Algie cervicali e intervento chirurgico

Buongiorno Dottori,
ho 65 anni e soffro di algie cervicali da diversi anni.

In passato ho avuto un colpo di frusta a causa di un incidente stradale e ho praticato in gioventù sport da contatto.

Da diverso tempo soffro di algie cervicali che mi causano dolori alla cervicale, formicolio al braccio sinistro ora non più presente, a volte anche giramenti di testa (sbandamenti) e nausea.

Svolgo un lavoro sedentario e sono praticamente davanti al pc per tutta la giornata
Ho eseguito una risonanza magnetica che ha evidenziato la seguente situazione:
Quesito clinico: algie cervicali con parestesie arto sinistro in stenosi forame di coniugazione.

Esame eseguito mediante tecnica TSE e STIR e GE con scansioni orientate secondo i piani assiali e sagittali.
Si prende visione di precedente indagine RM eseguita in altra sede nel 2018
Si conferma ridotta la fisiologica lordosi cervicale con tendenza all’inversione con fulcro a livello C5-C6.
Sostanzialmente conservato l’allineamento dei muri somatici posteriori.
Nel tratto cervicale compreso tra C2 e C5 si documenta tendenza alla fusione delle strutture vertebrali degli archi posteriori.
Spazio C5-C6 il disco appare marcamente assottigliato e disidratato, con protusione ad ampio raggio associata ad apposizione osteofitosica somatomarginale che condiziona impronta sulla superficie vertrale del sacco durale, con prevalente estensione in sede paramediana preforaminale sinistra, dove si osserva severa stenosi del forame di coniugazione con possibile sofferenza della radice C6 a sinistra.
Spazio C6-C7 piccola ernia discale disidratata in sede paramediana destra, che tende a migrare caudalmente per pochi millimetri responsabile di focale impronta sulla superficie ventrolaterale destra del sacco durale con riduzione della porzione prossimale del forame di coniugazione di destra.
Non evidenti stenosi del canale vertebrale.
Non sono comparse alterazioni di segnale del midollo spinale.

Nella mia situazione è più indicato l'intervento chirurgico o terapie conservative?

Rischio di avere importanti conseguenze a livello neurologico stante la situazione?

Sono in attesa di eseguire una visita neurochirurgica nel frattempo ci terrei a conoscere anche il vostro parere.
Ringraziandovi per l'attenzione vi porgo cordiali saluti.
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 7.1k 247
Se fossi io a dovere darLe un consiglio, opterei, in prima battuta, con un trattamento conservativo con infiltrazioni con farmaci antireattivi a livello della radice nervosa interessata.
Solo se il trattamento non sortisse i risultati sperati, prenderei in considerazione le opzioni chirurgiche. Anche qui ci sarebbe da discutere se l'approccio sarebbe più opportuno per via anteriore con conseguente blocco intersomatico (via attualmente preferita da molti Colleghi) o quella posteriore per eseguire una decompressione radicolare la più ampia possibile.
Il tutto andrebbe valutato e discusso (soprattutto per rischi/benefici) con il paz. Ma ciò, beninteso, se il trattamento conservativo non sortisse i benefici sperati.
Cordialità.

Dr. Della Corte: vincenzodellacortemi@libero.it
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