Rene poco funzionante forse giuntopatia
salve, il 10 novembre sono andata in ospedale per ricovero perchè avendo avuto delle coliche renali, ho fatto un ecografia e per idronefrosi di III grado mi è stato consigliato il ricovero.
dopo pochi giorni ho fatto una tac e i medici presumevano una giuntopatia in quanto la tac apportva un giunto ristretto e quindi l'urine non filtrava, mi hanno posizionato subito dopo uno stent ureterale(15 novembre e mi hanno curato l'infezione per la presenza di infezione con antibiotici.
venerdi 23 novembre ho fatto una scintigrafia e la conclusione: gravesofferenza parenchimale destra che , in relazione all anamnesi ed al recente posizionamento dello stent, necessita di controllo fra 6 mesi.
fase angioscintigrafico: significamente ridotta e lievemente rallentata nel rene destro rispetto all eterolaterale ed al picco aortico.
fase parenchimale: dismorfico ed a margini irregolari il destro. la distribuzione del radiofarmaco è dismogenea e significativamente ridotta a destra.
fase di eliminazione: rallentata a destra per stasi cortico-calicealedel radiofarmaco positivamente ma lentamente modificata dalla somministrazione del diuretico
radionefrogramma: la curva del rene destro mostra, dopo i picco vascolare , profilo appiattito ed ampiezza significamente ridotta con tmax di 4'46'' e T1/2 non raggiunto nel tempo di osservazione nonostant la somministrazione e.v del diuretico al 10'. ieri 24 novembre mi sono dimessa perchè mi hanno sospeso da una settimana la cura di antibiotici, non ho febbre, non ho fastidi, e martedi ho appuntamento con il primario per capire come o cosa fare per cercare di recuperare la funzionalita' del mio rene (se possibile). aspetto notizie al riguardo. cosa mi consigliate di fare.... attendo con ansia risposta saluti
dopo pochi giorni ho fatto una tac e i medici presumevano una giuntopatia in quanto la tac apportva un giunto ristretto e quindi l'urine non filtrava, mi hanno posizionato subito dopo uno stent ureterale(15 novembre e mi hanno curato l'infezione per la presenza di infezione con antibiotici.
venerdi 23 novembre ho fatto una scintigrafia e la conclusione: gravesofferenza parenchimale destra che , in relazione all anamnesi ed al recente posizionamento dello stent, necessita di controllo fra 6 mesi.
fase angioscintigrafico: significamente ridotta e lievemente rallentata nel rene destro rispetto all eterolaterale ed al picco aortico.
fase parenchimale: dismorfico ed a margini irregolari il destro. la distribuzione del radiofarmaco è dismogenea e significativamente ridotta a destra.
fase di eliminazione: rallentata a destra per stasi cortico-calicealedel radiofarmaco positivamente ma lentamente modificata dalla somministrazione del diuretico
radionefrogramma: la curva del rene destro mostra, dopo i picco vascolare , profilo appiattito ed ampiezza significamente ridotta con tmax di 4'46'' e T1/2 non raggiunto nel tempo di osservazione nonostant la somministrazione e.v del diuretico al 10'. ieri 24 novembre mi sono dimessa perchè mi hanno sospeso da una settimana la cura di antibiotici, non ho febbre, non ho fastidi, e martedi ho appuntamento con il primario per capire come o cosa fare per cercare di recuperare la funzionalita' del mio rene (se possibile). aspetto notizie al riguardo. cosa mi consigliate di fare.... attendo con ansia risposta saluti
[#1]
Gentile Signora,
la diagnosi di un problema al giunto pielo-ureterale parrebbe evidente, poiché concordano i rilievi della TAC e della scintigrafia e non parrebbe siano stati evidenziate altre cause di ostruzione, quali calcoli o altro. Il motivo della "sindrome giuntale" può essere un restringimento vero e proprio dell'uretere su base congenita, ovvero la compressione da vasi sanguigni cosiddetti "accessòri" del rene, che l'uretere si trova a dover "scavalcare" con difficoltà. E' raro che la TAC sia in grado di differenziare con certezza le due situazioni, anche se all'atto pratico questo non ha un reale interesse. La situazione è stata