Febbre alta persistente

Gentilissimi,
mi rivolgo alla vostra conoscenza ed esperienza professionale per capire come investigare per trovare la causa scatenante della febbre alta e persistente che si presenta quasi ciclicamente (intervalli di circa 15gg) a mio zio.
Premesse: a fine settembre ha ricevuto il trapianto di rene dopo numerosi anni di dialisi notturna. Il trapianto è andato bene così dopo il periodo di ospedalizzazione viene dimesso con adeguata terapia immunosoppressiva unita a cardioaspirina (una al gg) e ipocalemia. Dopo quindici giorni circa inizia ad avere febbre di media intensità 37.5 accompagnata da visibile tremore agli arti superiori. Il medico di riferimento suggerisce di assumere la tachipirina 500mg. Così segue una settimana in cui a giorni alterni la febbre sale fino a 38-38.5 ma dopo tachipirina scende, finchè la febbre persiste sui 39 per cui otteniamo la ri-ospedalizzazione. Dopo 5 giorni di terapia antibiotica (diagnosticata infezione da CMV e Pseudomonas Aeruginosae), viene dimesso senza più febbre nè tremori. Il giorno seguente la dimissione manifesta nuovamente febbre a 39 e violenti tremori per cui viene nuovamente ospedalizzato per 15 giorni, oltre a terapia antibiotica (bactrim 1 volta al gg e Valcyte 2 volte al gg) vengono effettuate ulteriori analisi, raggi e risonanza, ma non emerge nessuna alterazione. Al passare della febbre per cui viene nuovamente dimesso. Passano altri 5giorni ed eccoci all'ultimo episodio di febbre: 37.5 nel pomeriggio di ieri, salita poi la sera a 38.2 quindi somministrato immediatamente 1g di tachipirina. Dopo un'ora riproviamo la febbre ed è aumentata a 38.6!! Dopo ulteriori 7 ore notturne la febbre è ancora a 38.2 per cui somministriamo un altro grammo di tachipirina. Proviamo la febbre dopo 4 ore ed è scesa a 37.4, per avere una continuità terapeutica decidiamo di somministrare comunque 500mg di tachipirina da ripetere nelle 4 ore successive. purtroppo però dopo solo un'ora dalla somministrazione dei primi 500mg la febbre sale già a 38.5 fino a raggiungere i 39 prima della seconda somministrazione di 500mg. Anche qui riproviamo la febbre dopo 30minuti ed è salita a 40. Ora è di nuovo in ospedale e non si riesce a capire su cosa investigare.
Premetto che assume regolarmente la terapia prescritta sia come dosi che come orari per il mantenimento nella finestra terapeutica.
Potrebbe trattarsi di una forma resistente CMV nonostante Valcyte? o da Pseudomonas nonostante Bactrim?
Potrebbe trattarsi di febbre da farmaci visto che in seguito a somministrazione di tachipirina la febbre sale invece che scendere nell'immediato?
Potrebbe trattarsi di uno squilibrio a livello del sistema renina-angiotensina? Che esami sono necessari per escludere/diagnosticare una di queste o altre possibilità che non siano già state investigate in struttura ospedaliera?
Grazie
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Dr. Paolo Piana Urologo 42.6k 1.9k
La reattività dell'organismo nelle immediate conseguenze di un trapianto è alterata per vari motivi, pertanto anche cause scatenanti di medesta entità possono portare a manifestazioni molto evidenti e preoccupanti. Nel caso del suo congiunto, il primo dubbio è quello della presenza di una infezione legata più o meno direttamente all'atto chirurgico (es. raccolta di secrezioni, ascesso, ecc.) ma questo dovrebbe essere abbastanza facilmente evidenziato con le valutazioni radiologiche (ecografia, TAC, risonanza). Se queste sono completamente negative, diventa più suggestiva l'infezione delle vie urinarie oppure quella virale da CMV. In effetti, la seconda ci si attenderebbe fosse anche accompagnata dal classico ingrossamento dei linfonodi, ma - come si è detto - in questa situazione potrebbe non essere così evidente. Invece, le modalità del rialzo febbrile "a puntate" con brivido è abbastanza classico dell'infezione urinaria. Immaginiamo che in questa fase sia ancora presente l'endoprotesi ureterale, che in un certo senso può favorire la persistenza di queste infezioni, anche se la sua funzione "di modellaggio" è indispensabile. A distanza, ci possiamo quindi solo limitare a queste considerazioni, siamo certi che i Colleghi stiano mettendo in atto tutte le iniziative necessarie a fare chiarezza e, possibilmente, a risolvere la situazione nel modo più opportuno.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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