di L3-L4.
Protrusione posteriore con impegno intraforaminale bilaterale del disco di L4-L5.
I dischi in esame presentano perdita di segnale da fenomeni degenerativo-disidratativi e appaiono notevolmente assottigliati a carico del rachide cervicale.
Non evidenti alterazioni del segnale a carico del midollo.
Regolare il cono midollare.
Non evidenti lesioni ossee focali.>>
A me è parso un quadro “disperato”, mentre il neurologo, esaminate attentamente le immagini RMN, non ha prescritto ulteriori indagini diagnostiche ed ha consigliato una valutazione neurochirurgia per un’eventuale fisioterapia, non dimostrandosi preoccupato.
Vi sarei grato se voleste indicarmi, supposto che gli elementi da me forniti siano sufficienti, se sia possibile contenere il processo degenerativo, richiamato dal referto, mediante una terapia conservativa, fisica o farmacologia, e se sia opportuno ricorrere ad ulteriori accertamenti diagnostici.
Vi ringrazio e saluto cordialmente.
ho 59 anni e dall’età di quarant’anni, circa, soffro di occasionali “mal di schiena”, risolti con il semplice riposo o con l’ausilio di antidolorifici e miorilassanti. Sono alto 180 cm, peso 64 Kg e riconosco di condurre una vita sedentaria, di avere una muscolatura ipotonica, di fumare più di 20 sigarette al giorno e di aver vizi posturali.
Da circa un anno avverto sintomi nuovi che mi hanno indotto a richiedere una visita neurologica: episodi di improvviso torpore dei muscoli delle braccia, delle spalle e della zona dorsale, di breve durata, ma con sensazione paralizzante; episodi di rigidità e fastidio cervicale, con associati rossore e dolenzia oculare ed affaticamento della muscolare dorsale; aumentata frequenza delle lombalgie.
Il neurologo, sospettando una sofferenza mieloradicolare, mi ha prescritto una RMN al rachide cervicale, dorsale e lombare, eseguita nel dicembre 2006, di cui riporto gli esiti.
<<Segni di spondiloartrosi osteofitosica con piccole osteofiti posteriori spigolo-somatici a carico delle limitanti contrapposte dei somi compresi tra C3 e C6.
Appianata la fisiologica lordosi cervicale e lombare.
Lieve protrusione posteriore del disco di C3-C4, C4-C5 e in maggior misura di C5-C6 e C6-C7 con conseguente impronta sulla parete anteriore del sacco durale.
Non evidenti segni di ernie né protrusioni discali a carico del rachide dorsale.
Piccola ernia posteriore mediana paramediana destra del disco di L2-L3 protruso posteriormente.
Altra ernia nell’ambito del disco protruso posteriormente a livello di L3-L4.
Protrusione posteriore con impegno intraforaminale bilaterale del disco di L4-L5.
I dischi in esame presentano perdita di segnale da fenomeni degenerativo-disidratativi e appaiono notevolmente assottigliati a carico del rachide cervicale.
Non evidenti alterazioni del segnale a carico del midollo.
Regolare il cono midollare.
Non evidenti lesioni ossee focali.>>
A me è parso un quadro “disperato”, mentre il neurologo, esaminate attentamente le immagini RMN, non ha prescritto ulteriori indagini diagnostiche ed ha consigliato una valutazione neurochirurgia per un’eventuale fisioterapia, non dimostrandosi preoccupato.
Vi sarei grato se voleste indicarmi, supposto che gli elementi da me forniti siano sufficienti, se sia possibile contenere il processo degenerativo, richiamato dal referto, mediante una terapia conservativa, fisica o farmacologia, e se sia opportuno ricorrere ad ulteriori accertamenti diagnostici.
Vi ringrazio e saluto cordialmente.
[#1]
Il quadro che descrive può essere definito preoccupante non tanto per la patologia in sè ma per l'estensione della stessa, infatti tutta la colonna appare interessata in diverso modo da sofferenze discali che sono responsabili poi della sintomatologia da lei descritta.
Purtroppo tali alterazioni non sono reversibili ma può puntare ad una terapia conservativa attraverso alcune tecniche infiltrative (punti trigger, epidurali, ozonoterapia,mesoterapia etc) una riduzione dei sintomi è ottenibile anche con tecniche che non utilizzano farmaci quali l'agopuntura l'osteopatia la TENS fino ad arrivare se non vi fossero risultati accettabili a tecniche più complesse come la neurostimolazione midollare.
Per l'immediato le consiglio Bentelan 4 mg per 4 giorni intramuscolo e bentelan 1,5 mg per i successivi 3 giorni sempre intramuscolare
PS la fisioterapia va bene ma non credo che da sola sia sufficiente.
Cordiali saluti
Purtroppo tali alterazioni non sono reversibili ma può puntare ad una terapia conservativa attraverso alcune tecniche infiltrative (punti trigger, epidurali, ozonoterapia,mesoterapia etc) una riduzione dei sintomi è ottenibile anche con tecniche che non utilizzano farmaci quali l'agopuntura l'osteopatia la TENS fino ad arrivare se non vi fossero risultati accettabili a tecniche più complesse come la neurostimolazione midollare.
Per l'immediato le consiglio Bentelan 4 mg per 4 giorni intramuscolo e bentelan 1,5 mg per i successivi 3 giorni sempre intramuscolare
PS la fisioterapia va bene ma non credo che da sola sia sufficiente.
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 21.6k visite dal 06/02/2007.
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