temporaneamente corretta con l'inserimento di una endoprotesi ureterale (stent) per alleviare i sintomi. Non ci riferisce di aver avuto febbre in corrispondenza delle coliche, anche se poi ci parla della necessità di una terapia antibiotica per "infezione". L'assenza di Raramente nei giovani queste idronefrosi hanno complicanze febbrili, a differenza da quelle portate da altre cause. Per assurdo, il rene è probabilmente più esposto ad infezione in questo momento, con lo stent inserito, che se da una parte facilita lo scarico, dall'altra consente un minimo reflusso di urine vescicali, certamente più soggette ad essere infette anche per motivi banali. Questo per dire che la sua attuale situazione è da considerare transitoria, in attesa di una soluzione definitiva. Se la diagnosi risulta definitivamente confermata, l'intervento di scelta alla sua età è il confezionamento di una "pieloplastica", in cui si interviene sulla zona ristretta, correggendo il restringimento dell'uretere, ovvero riconfiguranto lo "scavalco" dei vasi sanguigni accessòri - qualora presenti. Questo intervento è correntemente eseguito nei maggiori centri urologici con tecnica laparoscopica o retro-peritoneo-scopica, se disponibile utilizzando il robot DaVinci. Si tratta di tutto sommato di tecniche assai poco invasive (talora anche solo una singola porta d'accesso può essere sufficiente), che permettono risultati eccellenti e tempi di degenza particolarmente brevi. Questo a differenza della chirurgia classica a cielo aperto, che otteneva lo stesso risultato funzionale, ma ovviamente tramite un'incisone che in una giovane signora si cerca di evitare e con una degenza post-operatoria di 7-10 giorni.
Saluti
la diagnosi di un problema al giunto pielo-ureterale parrebbe evidente, poiché concordano i rilievi della TAC e della scintigrafia e non parrebbe siano stati evidenziate altre cause di ostruzione, quali calcoli o altro. Il motivo della "sindrome giuntale" può essere un restringimento vero e proprio dell'uretere su base congenita, ovvero la compressione da vasi sanguigni cosiddetti "accessòri" del rene, che l'uretere si trova a dover "scavalcare" con difficoltà. E' raro che la TAC sia in grado di differenziare con certezza le due situazioni, anche se all'atto pratico questo non ha un reale interesse. La situazione è stata temporaneamente corretta con l'inserimento di una endoprotesi ureterale (stent) per alleviare i sintomi. Non ci riferisce di aver avuto febbre in corrispondenza delle coliche, anche se poi ci parla della necessità di una terapia antibiotica per "infezione". L'assenza di Raramente nei giovani queste idronefrosi hanno complicanze febbrili, a differenza da quelle portate da altre cause. Per assurdo, il rene è probabilmente più esposto ad infezione in questo momento, con lo stent inserito, che se da una parte facilita lo scarico, dall'altra consente un minimo reflusso di urine vescicali, certamente più soggette ad essere infette anche per motivi banali. Questo per dire che la sua attuale situazione è da considerare transitoria, in attesa di una soluzione definitiva. Se la diagnosi risulta definitivamente confermata, l'intervento di scelta alla sua età è il confezionamento di una "pieloplastica", in cui si interviene sulla zona ristretta, correggendo il restringimento dell'uretere, ovvero riconfiguranto lo "scavalco" dei vasi sanguigni accessòri - qualora presenti. Questo intervento è correntemente eseguito nei maggiori centri urologici con tecnica laparoscopica o retro-peritoneo-scopica, se disponibile utilizzando il robot DaVinci. Si tratta di tutto sommato di tecniche assai poco invasive (talora anche solo una singola porta d'accesso può essere sufficiente), che permettono risultati eccellenti e tempi di degenza particolarmente brevi. Questo a differenza della chirurgia classica a cielo aperto, che otteneva lo stesso risultato funzionale, ma ovviamente tramite un'incisone che in una giovane signora si cerca di evitare e con una degenza post-operatoria di 7-10 giorni.
