Urologia e nefrologia

Mia moglie nel 2002 ha subito l'asportazione del rene sx dopo la scoperta di un oncocitoma, nel giugno 2017 ha scoperto un oncocitoma di cm 4 nel rene dx a seguito di una TAC effettuata per uno scompenso cardiaco.
Il nefrologo che abbiamo consultato ci ha detto di non fare niente ed occuparci solo dello scompenso che era una cosa molto più grave.

Quest'anno a giugno a seguito di esami effettuati per un sopravvenuto tumore al seno abbiamo visto che l'oncocitoma del rene dx era arrivato a cm 5.

A causa dello scompenso cardiaco non hanno potuto fare l'anestesia generale quindi l'oncologo si è limitato a fare un intervento locale molto limitato lasciando i linfonodi ascellari e mettendola in cura con Ramates.

Il nostro pensiero ora è rivolto a questo oncocitoma che continua a crescere quindi prima di ritornare dal nefrologo, anche per la paura che ha mia moglie del coronavirus, date le sue patologie, andando in ospedale per la visita, vorremmo un vostro parere sul rischio che corre il rene, in termini di funzionalità, se questo tumore benigno, almeno così in genere viene classificato, invade tutto il rene.

Da notare che essendo l'ultimo rene rimasto non potrebbe essere tolto ed in ogni caso non potendo subire mia moglie una anestesia generale l'operazione non potrebbe essere fatta.

Grazie
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Dr. Remo Luciani Nefrologo 839 52
Egregio Utente,
il pericolo correalto alla presenza dell'oncocitoma,è correlabile solo ad eventuali fenomeni compressivi sulle vie escretrici. Il lieve aumento delle dimensioni della neoplasia benigna in essere, non deve preoccupare più di tanto. Si affidi con fioducia al team di specialisti che la seguono ed esegua controlli epriodici della massa e delle sue dimensioni.
Un caro saluto

Dr. Remo Luciani

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