Consulto su esito tac per funzionalita' reni

Gent.mo Professore, Le scrivo da Cosenza. Ho gia' avuto il piacere, di usufruire di un vostro consuto, riguardante un probabile inizio di insufficienza renale. quello che oggi desidererei conoscere e' una sua valutazione riguardo all’esito di una TAc addome con mdc, che ha eseguito mio padre ( 72 anni, diabetico e insulino dipendente da circa 10 anni). Vorrei premettere che circa un anno fa fu sottoposto ad intervento endoscopico per la rimozione di due papillomi in vescica, fortunatamente non infiltranti, Le dico questo perche’ subito dopo aver iniziato le instillazioni vescicali con mitomicina, sono iniziati i nostri problemi di carattere nefrologico. Infatti ci accorgemmo successivamente che un rene si presentava idronefrotico, fu necessario eseguire un secondo intervento per il posizionamento di un stant ureterale , il quale e' stato rimosso sabato scorso. La TAC trestualmente dice: Il rene sx presenta una riduzione corticale, rene dx normoconformato.
Potremmo trovarci di fronte ad un inizio di insufficienza renale? O possono essere valutati come si segnali di sofferenza renale, ma comunque in linea con l’eta’ e le patologea del paziente. Grazie anticipatamente per i preziosi consigli che Lei vorra’ fornirmi.
In attesa di una Vostra risposta, porgo distinti saluti.
[#1]
Dr. Paolo Piana Urologo 43.1k 1.9k
Gentile Signore,
l'insufficienza renale è una frequente complicazione della malattia diabetica, in particolare se di vecchia data e poco compensata, ed è causata (in termini molto semplici) da una "perdita" di tessuto filtrante renale, danneggiato dall'occlusione delle arterie renali, dalle più grandi alle più piccole (la cosiddetta "nefro-angiosclerosi"). La malattia si manifesta agli accertamenti per immagini (ecografia, TAC) appunto come una "riduzione" corticale, che il più delle volte interessa però entrambi i reni e non vi è presenza di dilatazione delle vie di scarico (idronefrosi). Nel caso di suo padre, l'insorgenza di questa dilatazione parrebbe in relazione, quantomeno temporale, con l'intervento endoscopico per neoformazioni della vescica e le successive instillazioni di mitomicina. Vi sono purtroppo degli importanti dettagli che sfuggono dalla sua descrizione, forzatamente sommaria, d'ogni modo non parrebbe che questa evoluzione che ha necessitato dell'inserimento dello stent sia da correlare direttamente al diabete. Le cause sono invece assai più probabilmente, legate all'ostruzione di questo rene per un motivo che qui non è possibile chiarire, ma che potrebbe esserlo disponendo di tutti i dettagli della storia. Sono certo che i Colleghi che hanno suo padre in cura si siano già fatti un'idea su tutto ciò. Ovviamente una perdita di tessuto renale diminuisce le capacità potenziali di filtrazione, ma fortunatamente non è così direttamente causa di insufficienza funzionale, poichè il rene migliore tende sempre a funzionare di più, nei limiti delle sue possibilità. Pertanto, una vera insufficienza si giudica in base ad un significativo aumento dei valori su cui si valuta la funzionalità dei reni, ovvero la creatinina e l'urea e le loro "clearances". Immagino che questi esami siano stati eseguiti, pertanto su questi si potrà discutere, se vorrà fornirceli. In conclusione, il caso di suo padre parrebbe al momento più di interesse urologico che nefrologico, almeno dal punto di vista delle cause e dell'evoluzione della situazione clinica.

Saluti

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it