Saluti
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#2]
Utente
salve dottore, innanzitutto la ringrazio per il consulto..... volevo aggiungre che a distanza di un mese ho fatto un ecografia e il rene è ritornato nella norma come misura pero' da una settimana ho bruciori quando urino, ho sempre un senso di cistite, sembra di avere la vescica piena ma in realta' è vuota e quando vado in bagno ho bruciori e ogni tanto presenza di sangue.
ho fatto l' urine cultura lunedi ed oggi ho preso i risultati c'è presenza di leucociti ma facendo l' antibiogramma l'urilne risulta sterile e quindi mi hanno richiesto di rifarlo. premetto che ho avuto il mal di gola e ho preso degli antibiotici la scorsa settimana e quindio l'analista mi diceva che forse è per questo che risulta sterile. ad oggi comunque ho ancora bruciori e senso di cistite sono andata in ospedale e mi hanno dato un antibiotico ciproxin per 2 giorni.
devo ripetere l' urinecultura giovedi considerate le feste di natale.
in tutto cio' volevo farle presente che ho ancora lo stent e dovrei toglierlo la terza settimana di gennaio. vorrei sapere se devo forzare l'ospedale a farmi fare prima l'urinecultura o posso aspettare a giovedi, non ho febbre solo fastidi e ogni tanto presenza di sangue molto molto chiaro
grazie mille, è un peccato tenerla cosi lontano.
saluti
ho fatto l' urine cultura lunedi ed oggi ho preso i risultati c'è presenza di leucociti ma facendo l' antibiogramma l'urilne risulta sterile e quindi mi hanno richiesto di rifarlo. premetto che ho avuto il mal di gola e ho preso degli antibiotici la scorsa settimana e quindio l'analista mi diceva che forse è per questo che risulta sterile. ad oggi comunque ho ancora bruciori e senso di cistite sono andata in ospedale e mi hanno dato un antibiotico ciproxin per 2 giorni.
devo ripetere l' urinecultura giovedi considerate le feste di natale.
in tutto cio' volevo farle presente che ho ancora lo stent e dovrei toglierlo la terza settimana di gennaio. vorrei sapere se devo forzare l'ospedale a farmi fare prima l'urinecultura o posso aspettare a giovedi, non ho febbre solo fastidi e ogni tanto presenza di sangue molto molto chiaro
grazie mille, è un peccato tenerla cosi lontano.
saluti
[#3]
Gentile Signora,
i suoi sintomi sono assolutamente tipici per la presenza dello stent, è molto difficile che vi sia sovrapposta una infezione se non c'é febbre. Le confermo che la sua è da considerare una situazione transitoria e la rimozione dello stent dovrà coincidere con l'intervento correttivo, che auspico verrà definito al più presto possibile.
Saluti
i suoi sintomi sono assolutamente tipici per la presenza dello stent, è molto difficile che vi sia sovrapposta una infezione se non c'é febbre. Le confermo che la sua è da considerare una situazione transitoria e la rimozione dello stent dovrà coincidere con l'intervento correttivo, che auspico verrà definito al più presto possibile.
Saluti
[#4]
Utente
Ad oggi non ho ancora risolto nulla
Sono stata ricoverata lunedi 28 gennaio per rimuovere lo stent e fare urotac invece in sala operatoria mi hanno rimosso lo stent e ne hanno messo un altro e hanno fatto la ureteroscopia con risultato: a controllo endoscopico dell uretere a monte si evidenzia dilatazione pelvica con kinking sotyo giuntale in assenza di stenosi verificata sotto visione ureteroscopia e dopo utilizzo di dilatatore trilogy. Mi ha richiesto una terza scintigrafia entro 15 giorni e poi ha intenzione di togliere lo stent e dopo 2 giorni un urotac . Io sinceramente non ho voglia do stare 2 giorni senza stent e mi sono rotta di fare ancora esami dopo l ennesima diagnosi di dimissioni: giuntopatia. Ad oggi m somo a limite della sopportazione e vorrei realmente un aiuto a riguardo. Anche al costo di spostarmi da napoli
Sono stata ricoverata lunedi 28 gennaio per rimuovere lo stent e fare urotac invece in sala operatoria mi hanno rimosso lo stent e ne hanno messo un altro e hanno fatto la ureteroscopia con risultato: a controllo endoscopico dell uretere a monte si evidenzia dilatazione pelvica con kinking sotyo giuntale in assenza di stenosi verificata sotto visione ureteroscopia e dopo utilizzo di dilatatore trilogy. Mi ha richiesto una terza scintigrafia entro 15 giorni e poi ha intenzione di togliere lo stent e dopo 2 giorni un urotac . Io sinceramente non ho voglia do stare 2 giorni senza stent e mi sono rotta di fare ancora esami dopo l ennesima diagnosi di dimissioni: giuntopatia. Ad oggi m somo a limite della sopportazione e vorrei realmente un aiuto a riguardo. Anche al costo di spostarmi da napoli
[#5]
Gentile Signora,
in base alla sommaria descrizione di quanto visto all'ureteroscopia, si confermerebbe il quadro di una giuntopatia sostenuta da ostacolo vascolare, in assenza di vero e proprio restringimento dell'uretere (veda quanto le abbiamo già cercato di spiegare nella nostra prima risposta del 25/11/2012). Se questo si conferma, non dovrebbe esservi possibilità di una dilatazione efficace e le indicazioni sarebbero essere quelle di un intervento laparoscopico di correzione. Senz'altro un accurato studio TAC, ovvero "angio-TAC" (tecnica in cui si pone particolare attenzione alla geometria dei vasi sanguigni) potrebbe precisare ulteriormente la situazione, ma questo può essere valutato solo esaminando direttamente la documentazione finora acquisita.
