Calcoli
Salve, mio padre, di anni 80, diabetico ma non insulinico, periodicamente sofferente di coliche renali e diversi calcoli di ossolato di calcio espulsi, anche di dimensioni intorno al centimetro, una ventina di giorni fa è stato colto dall'ennesima colica renale al rene destro. Più o meno ogni 24 ore, il dolore era talmente forte da costringerlo a puntura di diclofenac. Dopo ecografia che ha messo in evidenza dilatazione del rene destro, ha effettuato una TC senza mezzo di contrasto di cui riporto esito " idronefrosi di II grado a DX, sostenuta da calcolo nel primo tratto dell' uretere di circa 1cm. Calcolo di 14mm ai calici renali medi a SX. Due calcoli impilati di 1cm ciascuno sono apprezzabili nel terzo distale dell'uretere sx, pur senza evidenti dilatazioni dell'uretere omolaterale".
Nel frattempo, a seguito dei risultati dell'esame del sangue che evidenziavano valore di creatinina pari a 5 , azotemia 146 e potassio a 6, è stato portato in pronto soccorso per essere ricoverato in reparto urologia il giorno dopo. Qui hanno provveduto ad inserire uno stent bilaterale. A seguito dell'intervento, i valori di creatinina si sono abbassati e dopo 3 GG è stato dimesso con creatinina pari a 2.8, prescrizione di eseguire controlli periodici della funzionalità renale e cura antibiotica con ciproxin x 5gg. Gli è stato detto che tra qualche mese dovrà tornare per rimozione calcoli.
Nella situazione di mio padre, a vostro parere, quale tipo di intervento rappresenta la strada migliore da seguire. Grazie in anticipo x la vostra cortese risposta.
Nel frattempo, a seguito dei risultati dell'esame del sangue che evidenziavano valore di creatinina pari a 5 , azotemia 146 e potassio a 6, è stato portato in pronto soccorso per essere ricoverato in reparto urologia il giorno dopo. Qui hanno provveduto ad inserire uno stent bilaterale. A seguito dell'intervento, i valori di creatinina si sono abbassati e dopo 3 GG è stato dimesso con creatinina pari a 2.8, prescrizione di eseguire controlli periodici della funzionalità renale e cura antibiotica con ciproxin x 5gg. Gli è stato detto che tra qualche mese dovrà tornare per rimozione calcoli.
Nella situazione di mio padre, a vostro parere, quale tipo di intervento rappresenta la strada migliore da seguire. Grazie in anticipo x la vostra cortese risposta.
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L'insufficienza renale acuta abbastanza grave (creatinina 5) ha imposto di risolvere in un primo tempo l'ostruzione con l'inserimento degli stent e rimandare ad un secondo tempo la rimozione dei calcoli. Oggigiorno in linea di masima si cerca sempre di risolvere le situazioni in un tempo unico, ma in questo caso non sarebbe stato prudente nè opportuno. Come ci si poteva attendere, la creatinina è scesa e potrebbe scendere ancora un poco, ma non normalizzarsi considerando l'età ed il diabete. Dal momento in cui si rileva che i valori di creatinina si sono stabilizzati (un paio di mesi) sarà possibile pensare all'intervento endoscopico. La presenza dello stent per qualche tempo avrà nel frattempo certamente "preparato" la via urinaria, rendendo più agevole e rapido il passaggio degli strumenti. Quanto si potrà fare dipende essenzialmente dall'esperienza specifica dell'operatore e dalla sua disponibilità di strumentazione ed accessoristica adeguata (es. endoscopi flessibili, laser, ecc.). Se la risoluzione completa bilaterale in tempo unico pare troppo impegnativa, almeno si può pensare alla rimozione bilaterale dei calcoli degli ureteri, lasciando il calcolo renale di sinistra ad un tempo successivo.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
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Utente
Innanzitutto la ringrazio per la cortese risposta. Desideravo un vostro parere circa il fatto che mio padre ha dovuto interrompere cura antibiotica ( 4gg anziché i 5 prescritti) con ciproxin perché colpito da pesanti effetti collaterali ( forte dolore addominale e perdita assoluta di appetito). Sottolineo a tal proposito che dopo inserimento stent, a parte i primi 2 gg , non ha particolari fastidi ad urinare ( solo aumentata frequenza) nè ha mai avuto febbre che possa far pensare ad una qualche infezione.
Chiedo se abbia fatto bene, e come comportarsi qualora sorgessero problemi richiedenti cura antibiotica.
Grazie ancora per la sua cortese disponibilità.
Chiedo se abbia fatto bene, e come comportarsi qualora sorgessero problemi richiedenti cura antibiotica.
Grazie ancora per la sua cortese disponibilità.
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In assenza di febbre, la terapia antibiotica è stata adottata solo per "copertura", diremmo che una sola somministrazione non possa fare la differenza. Purtroppo negli anziani gli effetti collaterali degli antibiotici chinolonici sono più frequenti ed intensi. Per contro gli anziani sopportano in genere molto meglio la presenza degli stent, questa circostanza è assai favorevole in casi come questi in cui devono necessariamente essere portati per qualche tempo.
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Utente
Buongiorno, ho ritirato gli esami di mio padre a circa 17gg di distanza dalla collocazione degli stent. A fronte del valore di creatinina che da 2.8 all'atto della dimissione è ulteriormente sceso a 2.4, sono però risaliti i valori di azotemia 160 mg/dl e di potassemia 5.6 mEq/l (99 mg/dl e 4.0 mmol/l all'atto della dimissione). Inoltre lamenta uno stato di spossatezza persistente. Come vanno interpretati questi valori? PS: è stato contattato dall'ospedale dove hanno inserito stent per esami pre-ospedalizzazione ai fini intervento rimozione calcoli presumibilmente da eseguirsi intorno al 20/10.
Distinti saluti.
Distinti saluti.
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L'azotemia è un esame desueto e non ci dice molto, in teoria non dovrebbe più essere eseguito se non in crcostanze particolari. Il potassio è leggermente salito, come prevedibile in una situazione di insufficenza renale di media entità. Da valutare la prescrizione di un diuretico. Bene per i tempi per l'intervento endoscopico, l'attesa è accettabile.
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Utente
Buongiorno Dott. La Piana, nel ringraziarla della cortese disponibilità dimostrata, La aggiorno sulla condizione di mio padre. Oggi, così come programmato, è stato effettuato l'intervento in ureteroscopia. Purtroppo vi sono state delle complicazioni che hanno richiesto l'interruzione dello stesso. Mio padre, sottoposto ad anestesia parziale, a metà intervento, si è sentito male, ha quasi avuto ( o ha avuto) un arresto cardiaco che ha richiesto tra le altre cose anche massaggio cardiaco. Lui è rimasto sempre cosciente, ricorda tutto, il trambusto e la concitazione in sala operatoria, le fasi del massaggio cardiaco e l'esclamazione (" è ripartito") del medico che glielo ha praticato. Da breve colloquio con urologo che lo ha operato, mi è stato detto che l'uretere sinistro è stato totalmente ripulito dai calcoli, e tolto lo stent. A destra non sono potuti intervenire, per via dell'inconveniente evidenziato, ma ha fatto in tempo a riposizionare lo stent. È stato visitato dal cardiologo e si è provveduto a fare esami enzimi che a detta dei medici non hanno evidenziato problematiche. La ringrazio ancora per l'attenzione.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 1.4k visite dal 20/09/2017.
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