Saluti
in base alla sommaria descrizione di quanto visto all'ureteroscopia, si confermerebbe il quadro di una giuntopatia sostenuta da ostacolo vascolare, in assenza di vero e proprio restringimento dell'uretere (veda quanto le abbiamo già cercato di spiegare nella nostra prima risposta del 25/11/2012). Se questo si conferma, non dovrebbe esservi possibilità di una dilatazione efficace e le indicazioni sarebbero essere quelle di un intervento laparoscopico di correzione. Senz'altro un accurato studio TAC, ovvero "angio-TAC" (tecnica in cui si pone particolare attenzione alla geometria dei vasi sanguigni) potrebbe precisare ulteriormente la situazione, ma questo può essere valutato solo esaminando direttamente la documentazione finora acquisita.
Saluti
[#7]
Gentile Signora,
ovviamente non vi può essere alcun rischio sostanziale nel rimuovere brevemente lo stent per eseguire la TAC in condizioni "basali". Piuttosto, considerato che in ogni caso lo stent sarà assai verosimilmente da riposizionare, c'è da chiedersi quanto ne valga veramente la pena. Evidentemente il nostro Collega sta seguendo un percorso diagnostico dettato dalle sue abitudini e dalla sua esperienza, con il quale noi a distanza non possiamo certamente avere nulla da obiettare.
Saluti
ovviamente non vi può essere alcun rischio sostanziale nel rimuovere brevemente lo stent per eseguire la TAC in condizioni "basali". Piuttosto, considerato che in ogni caso lo stent sarà assai verosimilmente da riposizionare, c'è da chiedersi quanto ne valga veramente la pena. Evidentemente il nostro Collega sta seguendo un percorso diagnostico dettato dalle sue abitudini e dalla sua esperienza, con il quale noi a distanza non possiamo certamente avere nulla da obiettare.
Saluti
[#8]
Utente
Salve... Finalmente sono.stata operata. Non.e stato.possibile in laparoscopia hanno deciso di fare un piccolo taglio per asportare il giunto e fare una plastica secondo il metodo hunderson. Tra 30 gg ho la rimozione dello stent. Oggi sono a casa a distanza.di 2 settimane ho ancora dei dolori addominali o meglio in prossimita' del buco del deenaggio. Specie quando si formano delle feci dure. Volevo sapere se posso passeggiare, salire e scendere le scale, fare qualche faccenda di casa senza sforzi.... Intendo le semplici faccende. a proposito per passeggiare e fare le faccende sto utilizzando una fascia post operatoria di quelle elastiche che mi tengono stretta. Saluti..... So che queste cose dovrei chiederle al mio medico ma dal primo giorno ho acquisito fiducia nei suoi confronti e mi sento sicura nel chiedere a lei alcune cose.... Saluti e buona domenica.
[#9]
Gentile Signora,
sarebbe interessante conoscere le difficoltà per le quali l'intervento è stato convertito in chirurgia tradizionale. Le è stata dunque eseguita una classica pieloplastica cosiddetta "secondo Henderson-Hynes", anche se nelle nostre pubblicazioni abbiamo ripetutamente documentato che questa tecnica dovrebbe essere più correttamente definita "secondo Kuss" ... Ma queste sono cose che a lei non interessano! La ripresa fisica è molto soggettiva, a parte i primi 7-10 giorni, con ragionevole cautela è possibile riprendere le proprie abitudini di vita. Il suo corpo non tarderà a segnalarle se si sta troppo affaticando. La fascia elastica è l'eredità dei tempi remoti della chirurgia in cui si utilizzavano suture interne di scarsa affidabilità. Oggi fondamentalmente non ce ne sarebbe alcun bisogno, ma è vero che molti pazienti si sentono più "difesi" ben stretti nella loro corazza semirigida. Dopo qualche settimana è comunque opportuno abbandonare gradualmente la fascia, poichè la muscolatura deve riprendere il suo tono senza aiuti esterni. Concludendo, un avvertimento da dare a tutti i pazienti operati di pieloplastica è quello che il rene operato avrà certamente uno scarico più libero, cui corrisponderà la auspicabile scomparsa dei sintomi, ma NON tornerà mai completamente normale. Di questo si dovrà tener conto in occasione di futuri controlli, spesso gli ecografisti si lasciano andare a descrizioni pessimistiche che molto allarmano i pazienti, perlopiù senza alcun motivo.
Saluti
sarebbe interessante conoscere le difficoltà per le quali l'intervento è stato convertito in chirurgia tradizionale. Le è stata dunque eseguita una classica pieloplastica cosiddetta "secondo Henderson-Hynes", anche se nelle nostre pubblicazioni abbiamo ripetutamente documentato che questa tecnica dovrebbe essere più correttamente definita "secondo Kuss" ... Ma queste sono cose che a lei non interessano! La ripresa fisica è molto soggettiva, a parte i primi 7-10 giorni, con ragionevole cautela è possibile riprendere le proprie abitudini di vita. Il suo corpo non tarderà a segnalarle se si sta troppo affaticando. La fascia elastica è l'eredità dei tempi remoti della chirurgia in cui si utilizzavano suture interne di scarsa affidabilità. Oggi fondamentalmente non ce ne sarebbe alcun bisogno, ma è vero che molti pazienti si sentono più "difesi" ben stretti nella loro corazza semirigida. Dopo qualche settimana è comunque opportuno abbandonare gradualmente la fascia, poichè la muscolatura deve riprendere il suo tono senza aiuti esterni. Concludendo, un avvertimento da dare a tutti i pazienti operati di pieloplastica è quello che il rene operato avrà certamente uno scarico più libero, cui corrisponderà la auspicabile scomparsa dei sintomi, ma NON tornerà mai completamente normale. Di questo si dovrà tener conto in occasione di futuri controlli, spesso gli ecografisti si lasciano andare a descrizioni pessimistiche che molto allarmano i pazienti, perlopiù senza alcun motivo.
Saluti
[#10]
Utente
Dottore, hanno deciso di non intervenire in laparoscopia perche il referto della ureteroscopia larlava di una dilatazione pelvica con kinking sotto giuntale. poi avro la cartella clinica e le daro maggiori info a riguardo. chiedrei cortesemente una piu semplice dicitura riguardo all avetimento che mi fa riguardo alla pieloplastica. saluti ancora.
[#11]
Gentile Signora,
detto in altre parole, se fra sei mesi, un anno, od ancora più in là lei si sottoponesse ad una ecografia in cui si riscontrasse una persistente dilatazione renale, in assenza di sintomi, il referto dovrà essere interpretato molto criticamente prima di preoccuparsi troppo.
Saluti
detto in altre parole, se fra sei mesi, un anno, od ancora più in là lei si sottoponesse ad una ecografia in cui si riscontrasse una persistente dilatazione renale, in assenza di sintomi, il referto dovrà essere interpretato molto criticamente prima di preoccuparsi troppo.
Saluti
[#15]
Gentile Signora,
il referto dell'esame istologico è esattamente quanto ci si può attendere in una ostruzione giuntale congenita. Ora il tratto "difettoso" non c'è più e si presume che il rene potrà scaricare più liberamente. Come già le abbiamo detto, è però molto probabile che la dilatazione non verrà mai risolta completamente, ma ovviamente non peggiorerà e lei non avrà più disturbi.
Saluti
il referto dell'esame istologico è esattamente quanto ci si può attendere in una ostruzione giuntale congenita. Ora il tratto "difettoso" non c'è più e si presume che il rene potrà scaricare più liberamente. Come già le abbiamo detto, è però molto probabile che la dilatazione non verrà mai risolta completamente, ma ovviamente non peggiorerà e lei non avrà più disturbi.
Saluti
[#17]
Gentile Signora,
l'ipertrofia si riferisce solo al tratto giuntale ristretto dell'uretere, esattamente quello che è stato rimosso. Molto spesso questo difetto esiste anche nell'altro rene, ma probabilmente in forma impercettibile e, considerata la sua età, non destinato a peggiorare.
Saluti
Saluti
l'ipertrofia si riferisce solo al tratto giuntale ristretto dell'uretere, esattamente quello che è stato rimosso. Molto spesso questo difetto esiste anche nell'altro rene, ma probabilmente in forma impercettibile e, considerata la sua età, non destinato a peggiorare.
Saluti
Saluti
[#18]
Utente
Salve dottore dopo 50 giorni mi hanno tolto l9 stent. Precisamente ieri sera e questa notte ho avuto una colica renale mi hanno fatto una eco: rene destro un poco ingrandito, corticale ridotta di spessore, tutt ora caratterizzato da evidente dilatazione delle cavita' caluco-pieliche con diametro antero-posteriore della pelvi pari a 50 mm circa. Non identificabile con certezza l' uretere. Reparto ecografico renale nei limiti della norma a sinistra. Vescica ben distesa, indenne da alterazioni di parete. Non liquido libero in addome ne nello scavo pelvico. Voleva rimettere lo stent il medico di turno ma io non l ho voluto perche non lo tollero piu'. Il primario invece mi.ha detto che la dilatazione puo anche essere normale e forse a mano.a mano si mettera a posto. Mi ha dato deltacortene per 6 gg, toradoll gtt XV se prodomi di colica. e mi hanno fatto firmare che ho rifiutato lo stent. Lei cosa mi consiglia. Posso mai portare lo stent a vita? Ho fatto l intervento per evitare lo stent ma alla fine quindi non ho risolto nulla?
[#19]
Gentile Signora,
a sua buona memoria, le riporto l'ultima parte di un nostro contributo del 7 Aprile scorso:
<<< Concludendo, un avvertimento da dare a tutti i pazienti operati di pieloplastica è quello che il rene operato avrà certamente uno scarico più libero, cui corrisponderà la auspicabile scomparsa dei sintomi, ma NON tornerà mai completamente normale. Di questo si dovrà tener conto in occasione di futuri controlli, spesso gli ecografisti si lasciano andare a descrizioni pessimistiche che molto allarmano i pazienti, perlopiù senza alcun motivo.>>>
Che alla rimozione dello stent possaa esservi stata una colica isolata non c'é da stupirsi più di tanto. Se non vi è febbre ed i sintomi sono scomparsi, l'unico modo per documentare inequivocabilmente gli esiti dell'intervento è l'esecuzione di una scintigrafia renale dinalmica. Ma questo certamente non ora, diremmo ad almeno 3-4 mesi dall'intervento. Nel frattempo ... stiamo a vedere! Come già detto, in assenza di sintomi e febbre non vi sono indicazioni se non al controllo, senza alcuna necessità di inserire ulteriori stent.
Saluti
a sua buona memoria, le riporto l'ultima parte di un nostro contributo del 7 Aprile scorso:
<<< Concludendo, un avvertimento da dare a tutti i pazienti operati di pieloplastica è quello che il rene operato avrà certamente uno scarico più libero, cui corrisponderà la auspicabile scomparsa dei sintomi, ma NON tornerà mai completamente normale. Di questo si dovrà tener conto in occasione di futuri controlli, spesso gli ecografisti si lasciano andare a descrizioni pessimistiche che molto allarmano i pazienti, perlopiù senza alcun motivo.>>>
Che alla rimozione dello stent possaa esservi stata una colica isolata non c'é da stupirsi più di tanto. Se non vi è febbre ed i sintomi sono scomparsi, l'unico modo per documentare inequivocabilmente gli esiti dell'intervento è l'esecuzione di una scintigrafia renale dinalmica. Ma questo certamente non ora, diremmo ad almeno 3-4 mesi dall'intervento. Nel frattempo ... stiamo a vedere! Come già detto, in assenza di sintomi e febbre non vi sono indicazioni se non al controllo, senza alcuna necessità di inserire ulteriori stent.
Saluti
Questo consulto ha ricevuto 19 risposte e 21.5k visite dal 25/11/2012.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.